Cito una statistica che la dice lunga su tutto: 4 goal dagli attaccanti nelle ultime 11 partite denotano un grosso problema per gli schemi offensivi della Juventus che, ripeto per l’ennesima volta, gioca con una difesa a tre centrali più un metodista (Locatelli). Di fatto in fase di non possesso la linea spesso è a 6, neanche a 5. Difendere con così tanti uomini in fase difensiva è una scelta che si paga al momento di attaccare, anche perché il resto della squadra ha la tendenza a stare dietro la linea della palla dalla trequarti.
La prestazione di Milik contro il Napoli (terza sconfitta consecutiva) denota un problema per qualsiasi attaccante bianconero, anche se il polacco, nella partecipazione della manovra è almeno più adatto al ruolo rispetto a Vlahovic. E’ più preciso nelle sponde e più adatto al gioco spalle alla porta. Ma si ritrova sempre a una distanza siderale per poter far male alle difese avversarie.
Perché è stato acquistato Vlahovic?
Quando è stato acquistato Dusan Vlahovic (e si è deciso di scaricare Paolo Dybala nonostante un accordo già raggiunto) Allegri e Cherubini avevano bene in mente le caratteristiche dell’attaccante della Fiorentina?
Premesso che se l’ex attaccante viola non sta rendendo la colpa è di tutti: del giocatore, dell’allenatore che lo impiega male e di chi l’ha acquistato. Mi spiego meglio.
Il punto di questo articolo è che quando si costruisce una squadra vincente e si fanno acquisti da 90 milioni, non si può puntare solo sul nome del giocatore senza tener conto di fattori tecnici e tattici decisivi alla riuscita dell’operazione.
I nostri dirigenti e l’ allenatore conoscevano bene le caratteristiche tecniche e fisiche del giocatore? Sapevano come il serbo ama essere servito? Lo sapevano che ama giocare sulla profondità?
Le squadre si costruiscono in base alle caratteristiche dei giocatori
Vi faccio un esempio per farvi capire. Quando la Juve prese Zinedine Zidane che era un giocatore emergente del Bordeaux, decise di cambiare uomini e strategia in campo. Si passò dal tridente tutto muscoli e velocità di Vialli, Ravanelli e Del Piero, per giocare più sulla profondità, mettendo dietro alle due punte il franco-algerino.
Moggi prese Vieri, Amoruso e Boksic, vendendo Vialli e Ravanelli, Lippi cambiò volto alla sua Juve, non c’era più pressing alto ma vi era semmai la tendenza a far uscire l’avversario, per trafiggerlo con il gioco in verticale di Zidane che lanciava Vieri o Boksic negli spazi.
Dopo un anno, con una conoscenza completa del marsigliese, Moggi affinò ancora di più la squadra, disegnandola sulle sue caratteristiche e mettendogli davanti Inzaghi (un maestro dello scatto sul filo del fuorigioco) e naturalmente Del Piero.
Con Vlahovic è stato fatto l’esatto contrario ed anzi, è stato cambiato il quadro in peggio.
Con Morata e Dybala il serbo rendeva meglio. In estate è stato dato il benservito all’argentino e allo spagnolo (che era in prestito) e Dusan è andato in tilt, anche per il problema della pubalgia sia chiaro.
Chiesa è un altro “problema” per Vlahovic
In prospettiva c’è da fare anche un’altra riflessione: Chiesa è molto individualista, è forte ma non ha quella visione di gioco che può consentire a Vlahovic di fare il salto di qualità. Non è la sua spalla ideale.
Gli era stata costruita sulla carta una squadra da 4-3-3 ma si è ritrovato in un 3-5-1-1, a volte un 5-4-1. Di Maria ha giocato a corrente alternata e anche il serbo ci ha messo del suo.
Kostic è un altro acquisto fuori contesto: preso per il 4-3-3 in realtà la sua posizione ideale è fare il quinto a sinistra. E in quel ruolo si è rivelato un grande acquisto, ma rimane in sospeso il problema Vlahovic che ora inzia a essere serio, soprattutto in prospettiva.
Per come gioca Allegri quest’anno, il suo centravanti si trova spalle alla porta a 70 metri dall’area avversaria, vuol dire castrare Dusan che, ripeto, ci sta mettendo del suo: ha perso sicurezza, non crede probabilmente nel progetto tattico ed è sempre nervoso, sta sbagliando anche nei fondamentali più elementari.
Il primo Vlahovic era forte anche tecnicamente
La prima volta che vidi Vlahovic nella Primavera della Fiorentina (e nelle prime apparizioni in Serie A) mi colpì per il fisico ma anche per la tecnica di base. Mi ricordava l’Ibra acerbo che vidi al Torneo Gamper a Barcellona giocare nell’Ajax in coppia con Mido.
Come mai si è involuto in questo modo Dusan?
E’ stato fatto un investimento molto oneroso che, tra commissioni degli agenti e bonus vari, ha superato i 90 milioni di euro. La squadra sarebbe dovuta girare intorno all’attaccante serbo e invece, è proprio la giovane punta di Belgrado a dover adattarsi (o meglio stra-sacrificarsi) alla Juventus.
Un acquisto che doveva essere risolutivo, seppur stiamo pur sempre parlando di un giovane attaccante che non può assumersi le responsabilità totali di una squadra. Su questo punto ha ragione Allegri. Non possiamo pretendere da Vlahovic di levare le castagne dal fuoco come, in passato, hanno fatto i vari Higuain e Cristiano Ronaldo.
Il serbo lo abbiamo pagato tanto anche per la sua giovane età, le sue potenzialità. Ma sta alla Juve valorizzarlo con un progetto tecnico (che non esiste) e con un percorso ben definito. Nulla di tutto questo.
Non paragonate Vlahovic all’operazione Higuain
L’ingaggio di Vlahovic (e il suo super costo) non può essere paragonato all’operazione Higuain, un attaccante nel pieno della maturità.
Qualche attento osservato ha fatto notare: con questo gioco non serviva spendere 90 milioni, bastava un umile Corradi.
Per caratteristiche tecniche Vlahovic non è né Manduzukic né Fernando Llorente che difendevano palla spalle alla porta e creavano varchi per i vari Tevez, Morata o Dybala.
Per il gioco di Allegri serve un attaccante simile per caratteristiche a Morata
Temo che alla Juve servisse più un centravanti atipico come Morata. lo spagnolo, molto adatto alle ripartenze e agli strappi anche a 70 metri dalla porta. Se vi ricordate Morata l’anno scorso si era sacrificato molto e aveva imparato anche a giocare spalle alla porta.
Ma Morata oramai è sulla soglia dei 30 anni e, a mio avviso, non è più un investimento da fare. Lo vuole la Roma. Bisognerà trovare un suo alter ego giovane.
Se il prossimo anno Allegri vuole ancora proporre un 3-5-1-1 (la mia speranza è di no) allora dovrà essere fatto un mercato differente. Il serbo non serve in questo contesto tattico. E’ un grave danno tecnico e di prospettiva per la Juventus rinunciare a Dusan.
Cederlo forse sarebbe un delitto, ma continuare così è non fa bene né a lui né alla Juve.
Se difendi così basso, con questo baricentro, serve un giocatore che dia strappi alla Morata da affiancare a Chiesa. Due contropiedisti che potrebbero andare a nozze negli spazi.
Purtroppo del bel gioco oramai noi juventini ci abbiamo messo una bella pietra sopra (addirittura esultiamo per una prestazione normale contro il Napoli) e siamo costretti a ragionare in questi termini. Siamo messi così male?

4 pensieri su “Con il sistema allegriano per le punte è un incubo, serve un attaccante alla Morata, rischiamo di perdere Vlahovic”