Max Allegri

Luciano Moggi: “Allegri? Io avrei fatto il ribaltone, situazione abnorme”

Luciano Moggi scatenato su Juventibus. Dopo aver letto la prima parte dell’analisi sui calciatori del presente e del futuro (vedi Lukaku) Big Luciano ha detto la sua anche su Cristiano Giuntoli e Max Allegri.

Prendete le patatine e godetevi qualche minuto con le opinioni di uno dei manager più brillanti della storia juventina.

Moggi: “Giuntoli l’uomo giusto”

Giuntoli può gestire lo spogliatoio da quando è andato via Nedved?

“La mia opinione è che fin quando c’era Nedved c’era un po’ di casotto, Nedved non so cosa stesse facendo… Forse non faceva quel lavoro. Giuntoli è l’uomo adatto che deve stare con l’allenatore, perché nello spogliatoio esiste l’allenatore ed ha di fronte 25/30 giocatori, deve essere credibile e ha maggiori possibilità di essere credibile se ha la società alle spalle”.

Big Luciano promuove l’ex dirigente partenopeo: “Giuntoli è l’uomo adatto a fare questo lavoro. Oramai le società di calcio non sono società sportive ma sono aziende vere e proprie, e l’azienda viene tutelata da un dirigente che sta alle spalle dell’allenatore, sa amministrare il personale (i giocatori, ndr) e sa vendere e comprare. E Giuntoli deve essere un decisionista diversamente da quello che era a Napoli, là era forzato ad aspettare il permesso di De Laurentiis, a Torino la proprietà non c’è, non è in prima linea, se aspetti una risposta non la otterrai, devi prendere tu le decisioni. La proprietà fa i conti con te a fine stagione: se hai sbagliato ti critica, se hai fatto bene non ti dice nulla”.

Moggi poi si scatena sul tema Allegri. Sappiamo la stima dell’ex dg juventino per Max (in molti sostengono che sia stato decisivo anche il suo intervento con Agnelli per l’Allegri bis). Luciano fa un ragionamento semplice: “Francesco Calvo litiga a Udine con Massimiliano Allegri, qualche giorno dopo esce Scanavino: “mai stato in discussione Allegri”. Una bugia colossale. Se Max Allegri in quel momento diceva arrivederci e grazie, i dirigenti della Juve ringraziavano Dio. Bugie, bugie”

Zampini lo pizzica: “Tu Luciano non le dicevi mai le bugie…”

La risposta lapidaria: “Io dicevo le bugie che contavano”. Moggi in fatto di bugie era il numero uno. Ma sono sinceramente convinto che i dirigenti più bravi sono quelli che negano anche l’evidenza.

Moggi: “la Juve potrebbe giocare meglio, a Empoli grave errore”

Moggi poi parla del tema scottante di questi mesi: “l’anti-allegrismo c’è in tutti i tifosi della Juventus, perché vorrebbero vincere sempre, si può anche perdere qualche volta, però si potrebbe giocare meglio e su questo aspetto hanno ragione. Purtroppo una squadra che gioca di rimessa aspetta le mossa della squadra avversaria e se la squadra avversaria non fa mosse, la partita diventa noiosa”.

Però se guardiamo la classifica, senza i 10 punti di penalizzazione, sarebbe stata terza davanti a Inter e Milan. Nulla da dire da questo punto di vista. Io contesto a Allegri quanto successo a Empoli. Se un allenatore parla così come ha parlato con la stampa, alla squadra dagli alibi e si affloscia. Lui doveva parlare chiaro ai giocatori: “se vinciamo stasera e battiamo il Milan siamo in Champions”. I giocatori avrebbero dovuto mangiare l’erba. Io su questo aspetto lo contesto: non è da allenatore vero e da uomo fare discorsi del genere, piangere sul latte versato”.

La Juve ha vinto 5 titoli con lui e non bisogna screditare tanto Max Allegri per questo motivo. Unico problema è che la gente non si diverte allo stadio, perché aspetta gli avversari e non attacca”.

Moggi: “Allegri? Si andava fatto il ribaltone”

Massimo Zampini lo pizzica di nuovo e lo mette in difficoltà e questa volta Moggi non può andare in dribbling ma dire quel che pensa:

Se potessi scegliere, senza vincoli di contratto, cambieresti allenatore?

Moggi ammette: “Posso esimermi dal rispondere? Io non sono dirigente della juve…”.

Il conduttore e fondatore di Juventibus insiste: La Juve ha bisogno di una scossa, di propositività e di scaldare il proprio pubblico secondo te?
Moggi:

“Si è vero, bisognava avere il coraggio di ribaltare la situazione, è una situazione abnorme nella quale la squadra fa bene ma non benissimo. Se volevi una squadra più completa con riferimenti più precisi ed essere competitiva per lo scudetto… dovevi farlo”.

“Cedere Ronaldo è costato uno scudetto”

Moggi poi pensa anche all’errore commesso due stagioni fa quando è stato ceduto Cristiano Ronaldo, guarda caso quando è arrivato Allegri.

“Nell’anno nel quale potevamo riaprire il discorso scudetto con l’Inter ma abbiamo perso 1-0 a Torino, secondo me è stato commesso un errore grave nei primi mesi: non aver tenuto un giocatore come Ronaldo. Sia chiaro: io ho contestato il suo ingaggio ma una volta che ce l’hai… Cederlo in quel campionato è stato un errore, bastava un giocatore che faceva un goal a partita, perché la Juve non subiva, ma non aveva attaccanti, errore grave dei dirigenti, poteva vincere lo scudetto in quella stagione”.

Mister Gatta: chi potrebbe essere il Marcello Lippi del 2023?

“A questa domanda non posso rispondere perché non sono un dirigente della Juve. Per avere l’ allenatore giusto bisogna conoscere le caratteristiche che ci sono nello spogliatoio dei giocatori. La maggior parte delle squadre sceglie l’allenatore a scatola chiusa e commette questo errore. L’allenatore va scelto in base alle caratteristiche della squadra”.

Ma Allegri può cambiare quest’anno?

“Come gioco non può cambiare. Chiesa è un giocatore che va benissimo all’allenatore perché adatto al gioco di contropiede, anche Rabiot è bravo nelle ripartenze, sono utili per le ripartenze ma non per fare gioco come vogliono i tifosi.
Io tenterei una mossa: Chiesa come seconda punta, ma prima dovrei costruire un centrocampo adatto sia a lui che a Vlahovic”.


Moggi l’ha ripetuto all’infinito: alla Juve servirebbe un cervello fino alla Pirlo capace di servire Vlahovic e Chiesa in profondità. Invece Allegri si affida a Rabiot che porta palla per 40 metri e così gli attaccanti perdono i tempi di gioco e si ritrovano con tre avversari addosso.

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