Da parte dell’entourage di Cristiano Giuntoli non è mai filtrata una mezza parola di critica a Massimiliano Allegri in questi mesi, nonostante la forte opposizione del tecnico, per nulla nascosta, alla sua candidatura.
Ma il nuovo responsabile dell’area tecnica sembra assumere la filosofia di vita e di lavoro di Mister Zen Phil Jackson ed ha esitato a tendere la mano all’allenatore livornese.
Il direttore vive a Agliana, nel cuore della Toscana, e proprio ad Agliana ha iniziato ad allenare in C2 Massimiliano Allegri, scelto dal direttore sportivo Giovanni Rossi. Ma i due non si sono mai incrociati, molto probabilmente volutamente.
La proprietà della Juventus ha però fatto una scelta molto precisa obbligata dal contratto di Max sottoscritto da Andrea Agnelli 4 anni prima.
Elkann lo ha confermato solo per ragioni economiche. Siamo stati tra i primi a sostenere che – in realtà – il costo dell’esonero di Allegri sarebbe stato determinato dall’ingaggio del nuovo allenatore, perché quello stipendio, in ogni caso, è già a bilancio a prescindere da tutto, a meno che il tecnico non si dimetta.
In realtà, vi avevamo riportato le dichiarazioni di Moggi che eludeva, in tempi non sospetti a un biennale con la possibilità di rinnovo in caso di qualificazione in Champions (2+2). Di fatto Allegri ha ottenuto la qualificazione sul campo e l’ha più volte ribadito proprio per esortare la dirigenza a rispettare la clausola di rinnovo automatico nonostante – formalmente – la Juventus non fosse in Champions per la squalifica di 10 punti.
La Juve avrebbe potuto ricorrere alle vie legali per l’interpretazione della clausola ma ha preferito non gettare il club ancora di più nell’incertezza. Scanavino e Elkann hanno provato a metterersi a un tavolo con il tecnico ma lui ha ribadito a Udine che non avrebbe parlato con nessuno.
Non si sono creati i giusti presupposti.
Ma perché Elkann e Scanavino hanno comunque voluto tenere Max. Negli ultimi giorni spuntano indiscrezioni su quella benedetta clausola che paiono molto logiche e giustificano tutte le scelte fatte fino ad ora, nonostante gli effetti negativi della conferma di Allegri sotto diversi punti di vista.
In estrema sintesi: se la Juventus volesse esonerare Allegri dovrebbe pagargli una penale cash (in un’unica soluzione) di 32 milioni di euro (che al lordo di fatto riguarda le due annualità di cui ha diritto Max con il rinnovo automatico). Nel caso in cui non avesse centrato almeno i primi 4 posti, Allegri avrebbe avuto diritto al pagamento di una sola annualità.
Se fosse vera questa clausola sarebbe un vero contratto capestro imposto a dirigenti e tifosi (non da parte di Allegri), sottoscritto due anni fa per imporre senza se e senza ma il tecnico livornese a testimoniare che l’esonero del 2019 non fosse stato ancora digerito da parte di alcuni dirigenti. Ma ripeto: SE fosse vera quella clausola, non abbiamo conferme dirette ma fonti comunque attendibilli. Mettiamo un “Se” davanti a tutto e usiamo il condizionale.
In questo scenario è chiaro che una penale simile lega le mani ai dirigenti quando devono per forza rinunciare a mancati ricavi per almeno 100 milioni (tra diritti UEFA e incassi da stadio) per la Champions.
A prescindere dalla clausola la società non ha confermato Allegri in maniera convinta (da qui l’ipotesi di Moggi sulla autocandidatura di Max in Arabia) e ha fatto filtrare di avere confermato il tecnico solo per ragioni legate a criteri economici-finanziari.
I dirigenti hanno confidato però su elemento per cercare di limare le divergenze con il tecnico: Cristiano Giuntoli.
In questo contesto all’ex direttore sportivo campione d’Italia è spettato il compito di cercare di essere costruttivo con Max e la telefonata che ha fatto – secondo Tuttosport di stamani – in queste ore va in quella direzione. Le parole sono state spese in termini positivi con la garanzia in futuro di un sostegno al tecnico. Ma vi invitiamo a leggere il quotidiano torinese per avere una visione integrale dell’articolo nel quale si parla anche di altre condizioni che dovrebbero essere imposte all’allenatore (se fossero confermate non so come potrà finire la questione).
Dello stesso tenore le telefonate a Giovanni Manna e Federico Cherubini nelle ultime ore, giudicate molto positive.
Del resto Giuntoli a Napoli non ha mai scelto il tecnico, forse l’unico è stato Maurizio Sarri nel 2013, entrambi arrivarono nello stesso momento.
Ha sempre gestito gli allenatori scelti dal Presidente Aurelio De Laurentiis e i rapporti sono sempre stati costruttivi con gli allenatore anche se il rapporto idilliaco lo si è raggiunto con Luciano Spalletti.
L’unico allenatore che lo ha messo in difficoltà è stato Carlo Ancelotti che ha preteso di avere delega sul mercato (non a caso in quelle stagioni il Napoli spese molto con una resa molto relativa dai vari Lozano, Fabian Ruiz e altri bidonazzi).
I rapporti sembrano non essere stati sempre idilliaci, però anche Carletto ha sempre parlato bene del direttore sportivo toscano, come nel 2019:
“Giuntoli è incredibile, forse folle per la preparazione che ha. Pensate che a me al Bayern è mancato il dirigente di mezzo, il filtro. Lì il rapporto era diretto col presidente. Al Napoli, Giuntoli non si fa mai mancare: ha una preparazione a prova di quiz, sa tutto di tutti. Un giorno per metterlo alla prova gli chiesi di un centrocampista turco di terza serie, un perfetto sconosciuto, nessuno aveva idea di chi fosse. Giuntoli non perde un secondo e… beh, mi spiegò anche quante volte andava in bagno. Incredibile” e Ancelotti secondo l’aneddoto chiude ridendo.
Il rapporto tra i due non è finito proprio bene, con l’ammutinamento di mezza squadra a Ancelotti e la chiamata di Gattuso da parte di Giuntoli, con il sospetto di De Laurentiis che anche il direttore sportivo non abbia fatto nulla per evitare lo strappo tra i due Ancelotti e la squadra. Altri tempi, altra piazza, altra storia.

