Andrea Agnelli

Angelini: “Exor chiude i rubinetti alla Juve, mercato senza fondi”

Si torna all’austerity ma lo avevamo già capito due anni fa con l’ingresso in società dell’ex amministratore delegato Arrivabene che, dopo i due aumenti di capitale da 700 milioni di euro, aveva – per conto della società controllante Exor (la cassaforte degli Agnelli) – il mandato di contenere i costi.

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La cura Arrivabene

La cura Arrivabene aveva iniziato a produrre i suoi effetti sul monte ingaggi (via Ronaldo, Dybala, De Ligt) con una riduzione drastica sulle perdite di esercizio: la prima semestrale quest’anno ha chiuso con un -29,5 milioni di euro (primo semestre 2022/23) rispetto alla perdita di 112,1 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente (112,1 milioni). Un miglioramento di quasi 80 milioni.

Arrivabene si è dovuto dimettere per le note vicende ma Exor ha marcato una linea ancora più rigida con il nuovo a.d. Scanavino e con Francesco Calvo nell’area sport (il manager è un uomo di fiducia proprio di Arrivabene fin dai tempi di Philip Morris).

“Exor ha chiuso i rubinetti”

Veniamo al punto: venerdì pomeriggio, durante la diretta giornaliera sul canale Twitch Juventibus, l’ospite Antonello Angelini ha voluto condividere un aggiornamento interessante:

“ho avuto notizia ieri che in Exor sono proprio arrabbiati per i 700 milioni di euro buttati con l’aumento di capitale. Non vogliono essere legati a una società di calcio che sperpera soldi e finanzia procuratori. Ci sarà un grande ridimensionamento a prescindere se partecipiamo o no alle Coppe Europee”.

Angelini poi fa un riferimento storico calzante: siamo nel 1994 e la Juventus è sotto l’ombrello FIAT e sta perdendo sul campo e fuori dal campo, spendendo miliardi su miliardi prima con Montezemolo e poi con Boniperti (dal 1990 al 1993 vengono fatti grandi acquisti come Roberto Baggio, Gianluca Vialli, Jurgen Koeller, David Platt, Paolo Di Canio, Thomas Hassler, mentre Andy Moeller era stato acquistato a parametro UEFA).

La Juve di Umberto e della triade operò con budget zero

Gli azionisti FIAT non sono contenti e la Juventus passa sotto il controllo della IFIL (la cassaforte di famiglia poi diventata Exor) con al comando Umberto Agnelli (padre di Andrea Agnelli).

La Juventus per Umberto era stata una sorta di risarcimento morale: l’anno prima sarebbe dovuto diventare il Presidente FIAT al posto del fratello Gianni (che voleva quel cambio della guardia) ma i creditori come Mediobanca di Cuccia imposero l’Avvocato e Romiti di nuovo come garanti del nuovo piano di rilancio dell’azienda. Gianni fu molto dispiaciuto e fu una delle sue delusioni più profonde non poter passare l’azienda al fratello che aveva sempre avuto una visione differente, meno industriale e più finanziaria del business anche dell’auto.

Il mandato dato a Umberto era quello di finanziare la Juventus a zero sotto l’ombrello della IFIL. Il Dottore affidò l’ingrato compito a un tifoso granata che era il suo braccio destro e aveva gestito al meglio l’operazione Sestrierre: Antonio Giraudo.

Giraudo scelse Luciano Moggi e Umberto diede la sua benedizione affiancandogli un altro uomo di fiducia: Roberto Bettega.

Moggi era a un passo dalla Roma di Sensi: aveva già acquistato Paolo Sousa e Ciro Ferrara, oltre a Daniel Fonseca. Con un abile colpo di mano dei suoi riuscì a trasferire i primi due alla Juventus.

E’ nata così una delle Juventus più forti di sempre con 5 finali europee (4 in Champions) finanziate a zero. La Juventus con Moggi prima doveva vendere per comprare.

Il primo mercato fu finanziato dalle cessioni dolorose del Mozart del calcio Andy Moeller e Julio Caesar. Nel secondo fu sacrificato purtroppo Roberto Baggio. Nel terzo Vialli e Ravanelli. Poi fu la volta di Vieri.

L’operazione monstre di Moggi fu la cessione per quasi 150 miliardi di Zinedine Zidane. In quella stagione fu venduto anche Inzaghi, ma con quelle due operazioni la Juventus rifondò un ciclo con Buffon, Thuram e Nedved, più Salas.

Si riparte da Giuntoli e dalla Next Gen

Oggi la Juve si ritrova nella stessa situazione ma se due anni fa, non si è avuta la lungimiranza di affidarsi a un vero direttore sportivo (e l’anno scorso Arrivabene è stato a un passo dall’ingaggiare Sartori ma poi le resistenze interne hanno fatto la differenza…), oggi Francesco Calvo ha capito da dove bisogna ripartire: dalla competenza. E’ per questa ragione che vuole ripartire da Cristiano Giuntoli.

La sfida non è affatto facile ma con un direttore sportivo competente le possibilità di farcela aumentano, considerando anche la fucina di campioncini della Next Gen che possono coprire una parte della rosa con investimenti contenuti.

Super Lega o vendita?

Alla luce di questa ennesima conferma, rimaniamo della nostra idea: è possibile che vi sia la vendita di una quota di minoranza della Juventus in attesa di capire se la benedetta Super League partirà mai.

Se la Super Lega vedrà la luce è molto probabile che Exor rimarrà in sella, potendo gestire la Juve senza aumenti di capitale ma, semmai, anche con la possibilità di fare utili.

Nel caso invece il progetto dovesse essere bocciato definitivamente, a quel punto l’ipotesi di una cessione prenderà sempre più corpo, anche per via dei rapporti molto tesi con UEFA, FIFA e FIGC.