Allegri ha il suo nuovo Van Bommel

Gli ultimi anni di carriera di Mark van Bommel sono legati a doppio filo a Massimiliano Allegri. Il centrocampista olandese passa nel gennaio del 2011 al Milan a titolo gratuito, scaricato dal Bayern Monaco dopo 5 stagioni trionfali. E’ il primo anno del tecnico livornese sulla panchina rossonera e nel ruolo di regista basso gioca un certo Andrea Pirlo.

Van Bommel e Pirlo

In quella stagione però il Maestro ha problemi fisici e il Conte Max schiera davanti alla difesa l’olandesone: a 34 anni suonati Mark vive a Milano una seconda giovinezza e consente al Milan di Allegri di trovare l’equilibrio giusto a centrocampo per vincere il campionato.

Alto 186 centimetri per 86 chili, è un carroarmato. A bene precisare che quel Milan non ha vinto grazie a Van Bommel ma ai fuoriclasse che aveva in rosa (Ibrahimovic su tutti) ma l’ex PSV era il bilancere di quella squadra. Alto e fisico possente, l’ideale per il calcio dell’allenatore toscano.

A fine stagione però sia Galliani che Allegri hanno commesso un errore di valutazione che segnerà l’apertura del ciclo juventino di Andrea Agnelli, Beppe Marotta e Antonio Conte e la fine dell’era vincente di Berlusconi nel calcio italiano (Monza permettendo).

Il Diavolo – in quella estate – scarica in modo incomprensibile Andrea Pirlo (nell’ambiente rossonero vi era la convinzione che Van Bommel fosse fondamentale per gli equilibri del Milan) anche lui 32enne come l’olandese. Un aborto calcisticio.

Con Pirlo in campo crescono anche i vari Marchisio e Vidal, il centrocampo della Juve decolla, nel Milan inizia la fase calante.

Per questa ragione, a torto, il nome di Van Bommel nel calcio italiano sarà ricordato in un senso negativo, direi ingiustamente. Era un giocatore utile, molto prezioso per fare un determinato calcio.

L’idea Matic svanita nel tempo

A Max Allegri sono sempre piaciuti giocatori con quelle caratteristiche. Vi assicuro che ha provato più volte a portare a Torino Matic, ma il suo ingaggio era fuori da ogni logica (Chelsea e United pagavano troppo bene), quando a centrocampo la Juve già vantava signori giocatori. E non è un caso che poi Matic sia finito alla Roma, dove allena un tecnico, Mourinho, che vede il calcio in modo molto simile a quello di Max.

Lo stesso allenatore della Juventus sta trasformando nel ruolo di vertice basso Manuel Locatelli, giocatore che già si allenava a Milanello con Max. Loca è una mezz’ala naturale (o deve comunque giocare vicino a un regista come Maxi Lopez o un mediano di possesso come Fagioli) ma sta prendendo sempre più confidenza in quel ruolo a tal punto da diventare un riferimento per gli equilibri della squadra.

Perché Paredes no

E’ bene dire che è un’idea solo italiana quella di far giocare il regista davanti alla difesa Siamo stati abituati bene da Pirlo, ma all’estero, spesso, in quella posizione piazzano non il giocatore di maggior talento ma quello che ha più muscoli e centimetri, quando si gioca con una difesa a quattro.

Giocare con una linea con 3 centrali più il vertice basso con quelle caratteristiche forse è eccessivamente difensivista.

Contro il Toro, con l’ex Sassuolo squalificato, Allegri a “sorpresa” ha spedito in panchina Leo Paredes (giocatore tecnico ma che ha dei limiti in fase di interdizione, limiti anche di concentrazione). La maggior parte degli osservatori l’hanno presa come una bocciatura definitiva verso il campione del mondo argentino. In realtà per caratteristiche fisiche e tecniche, il livornese ha preferito Enzo Barrenechea.

Chi è Enzo Barrenechea

Indovinate quanto è alto Enzo? 186 centimetri quanto Mark. Pesa 81 chili, 5 chili di muscoli in meno dell’olandese. Ma è – per caratteristiche – molto simile a lui. L’esordio dell’argentino non mi sorprende perché un predestinato (è un classe 2001), pagato €3,1 milioni dal Sion al Newell’s. In realtà la Juve ha compartecipato all’acquisto con gli svizzeri e nel 2020 ha fatto valere il suo diritto di opzione acquistandolo definitivamente per 4,8 milioni di euro. Per questa ragione, prima o poi, doveva emergere. Se paghi un ragazzo 5 milioni vuol dire che stai già ragionando in ottica prima squadra. Pensare a un investimento del genere per la Serie C pare eccessivo.

Come direbbero Bonucci e Chiellini “il ragazzo ne deve mangiare ancora di pasta-asciutta” prima di diventare un giocatore di livello come il tulipano, ma le basi di partenza sono buone.

Enzo Barrenechea (si ringrazia per la foto uventus FC)

Purtroppo Enzo si è rotto il crociato nel 2021 e questo infortunio ha rallentato la sua crescita.

Cresciuto in provincia di Cordoba, nella stessa terra di Paolino Dybala, ed ha una storia un pò travagliata: il padre Jean è stato in carcere quando Enzo non era ancora maggiorenne. La madre ha avuto un ruolo fondamentale nella sua carriera. Oggi il papà vive con lui a Torino e finalmente ha trovato la serenità.

La garra argentina non gli manca e può far valere in mezzo al campo tutto il suo fisico. Gioca un calcio semplice ed essenziale ma molto efficace palla tra i piedi, come piace a Allegri. E’ bravissimo nell’interdizione.

Contro il Torino ha esordito dal primo minuto in una gara emotivamente molto stressante. Non era affatto facile. E’ stato freddo. Ha giocato il primo tempo in maniera scolastica (non poteva essere diversamente anche per via del pressing asfissiante del Torino). Nella ripresa è cresciuta la Juve ed è cresciuto lui, dimostrando (prima dell’ingresso di un certo Pogba) di che pasta è fatto. Esame superato.

Finalmente Allegri ha trovato il suo nuovo Van Bommel, un giocatore che non aveva da tanto tempo con quelle caratteristiche.

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