Conte Agnelli

Conte torna in Italia? Quel pranzo con Agnelli, le ipotesi Milan e Roma, ma c’è una pista hot

E’ il 15 luglio del 2014, Torino. Antonio Conte esce da una porta di servizio del centro sportivo della Juventus per non farvi mai più ritorno. Dall’ingresso principale arriva Max Allegri, non accolto benissimo da una folla inferocita di tifosi juventini rabbiosi, per nulla felici di accogliere l’allenatore rivale degli ultimi anni (le continue recriminazioni sul goal di Muntari avevano infastidito non poco i supporter bianconeri). Ma questa è prestoria.

Proprio in quella calda giornata di luglio, il presidente Agnelli gira pagina: “si riparte da zero”. In realtà si riparte da 3 scudetti e 2 Supercoppe e il resto della storia la conosciamo benissimo.

Ci sono state poi varie schermaglie tra Antonio e Andrea nel corso degli anni, alcune pesanti come in un Juventus-Inter di Coppa Italia. Ma nel calcio si fa presto a girare pagina e resettare tutto. Pensiamo al rivale storico Capello quando arrivò a sorpresa a Torino, accolto a braccia aperte dalla Triade in uno dei giorni più tristi della storia juventina, il giorno della dipartita del Dottor Umberto Agnelli. Su quella trattativa ci ritorneremo, fu un noto giornalista a fare da mediatore (e guadagnarsi l’esclusiva sulla trattativa).

Come il padre, Andrea stava forse preparando un’altra mossa a sorpresa.

Agnelli e Conte si sono rincontrati nel settembre del 2022 a Torino, perché il futuro del tecnico pugliese medita l’uscita di scena dagli Spurs fin dal primo giorno che ha firmato il contratto con il presidente Levy. Il suo futuro è un’incognita, con un’unica certezza: lascerà Londra, questione di mesi, forse settimane.

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Il Tottenham

Antonio Conte ha rotto con l’ambiente degli Spurs, forse il feeling a Londra non è mai nato, nonostante la presenza del suo amico Fabio Paratici. E’ stato un anno difficile, con la morte di Giampiero Ventrone, una scomparsa che l’ha profondamente segnato. Da quel momento Antonio non è più lo stesso, qualcosa si è rotto. Poi i guai fisici, le operazioni e una lunga convalescenza passata tra l’Italia e l’Inghilterra. Le polemiche furiose contro la società per un epilogo triste.

Per il tecnico leccese il ritorno in Italia era un obiettivo da tanto tempo.
La sua famiglia è rimasta a Torino in questi due anni e non si è mossa dal Piemonte.

Ma un allenatore che guadagna 17 milioni di sterline può trovare spazio in Serie A? Lui vuole l’Italia ma c’è una pista estera più credibile. Analizziamo le varie ipotesi.

Perché alla Juve serve un allenatore che creda nei giovani

Faccio una premessa care amiche e amici juventini CentoxCento: sono un contiano della prima ora, ma Antonio non lo riprenderei. Abbiamo un gruppo giovane, serve un allenatore che creda in questi ragazzi, affiancati a grandi campioni. Avere un allenatore che non esita a criticare la squadra e la qualità dei suoi giocatori in pubblico, può essere un’incognita rischiosa per un gruppo giovane come quello della Juve.

E’ vero che Conte lavora benissimo con i ragazzi sul campo ma la rottura con lui puoi essere dietro l’angolo anche per un fattore extra calcio legato alla disciplina o a un comportamento (mi ricordo ancora quando Krasic fu fatto fuori perché lo guardò perplesso durante una sostituzione prima del suo ingresso). Troppe incognite e ingaggio altissimo per questa Juve. E’ logico che Conte riporterebbe la Juve a vincere ma a che prezzo? Vogliamo rimanere senza guida tecnica dopo uno o due anni? La Juve ha bisogno di stabilità e non è una questione di rapporti con la proprietà. Conte è fatto così, nel bene e nel male. Non è compatibile con un progetto di medio termine.

La Juventus e quel pranzo con Agnelli


I rapporti personali con la famiglia sono tornati molto buoni, sia con John Elkann che con il ramo umbertiano. La mamma di Andrera è sempre stata una contiana doc e ha rinfacciato al figlio di non aver ripreso Antonio da Lecce nel 2019.

A Torino si vocifera di un pranzo tra Andrea Agnelli e Antonio Conte in un ristorante del centro a settembre. C’è chi giura che Conte fosse pronto al ritorno ed era disposto anche a rivedersi al ribasso l’ingaggio, accedendo anche alle agevolazioni del Decreto Crescita.

Ma con le dimissioni di Andrea Agnelli e il caos creato dalla sentenza shock della CAF (-15), il grande ritorno di Conte è saltato definitivamente. L’ingaggio comunque rimane troppo impegnativo per un club alla continua ricerca di un equilibrio economico-finanziario anche se lo stato patrimoniale, dopo i due aumenti di capitale, volge al sereno. Analizziamo l’altra ipotesi, quella nerazzurra.

Inter: non c’è fiducia in Zhang


In questo caso l’avventura di Simone Inzaghi sembra al capolinea, salvo un cammino esaltate in Champions. Ci sarebbe quindi spazio per Conte in nerazzurro, ma Conte si fida di una società piena di debiti (vicino all’indebitamento del Barcellona con un fatturato nettamente inferiore) che non dà garanzie per il lungo termin? Conte non si è mai fidato dei cinesi e provate a dargli torto.

Il rapporto con Marotta è rimasto teso dopo l’ultimo divorzio. Come potrebbe Beppe garantire a Antonio una squadra competitiva e il pagamento di un ingaggio al top con alcuni suoi migliori giocatori in uscita a parametro zero? Se Conte torna all’Inter è solo perché non ha alternative e la condizione primaria è la conferma di Lukaku. L’Inter può permetterselo senza prestito? Difficile.

Solo il caso di cambio di proprietà si potrebbe ragionare.

Roma

Conte è stato, in passato, vicino alla Roma quando c’era il suo amico Petrachi (ex compagno nelle giovanili del Lecce). Sia lui che Totti hanno cercato di convincere Conte a sospare la causa giallorossa, ma Marotta aveva argomenti più convincenti, al tempo.

Nella città eterna oramai Mourinho è l’idolo della piazza, riesce a parlare alla pancia dei tifosi. I risultati sono altalenanti ma non scordiamoci che dopo 20 anni a bocca asciutta, Mou ha portato una Coppa Europea a Roma. Salvo colpi di coda dovrebbe restare il portoghese. A meno che José non decida di lasciare ma è un’ipotesi difficile. E’ vero che potrebbe tornare in Premier in un club di seconda fascia, ma Roma è Roma.

Nel caso (difficile) di divorzio con il portoghese, Conte potrebbe essere la prima scelta. Ci sono pochi dubbi, lui per mentalità potrebbe essere il nuovo Capello, capace di riportare lo scudetto nella Capitale, ma gli americani lo capiranno?

Milan


Con Pioli traballante, potrebbe crearsi uno spazio interessante sulla panchina rossonera. La Coppa sarà decisiva. Conte sarebbe anche per i rossoneri una garanzia, con una squadra già ben allenata sull’intensità. Il problema e l’ostacolo maggiore rimane il suo ingaggio. Maldini sta pensando a Luis Enrique che, per filosofia, forse si adatta meglio alla politica rossonera attuale (lancio di giocatori emergenti), ma il presidente Cardinale (uno molto attento ai conti e che con il calcio vuole guadagnarci) potrebbe fare un’ eccezione e andare All in visto che è in rampa di lancio anche il nuovo stadio.

L’ altro ostacolo in chiave rossonero, è la scarsa propensione di Conte verso la Champions League, ma è senza dubbio un tecnico capace di valorizzare anche giocatori emergenti, proprio come piace a Cardinale, un fan del Moneyball.

Il vero obiettivo di Conte


In realtà siamo sicuri – come racconta certa stampa – che Conte voglia tornare in Italia a tutti i costi? Ve lo dichiamo chiaro, tra alcuni agenti FIFA vicini al tecnico salentino circola una voce credibile: il vero obiettivo di Antonio è il Real Madrid, dove lavora uno dei suoi ex collaboratori più fidati: il preparatore atletico Pintus, ex Juventus e Inter, da molti ritenuti il numero uno al Mondo.

Piace a Florentino Perez che chiama spesso Luciano Moggi (uno sponsor di Antonio, lo portò lui ad allenare la Juve nel 2011 convincendo Agnelli) e proprio Florentino tre anni fa aveva già preso Conte, salvo poi capire che lo spogliatoio merengue non voleva l’allenatore italiano. Il capitano Sergio Ramos fece le barricate.

Tutto dipendente a Madrid dal destino di Ancelotti che sembra intenzionato a non mollare le merengues per il Brasile. Il tecnico emilano ha già fatto sapere che allenerà la Nazionale verdeoro solo se Florentino Perez dovesse cacciarlo. La Liga sembra persa ma in Champions mai dire mai quando si parla di Real e Ancelotti. Due icone per la Coppa dalle grandi orecchie.

L’alternativa parigina


Se Tuchel ha firmato per il Bayern, a Parigi potrebbe presto saltare la testa dell’allenatore Gualtier. E Campos potrebbe chiamare l’amico Max Allegri o il suo rivale di sempre Antonio Conte. Parigi è una pista da non escludere per il leccese ma con Mbappé e Neymar come potrebbe convivere? Difficile, molto difficile.

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