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Juventus: nel futuro è possibile un’operazione simile a “Gheddafi-Lafico” con un fondo arabo, la fiducia delle banche

La smentita di Exor sulle voci di una potenziale cessione della Juventus è stata sottovalutata da parecchie persone, ma essendo una società quotata in borsa va presa molto seriamente, perché se avvenisse il contrario in un arco di tempo ristretto, i vertici di Exor rischierebbero parecchio in termini di legge, visto che si tratterebbe di una palese manipolazione delle informazioni e del mercato.

In realtà, Exor ha dichiarato il vero, nessuna banca d’affari (lo conferma stamani anche Tuttosport) di livello mondiale è stata incaricata di fare da advisor ad una eventuale cessione.

Juventus-vendita: i sauditi alla finestra

La tentazione di cedere la Juventus – ve lo abbiamo raccontato nei mesi scorsi – da parte di Elkann e dei suoi collaboratori c’è stata nel momento della tempesta (vi spiegheremo il perché in un altro articolo), si è trattata di una riflessione che ha visto coinvolto anche il Presidente Ferrero. Nell’occasione, il fondo saudita Tharawat è stato alla finestra mostrando interesse a una eventuale trattativa (la voce circolava a Torino con insistenza). Il titolare, il principe Turki Bin Salman è tifoso della Juventus, ha aperto uno Juventus Store in Arabia ed è legato da amicizia duratura con Lapo e con tutti gli Elkann.

La notizia di un ragionamento su questo scenario (riflessione su potenziale vendita) era stato confermato anche da Reuters.

La nuova politica di sostenibilità economica

La Juve però con l’arrivo di Giuntoli ha voluto dare un segnale forte di voler camminare con le proprie gambe e di voler spingere su una linea programmatica che mette al centro della nuova politica di Exor lo scouting e la valorizzazione dei giovani, ma anche una politica che vedrà il club auto-finanziarsi attraverso i proventi UEFA della Super Champions League che partirà il prossimo anno (da qui il compromesso Agnelli-Elkann sulla conferma di Allegri per cercare con un tecnico di esperienza la qualificazione alla massima competizione Europea). Nel frattempo la sentenza della Super lega (a novembre?) potrebbe cambiare le carte in tavola, ma la Juventus ha voluto dare un segnale forte anche alle Banche creditrici che stanno finanziando il progetto e a tutto il mercato del credito, oltre che della UEFA.

L’esigenza non è solo quella di tagliare i costi (ammortamenti derivanti dagli acquisti onerosi dei giocatori e i loro ingaggi) ma soprattutto di aumentare i ricavi. E su questo punto proprio un nuovo partner potrebbe fare la differenza (si parla con insistenza di una liena aerea di uno Stato arabo come main sponsor, visto che Jeep è in scadenza). Perché dico questo?

Il nuovo fair play finanziario UEFA

Perché i criteri del nuovo fair play finanziario UEFA vincolano tutti i club ad avere i costi del personale (ingaggi più ammortamenti) che devono al massimo coprire il 90% dei ricavi. In futuro questa percentuale scenderà al 70%. Se non si rispettano questi parametri non ci si potrà iscrivere alla Champions. Questo aspetto preoccupa molto perché prescinde da qualsiasi aumento di capitale e favorisce in modo sfacciato i club di Premier League oltre che ai club qatarioti e arabi che possono contare su sponsorship vicine alla sfera di influenza dei loro governi.

La linea del risanamento nell’ultimo mercato è stata – sempre secondo Tuttosport – apprezzata anche dagli istituti di credito, dalle banche. E’ stata confermata da Ferrero-Scanavino-Calvo la volontà di risanare in maniera intelligente i conti con un mercato – di fatto – solo in uscita. Ed è con la linea di credito molto profonda che la Juventus può vantare con le Banche la restituzione del bond (in scadenza nei primi mesi del 2024) da 170 milioni di euro.

Oggi verrà approvato il bilancio dal Consiglio di Amministrazione (la seduta non è banale, l’anno scorso il CdA si dovette dimettere con Agnelli proprio perché il bilancio non fu approvato), il primo sotto la gestione del Presidente Ferrero (che è anche il commercialista di tutta la famiglia e il gruppo) che si è mosso in maniera scrupolosa in questi mesi.
E’ probabile che verrà ratificata la perdita d’esercizio superiore ai 115 milioni di euro che verrà assorbita dal capitale sociale. Capitale sociale che avrà bisogno di una iniezione di moneta sonante nel 2025, visto che il prossimo bilancio d’esercizio avrà una perdita – molto probabilmente – superiore a quello appena chiuso il 30 giugno 2023 per via della mancata partecipazione alla Champions.

Juventus: l’ipotesi dell’ingresso di un nuovo socio

Di fatto nel 2025 l’ingresso di un nuovo socio (ipotesi molto credibile) o aumento di capitale dei soci, sarà un’alternativa concreta.

Sull’ingresso di un nuovo socio mi aspetto novità nel 2024: Exor detiene oltre il 63% delle quote ma con il Premio di maggioranza può arrivare a governare la società con il 46,7%, può quindi entrare un nuovo socio a prescindere dal delisting, con una quota del 16,3%.

Nuovo socio straniero (più arabo che americano) che potrebbe portarsi in dote anche degli sponsor. Pensiamo ai sauditi per esempio. Potrebbe essere ripetuta la stessa operazione di quando Gheddafi e la Lafico (la loro finanziaria prima della rivoluzione in Libia) finanziavano la Juventus di Umberto Agnelli e dell’IFIL, non solo come soci ma anche con degli sponsor (Tamoil).

Mi direte voi: ma Exor è pronta ad affrontare una tempesta mediatica ed attacchi di ogni tipo per accogliere gli arabi nella Juventus? Io dico di si perché lo racconta la storia della famiglia. Negli anni ’70-’80 Gianni Agnelli salvò la FIAT (grazie anche ai buoni uffici di Andreotti con il mondo arabo) con i soldi di Gheddafi (socio di minoranza) che era considerato il nemico numero uno del mondo occidentale e degli USA (addirittura il Presidente Ronald Regan fece bombardare la residenza del rais). Non penso che la Famiglia Agnelli si faccia intimidire da qualche sterile attacco dei soliti moralisti dell’ultima ora che giudicano solo in base ai loro interessi.

Il fair play finanziario obbliga la Juve a aprirsi a nuovi partner potenti

Considerando le regole del Fair Play finanziario della UEFA, l’unico modo per la Juventus per poter avere un minimo le mani libere sul mercato sarebbe quella di avere un nuovo partner arabo che porti in dote soldi e sponsor. L’alternativa è un fondo americano, ma abbiamo notato che difficilmente i finanzieri e investitori made in USA sono propensi a finanziare senza mettere bocca nella gestione. Difficilmente possono fare il ruolo di comprimari, mentre gli obiettivi degli arabi non è fare business con lo sport ma sono altri i target.

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