Il piano di Luciano Spalletti per Matias Soulé

Stamani Tuttosport conferma i rumors delle ultime settimane: gli osservatori della Nazionale stanno seguendo da vicino Matias Soulé che, nel Frosinone sta conquistando tutti, dopo essere stato schierato nel suo ruolo naturale che gli consente di rientrare sul piede sinistro e accentrarsi per creare superiorità numerica.

Aumentano i rimpianti anche in chiave juventina visto che non abbiamo quel giocatore che ha la capacità potenziale di saltare l’uomo e creare superiorità numerica in dribbling. Ci sarebbero Chiesa e Iling che però non vengo – anche loro – schierati nelle zone del campo a loro più congeniali.

L’anno scorso avevamo visto il talento argentino a sprazzi, visto che Allegri gli ha fatto assaggiare la prima squadra ma sempre non nel suo ruolo naturale: esterno a tutta fascia (vedi Cremona) e sotto punta a marcare il regista avversario (su Brozovic in Inter-Juventus).

Da esterno destro nel 4-3-3 o 4-2-3-1 l’argentino sta facendo vedere le sue qualità nella città laziale. Sto guardando diverse partite del Frosinone, perché sia Matias che Barrenechea li seguo fin da quando sono arrivati (quasi) assieme alla Juventus. Fin dall’Under 19 ed è bello vedere questa evoluzione dei due argentini.

Per me Soulé è una perla che va tutelata perché sono in pochi, nel calcio di oggi, a osare il dribbling per saltare il proprio avversario sulla fascia. Soprattutto in Italia dove la tattica oramai sta uccidendo il talento a tutti i livelli.

C’è ancora chi sostiene che Soulé in Serie C non faceva la differenza: prima dire una cosa del genere, è la dimostrazione di non conoscere quel calcio e quella categoria. Ho seguito la Serie C per 15 anni a livello professionale, parallelamente alla Serie A e tutti i ragazzi che scendevano in prestito riscontravano problemi di ambientamento notevole.

In Serie C l’unica cosa che conta è essere pronti dal punto di vista fisico e tattico, per il resto, negli anni 2000, volano solo scarpate, è difficile per un talento riuscire a emergere in quei campi (Kaio Jorge ci ha rimesso quasi la carriera). Giocatori giovanissimi a cui non davo una lira perché venivano da stagioni anonime in Serie C, appena passavano in B o in A esplodevano. Quando salivano in categorie più tecniche emergeva il loro talento.


Lo stess film è avvenuto per Iling Junior: anonimo e apatico con la Next Gen, pronto a fare la differenza in Champions al Da Luz o contro l’Atalanta.

Nel caso di Soulé e di molti nostri giocatori dell’Under 23 c’è poi il solito problema, giocano sotto età: la Juventus giustamente li manda in Serie C a maturare quando dovrebbero ancora giocare in Primavera. Per loro il salto è traumatico e non sempre riescono a sentirsi confident in campo.

Ma è quel passaggio salutare che li prepara fisicamente e mentalmente per la prima squadra. Attraverso la sofferenza un giovane può maturare o bruciarsi. Questo è lo snodo.

Non so fino a che punto sia utile la seconda squadra in Serie C: dal punto di vista tecnico è un martirio però i ragazzi vengono preparati bene a reggere l’urto fisico e mentale del calcio professionistico.

Mi verrebbe da dire che la Juventus dovrebbe dare in prestito anche Iling Junior visto che in bianconero non trova sbocchi nel 3-5-2 (o 5-3-2) né come quinto di sinistra (visto che deve fare anche la fase di non possesso in maniera maniacale in una squadra che ha la tendenza ad abbassarsi troppo) sia come mezz’ala di sinistra (ruolo che non si addice per nulla all’inglese).

Questo è un modulo che non è adatto ai nostri talenti ma anche a molti membri della squadra (vedi Chiesa).

Soliti problemi di giocatori fuori ruolo. I giovani però come Soulé e Iling rischiano di bruciarsi nei loro anni migliori. Un patrimonio tecnico che rischia di svalutarsi.

Per fortuna Giuntoli e Manna hanno pescato il jolly nel Frosinone grazie all’amico Angelozzi (il direttore sportivo molto sensibile al talento) e a un tecnico come Eusebio Di Francesco che, per gli attaccanti, è particolarmente indicato.

Soulé sta facendo vedere cose interessanti, a tal punto da aver conquistato l’attenzione di Luciano Spalletti.

Il piano della Federazione è quello di convincere il ragazzo a sposare la causa azzurra (visto che la madre ha dei parenti italiani) e di mollare il sogno dell’Argentina. Il Ct campione del Mondo Scaloni l’ha convocato due volte ma non l’ha fatto mai giocare. Continua a puntare sui vecchi mostri come Di Maria, Messi e Dybala. Tre alieni dal punto di vista tecnico. Soulé è disposto ad aspettare il suo turno con l’albiceleste?

Nel frattempo ha conquistato Luciano Spalletti dopo 4 partite giocate nel suo ruolo naturale. C’è da meditare su questo aspetto.

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