Mark Van Bommel

Juve, che confusione! Chi fa il mercato? Si sta cercando un altro metronomo, perché i tre mediani non funzionano!

Chi ci segue da tempo lo sa: sosteniamo che alla Juve serva un regista. Sabato scorso, a Reggio Emilia, Dionisi ha voluto infierire, facendo marcare a uomo Locatelli per 96 minuti. In questo modo ha costretto Bremer, Gatti e Danilo a assumersi l’ingrato ruolo di dover fare i registi arretrati per far uscire la palla da dietro. E’ chiaro che Dionisi ha visto mille volte il goal del 2-1 di Luis Alberto della Lazio di sette giorni prima ed ha preparato la partita proprio su questo aspetto. Si parla tanto di errori casuali ma ne siamo così sicuri? La Juve non aveva un piano B, questo è l’aspetto che fa più rabbia.

Sappiamo che è uno dei limiti maggiori della difesa della Juventus quello di giocare la palla. Nessuno dei tre difensori può fare il regista arretrato. Ma non è un caso, è frutto di scelte sbagliatissime anche sul mercato in questi anni.

Non ci vogliamo aggrappare alle qualità di Bonucci, visto che Leo non è più quello di un tempo. Non meritava di essere messo fuori rosa (e da un punto di vista legale la Juve rischia perché non c’è alcuna contestazione formale disciplinare al giocatore) ma era legittimo metterlo sul mercato.

Non voglio aggrapparmi a Bonucci. Ma alle altre scelte. Per esempio di Zakaria (che ha sempre fatto quel ruolo). Inoltre di non aver mai voluto cercare sul mercato, negli ultimi 3 anni, un vero regista è vero. Non voglio puntare il dito su Arthur perché ha dimostrato di essere troppo discontinuo anche se con Pirlo giocò un messe titolare da favola prima di infortunarsi per un intervento killer di un atalantino.

Però serve un regista arretrato. Forse l’unico che potrebbe aiutare (in un 4-2-3-1) Locatelli è Nicolò Fagioli. In questo modo quando l’ex Sassuolo viene marcato, Fagiolino arretra e si va a prendere la palla dalla difesa. La squadra avversaria così è costretta a levare la marcatura (inutile) su Locatelli.

Ma non siamo costretti per forza a giocare la palla da dietro se non abbiamo gli uomini adatti, a quel punto meglio il lancio lungo seppur rientra nel bagaglio e nei radar del concetto del calcio degli anni 70, ma è l’unica soluzione.

Io condivido il pensiero di De Zerbi e della maggior parte dei tecnici: giocare la palla da dietro alla lunga paga, ma se non hai gli uomini adatti? Fai un favore ai tuoi avversari.

Nella grande Juve, quando marcavano ossessivamente Pirlo, avevamo due opzioni: facevamo impostare Bonucci oppure lanciavamo lungo sulla linea del fallo laterale sinistro verso Mandzukic (nel 4-2-3-1) o verso Pogba (quando c’era il francese). Oggi non abbiamo neanche un piano B che andrebbe preparato al più presto.

Come detto, la soluzione potrebbe essere quella di affiancare a Locatelli, Fagioli. Nella scorsa stagione il cremonese diede ossigeno al Loca da metà stagione in poi, non vedo perché non possa giocare titolare in questa Juventus.

Il problema è uno: per il mercato di gennaio sento girare solo i nomi di medianacci tutto muscoli e nessuno con piede e cervello da regista.

L’ultimo nome è quello del danese 28enne del Tottenham  Emil Hojbjerg sondato qualche settimana fa che ho visto giocare ieri nel derby del Nord di Londra contro l’Arsenal. Si tratta di un centrocampista centrale molto potente e abile di testa: alto 185 centimetri. Una vera bestia. Ma la Juve ha bisogno di un giocatore così?

E’ evidente la richiesta dell’allenatore a Giuntoli. Lo stesso direttore tecnico si è mosso per il talentuoso Hadib Diarra, 20 anni, anche lui con le stesse caratteristiche di Hojbjerg. A questo punto è chiaro che si vuol sbattere la testa contro il muro e continuare con questa visione di Allegri di privilegiare i Van Bommel per i Pirlo.

I tre mediani Locatelli-Rabiot-Miretti nel 5-3-2 non riescono a incidere. Non c’è lo Zidane di turno o un difensore capace a impostare.

Ma con questa filosofia di andare su giocatori solo muscolari riusciremo mai a fare il salto di qualità? Io ho i miei dubbi.

I tre mediani alla Juventus non hanno mai funzionato se non quando c’erano certe condizioni. Conte (o Di Livio) – Deschamps – Davids oltre ad avere tutti e tre tecnica da vendere, supportavano un certo Zinedine Zidane e anche in difesa avevamo un regista arretrato (Montero).  In questo modo la Juve era solida ma aveva tanta qualità. Deschamps era il regista arretrato (e il capitano) della Francia Campione del Mondo e d’Europa.

Furino – Tardelli – Benetti della Juventus dei record del 1976-77 erano funzionali alle giocate sulla fascia di un fantasista come il Barone Franco Causio, ma soprattutto dietro c’era un signor libero che amava impostare come Gaetano Scirea. Erano inoltre altri tempi, il calcio veniva giocato a una velocità differente. Dagli anni ’70 ad oggi sono passati più di 50 anni e c’è stata un’evoluzione.

La Juve dei Blanc-Secco-Cobolli Gigli iniziò a imbarcare acqua quando mollò il regista Xabi Alonso (già preso) per il mediano Christian Poulsen e lo inserì in un centrocampo di muscolari. Fu l’inizio della fine ma il colpo finale è quando si decise di andare su Felipe Melo. Da un bidone a un altro con la squadra che non aveva un faro in mezzo al campo. La stessa Juve di Allegri si ritrova con l’identico problema.

Alla Juve manca proprio uno Xabi Alonso ma nessuno alla Continassa sembra così sensibile nel cercare quel tipo di profilo. Del resto da quelle parti piacciono i Van Bommel.

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