Marco Bucciantini è uno dei pochissimi giornalisti sportivi obiettivi in Italia dotato di un talento fuori dalla norma. Lo considero il cantore del calcio italiano, un professionista equilibrato e equidistante, un poeta che meglio di chiunque altro racconta con oggettività le dinamiche del nostro football. Un degno erede dei vari Brera, Mura e Sconcerti.

Ospite domenica sera al Bar Sport di Mister Gatta sul canale Twitch di Juventibus ha descritto meglio di chiunque altro il momento che stanno vivendo la Juventus e Allegri.

Vuoi conoscere le opinioni ogni giorno dei top editorialisti sulla Juventus? Segui la nostra pagina Facebook Juventino 100×100 e metti un bel like!

“Allegri ha sempre avuto un’intuizione calcistica… “

“Per me Allegri – afferma Bucciantini – ha sempre avuto una sensibilità calcistica, proprio una sensibilità per capire il calcio, un’intuizione calcistica, una conoscenza importante e anche la capacità di capire cosa serviva alla sua squadra sia il martedì che la domenica durante la partita. Una capacità superiore all’essere allenatore. E in certe situazioni poteva aggiungere questo suo intuito e faceva la differenza”.

“Questi ultimi due anni di Juventus a inerzia zero… è cambiato tutto, perché l’inerzia zero della squadra è l’aspetto che lui ha sottovalutato. Ma anche la dirigenza l’ha ripreso ragionando in questo modo: se faccio 77/78 punti con Pirlo, con Allegri magari riaggancio anche la quota scudetto. No, non è andata così”.

“Quando le cose finiscono…”

“Questo calcolo – aggiunge Bucciantini .- non teneva conto che quando le cose finiscono, finiscono… e quando le finisci… le cose finiscono per davvero. È come il bambino che riprova a riprendere in mano il giocattolo di due anni prima e non gli piace più. Cioè, riprendi la stessa cosa, con lo stesso valore, magari anche meglio, ma non funziona più. Questo significa finire qualcosa. Quello che ci metti dentro non funziona”.

“Con l’inerzia zero della squadra la sua distanza dal lavoro concettuale si vede”

“Prendi giocatori che pensi possano funzionare ma l’inerzia è zero e non funzionano. Hanno preso questa parabola. Non c’è più quella inerzia di prima. E senza inerzia della squadra, la sua distanza dal lavoro concettuale lo si vede e non si vede più la sua sensibilità e il suo istinto calcistico che è straordinario”.

“E’ vittima del suo personaggio? No, la sua semplicità non gli semplifica le cose. Lui si è trovato in questa dicotomia tra il calcio estetico e il calcio pratico, si è trovato vittima di questa cosa che può accadere solo in Italia, una dicotomia che è diventata guerra e lui c’è rimasto in mezzo. E Allegri non fa mai marcia indietro e così si è trovato invischiato. Anche la storia delle 99 formazioni in 99 partite dice questo”.

“Perché non funziona più il suo intervento al 60′ “

“Faccio una critica… una domanda che avrei voluto chiedergli . Lui ha ammesso che ci ha messo un po’ a capire i 5 cambi. I 5 cambi consentono una cosa – secondo me – di concedere maggiore resistenza alle squadre che lavorano di concetto, di intensità e mentalità, consentono di perdurare e di far lavorare di più la macchina. Una cosa che Allegri faceva meglio degli altri era l’intervento al 60’ quando metteva Cuadrado, Bernardeschi o Douglas Costa per cambiare la partita. Sceglieva giocatori di gamba, quando gli altri erano stanchi.

Ma ora l’Atalanta, la Fiorentina e tutte le squadre che lavorano d’intensità possono cambiare mezza squadra di movimento. Possono sostituire i 5 uomini di corsa, così la loro resistenza e intensità dura molto di più (e i cambi di Allegri non fanno più la differenza, ndr). Tu vai a giocare contro l’Inter e al 60’ pensi di cambiare tutto inserendo Chiesa, un giocatore di gamba. In realtà l’Inter può cambiare i due esterni, le due mezzale e mettere una seconda punta e neutralizzarti”.