Andrea Agnelli

La Juve punta al patteggiamento? “Agnelli scontro con Elkann”


Tony Damascelli è un giornalista di vecchia data, juventino, che conosce molto bene le dinamiche interne in casa Juve ma anche della famiglia Agnelli (ora Agnelli-Elkann).

Nel suo articolo di stamani pubblicato da Il Giornale, Damascelli ci regala un ricordo di Gianni Agnelli che parlava dei polacchi che, durante la Seconda guerra mondiale, caricavano con la cavalleria i tank tedeschi pensando di vincere. “Il nipote dell’Avvocato, Agnelli Andrea, non è polacco, non monta a cavallo ma va all’attacco dei tank di procure, Consob e Deloitte, Figc e Uefa, pensando anche di vincere” scrive Damascelli.

La strategia dei nuovi dirigenti: si valuta il patteggiamento


Il giornalista svela la strategia del presidente Ferrero e dell’amministratore delegato Scannavino, su indicazione di John Elkann, per cercare di salvare la Juventus e di evitare la retrocessione in Serie B. L’intento è quello di limitare il più possibile penalizzazioni e sanzioni pecuniarie pesanti, per preservare il futuro del club di Famiglia.

Un altro obiettivo è chiudere questa vicenda il più in fretta possibile per preservare almeno la prossima stagione.

Sul patteggiamento c’è però un problema tecnico

C’è ottimismo – secondo il giornalista del quotidiano milanese – sulla pronuncia del Collegio di Garanzia del Coni, in particolare dopo che il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della FIGC. In questo caso è salva la pronuncia del TAR Lazio che autorizza i legali della Juventus a utilizzare la famosa carta COVISOC che potrebbe invalidare l’intero procedimento (su questo aspetto, chi mi segue sa che sono scettico, ma parecchi giuristi molto famosi e autorevoli sono convinti di questa tesi quindi mi inchino a loro molto volentieri).

Per il Giornale la diplomazia è al lavoro per cercare una linea soft che possa far uscire la Juventus dallo tsunami.

Sulla manovra stipendi la strategia – da parte dei dirigenti juventini – è di sondare il terreno con la Procura federale per il patteggiamento. Una strategia che non sembra essere gradita a Andrea Agnelli.

Qualche settimana fa, a dire il vero, avevamo notizie di alcune trattative saltate tra la Juventus (presenti Calvo e l’avvocato Clarizia) e la Procura per un eventuale accordo.

Sappiamo che il patteggiamento potrebbe essere tecnicamente possibile solo in caso in cui fosse annullata la prima penalizzazione sul filone delle plusvalenze, perché in caso in cui fosse contestata da Chiné la “continuità di reato” in questo caso non è – in termini regolamentari – possibile raggiungere un accordo tra le parti in causa.

Sul filone “plusvalenze” le motivazioni di Procura Federale e giudici sono sempre parse molto deboli dal punto di vista legale. Per quanto riguarda invece la manovra stipendi e, in particolare alcuni contratti o accordi non depositati in Lega, invece – almeno all’apparenza – la posizione della Juve pare più debole e, quindi, non del tutto infondata la strategia di difendersi sul primo filone dell’inchiesta ma patteggiare sul secondo.

Il problema è che se non c’è l’assoluzione sulle plusvalenze non può esserci alcun patteggiamento, per i motivi elencati prima.

Accordo anche con l’UEFA? Agnelli contrario

Damascelli addirittura ipotizza un patteggiamento non solo con le istituzioni sportive italiane ma anche europee (e la cosa ha il sapore quasi di una retromarcia sulla Superlega, o sono solo impressioni sbagliate?).

Il giornalista però rivela: questa nuova via politica e legale non sarebbe gradita all’ex presidente che la considera, ovviamente, una ammissione di colpe che lui, al contrario, continua a respingere, pur nell’evidenza di dati e di fatti che avevano portato lui medesimo, insieme con tutto il cda bianconero, a rassegnare le dimissioni evitando colpi di scena inauditi nel caso fosse stato reiterato il reato (si parlò di arresti)”.

Ricordiamo che a novembre il Presidente finì in minoranza sulla votazione dell’ approvazione del bilancio. A votare contro furono anche alcuni consiglieri di Exor o comunque vicini a John Elkann.

Per il quotidiano milanese la vecchia dirigenza sarebbe stata disposta a fare la guerra legale a tutti gli attori in causa: dalla FIGC all’UEFA per passare alla società di revisione Deloitte (scelta dalla stessa Juve) alla Consob e addirittura la Procura di Torino.

“Spaccatura tra Agnelli e i nuovi dirigenti”


Secondo tali indiscrezioni riportate dal Giornale, ci sarebbe una forte spaccatura tra Agnelli e i nuovi dirigenti voluti dal cugino John Elkann.

Le parole del riconfermato presidente della UEFA Ceferin potrebbero essere una forma di pressione nei confronti dei vertici della Juventus per una resa delle armi e una presa di distanza dallo stesso Agnelli.

Quando Ceferin fa riferimento al fatto che “non poteva che finire così…” pare una stilettata nei confronti del suo ex amico che l’avrebbe tradito con la Superlega.

Le parole inoltre di Francesco Calvo che meno di un mese fa ammise: “sentiamo l’UEFA ogni giorno”. C’è senza dubbio un dialogo in corso nonostante la tensione tra le parti. La nuova Juve sta prendendo le distanze dalla vecchia Presidenza?

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