Con la vittoria di ieri nell’euroderby, Beppe Marotta può vantare un record dell’ultimo decennio del calcio italiano: è stato il manager sportivo con più finali di Champions League negli ultimi 10 anni. C’è riuscito ben 3 volte, due con la Juventus e uno con l’Inter. Non è un record assoluto per un direttore italiano ma, considerando che questi risultati sono stati ottenuti nel decennio del declino del nostro calcio, si può dire che il fatto sia straordinario.
Bisogna essere obiettivi e analizzare i fatti per quello che sono anche se stiamo parlando di un dirigente rivale (purtroppo) e noto che molti tifosi juventini sono iper-critici nei suoi confronti solo perché è passato all’Inter. Ma se non fosse stato cacciato… Marotta sarebbe ancora a Torino e, molto probabilmente, non ci saremo mai ritrovati in questo pantano giudiziario.
L’importanza di Marotta nella gestione di un club
Tre finali di Champions sono fatti che certificano l’importanza e l’esperienza di Marotta per la crescita di un club. Sarà una coincidenza ma da quando è stato cacciato dalla Juventus, il club era una società perfetta ed ha iniziato a perdere colpi. Mi meraviglio delle critiche nei suoi confronti che si focalizzano su qualche acquisto sbagliato, come se i direttori sportivi non facessero sbagli. La realtà è che Marotta da direttore generale dà stabilità e equilibrio all’ambiente, gestisce al meglio lo spogliatoio e gli allenatori, apporta un’organizzazione interna esemplare ed ha un enorme potere politico in seno alle istituzioni sportive.
La rivoluzione all’Inter
Non c’è da meravigliarsi se dal suo passaggio dalla Juve all’Inter, la squadra bianconera sia ogni anno peggiorata (come i conti) nonostante il primo monte ingaggi del campionato, mentre il club milanese sia cresciuto.
All’Inter appena arrivato ha fatto fuori le mele “marce” come Icardi e Naiggolan dando stabilità e forza allo spogliatoio. Purtroppo Spalletti è rimasto a terra nel fuoco amico, ma oramai la sua contesa aperta con la famiglia Icardi stava diventando ingestibile per l’ambiente. Due mosse così valgono più di qualsiasi colpo di mercato. Inoltre con Ausilio ha confezionato operazioni importanti sia in entrata che in uscita.
Nonostante una società piena di debiti e con una proprietà assente e alla deriva è riuscito a portare a Milano uno scudetto (firmato Antonio Conte, voluto da lui) e una finale di Champions (con un altro allenatore voluto da lui) più una Coppa Italia e due Supercoppe.
Tre finali di Champions League in meno di 10 anni, se non è un fatto inconfutabile questo.
La classifica dei manager italiani in Champions League
Ma guardiamo chi sono stati i dirigenti tecnici a partecipare a più finali di Coppa Campioni/Champions League tra gli italiani. Galliani affiancato dal direttore sportivo Braida ne hanno disputate 8, Luciano Moggi e la Triade 4 (vittoria con l’Ajax e sconfitte contro Dortmund, Real Madrid e Milan ai rigori). Allodi 3 con l’Inter di Massimo Moratti e 1 a Belgrado con la Juve contro l’Ajax prima di uscire dal club bianconero. Boniperti 3: Belgrado, Atene e Bruxelles.
– Adriano Galliani-Ariedo Braida 8 finali (Milan – 5 vinte – 3 perse)
– Luciano Moggi 4 finali (4 Juventus – 1 vinta – 3 perse)
– Italo Allodi 3 finali (3 Inter – 1 Juventus – 2 vinte – 2 perse)
– Giampiero Boniperti 3 finali (3 Juventus – 1 vinta – 2 perse)
– Beppe Marotta 3 finali (2 Juventus – 1 Inter)
– Gipo Viani 2 finali (2 Milan – 1 vinta – 1 persa)
– Fabio Paratici 2 finali (2 Juventus – 2 sconfitte)
