Francesco Calvo

Le rivelazioni di Calvo a Roma: le condizioni per evitare la vendita della Juventus da parte degli Agnelli

Emergono parecchi spunti interessanti sul futuro del club zebrato nell’incontro che c’è stato – pochi giorni fa – da parte dei vertici bianconeri (rappresentati dal Presidente Gianluca Ferrero, dal Direttore generale Francesco Calvo e dal Direttore tecnico Cristiano Giuntoli) con i membri della Juventus Club Parlamento. Oggi inizieremo da una delle prime chicche che vi andremo a raccontare.

Con l’incontro con senatori e deputati sono emersi retroscena significativi sul presente e sul futuro del club torinese. A raccontarlo è stato Andrea Sarubbi, giornalista e politico di Roma, al canale Twitch-Youtube Juventibus.

Venerdì sera è stato ufficializzato l’aumento di capitale sociale da parte del C.d.A. per conto degli azionisti. Altri 200 milioni e dal 2019 siamo arrivati a 900 milioni di euro investiti nella Juve. Ieri nel derby di Torino invece era presente John Elkann con tutta la sua famiglia (vedi screenshot con la moglie ma erano presenti anche tutti i figli) e con lui anche Alessandro Nasi. Il numero uno di Exor sembrava un po’ perplesso, nonostante il risultato favorevole di 2-0.

Nello screenshot in alto, durante la partita contro il Toro, Allegra Caracciolo Agnelli (grandissima tifosa e mamma di Andrea Agnelli), nella fila centrale John Elkann e sua moglie Lavinia Borromeo (accanto a loro i figli che abbiamo tagliato), di sotto il Presidente Gianluca Ferrero.

Ma torniamo all’incontro di Roma, in particolare Sarubbi ha chiesto a Francesco Calvo lumi su una potenziale vendita. Il manager bianconero ha affermato – secondo la versione del giornalista – che le condizioni sono di sostenibilità del sistema. Se il sistema è sostenibile, la Juve potrà rimanere nella sfera degli Agnelli. Nel caso in cui la gestione della Juventus non dovesse essere più sostenibile, a quel punto la Famiglia, tenendo conto dell’estrema concorrenza, non riuscirebbe più a mantenere il club competitivo e quindi sarebbe meglio vendere anche dal loro punto di vista.

Bisogna capire se Calvo intendesse la sostenibilità del sistema con regole certe oppure la sostenibilità della gestione della Juventus in senso stretto. E’ possibile entrambe le cose (che sono collegate).

Sul primo aspetto, Exor (e quindi la Famiglia Agnelli guidata da John Elkann) hanno ovviamente una percezione molto chiara. Sia Andrea Agnelli (con la Superlega) che il cugino John Elkann hanno sempre auspicato un cambio del sistema attuale, governato da poche regole incerte, il fair play finanziario della Uefa favorisce solo la Premier League e i fondi del Golfo Persico. Quindi se non cambieranno le cose, difficilmente anche una famiglia potente come quella degli Agnelli potrà permettersi un club come la Juventus (e in questo scenario sono già in agguato alcuni fondi sauditi).

Nella foto in alto Alessandro Nasi in tribuna centrale, ad una fila dal cugino John Elkann. Nasi è dato come futuro amministratore delegato o Presidente della Juventus.

E’ vero che Exor ha incassato profitti, nei primi sei mesi del 2023, per €2 miliardi, ma il gruppo non può continuare a spendere nel calcio in questo modo sia per motivi politici (in particolare nei rapporti con il governo francese per Stellantis ma anche con quello italiano), sia per una questione di rapporti con gli azionisti. La Giovanni Agnelli BV detiene il 52% di Exor e non la totalità. La stessa Exor detiene il 64% della Juventus ed ha già coperto aumenti di capitale per 576 milioni circa (dal 2019 al 2023) se contiamo anche la sottoscrizione dell’ultima operazione.

Quindi è importante analizzare il secondo tema: la sostenibilità della gestione del club.

Naturalmente il “sistema calcio” è importante (la Serie A è un sistema perdente) e condiziona la gestione di un club, le regole idem, ma se la prima Juventus di Agnelli-Marotta-Mazzia è riuscita due volte a centrare la finale di Champions e chiudere i bilanci in positivo, negli ultimi 5 anni (con l’allontanamento dei due amministratori delegati storici) il club guidato da Agnelli ha buttato nel cestino centinaia di milioni (in parte anche per via del Covid 19). Per questa ragione, nonostante l’aumento di capitale da 200 milioni che servirà per coprire la perdita del prossimo bilancio (quello del 2023/24 senza coppe), il riallineamento dei conti è fondamentale. E alla Juventus certi ingaggi non sono in linea con il valore dei calciatori che lo percepiscono.

Il rinnovo di Alex Sandro (è stato portato a giocare 38 presenze!) grida ancora vendetta a 7.5 milioni di euro netti, circa 15 milioni. Idem altre operazioni folli. Ora con la cura Giuntoli-Calvo-Scanavino-Ferrero, l’obiettivo è di ridimensionare l’entità del costo del personale ma si tratta di un percorso lungo.

Questa una delle condizioni essenziali per vedere ancora gli Agnelli alla guida: sostenibilità dei conti.

Il progetto Under 23 e dei giovani sta andando a gonfie vele, ma la Juve ha grandissima difficoltà in prima squadra a valorizzarli. E quindi il rischio è quello di vanificare questi importanti investimenti. C’è chi sostiene che dovrebbe esserci uno staff tecnico che, attraverso l’organizzazione e un gioco più propositivo (soprattutto in Champions) potrebbe mettere in vetrina (teoria giuntoliana) i suoi gioielli.

Oggi siamo lontani anni luce da quella condizione. La Juve sta realmente valorizzando i suoi giovani?

Prendiamo Miretti: 6 volte titolare (spesso fuori ruolo) e 3 volte sostituito al 45’. Iling? Non pervenuto. Fagioli? In panchina. Soulé è dovuto emigrare a Frosinone.

Qualificarsi in Champions sarà fondamentale visto che la nuova competizione garantirà ancora più fondi, ma è molto probabile che la Famiglia aspetti da una parte l’esito della causa presso la Corte di Giustizia europea e sull’altro fronte sarà fondamentale vedere i frutti del lavoro di Giuntoli sullo scouting e sulla prima squadra, ma ci vorrà molto tempo.

Le parole di Calvo – riportate da Sarrubi – ci hanno però fatto capire che queste sono le condizioni per evitare una vendita futura in maniera molto esplicita. Non sarà una passeggiata e alcuni fondi hanno già sondato il terreno.

Io rimango dell’idea che questa Proprietà, prima o poi, sarà affiancata da un socio investitore (con circa il 18% delle azioni in mano a prescindere dall’operazione di delisting) straniero.

2 pensieri su “Le rivelazioni di Calvo a Roma: le condizioni per evitare la vendita della Juventus da parte degli Agnelli

  1. parliamoci chiaramente, Alegri fa giocare Miretti più di tutti solo perchè ha lo stesso procuratore (BRANCHINI), NONOSTANTE LE SUE PESSIME PERFORMANCE IN CAMPO…gli altri o sono sacrificati come Fagioli o spariti come Illing, Soulè gioca e bene , ma meglio stia lontano da Allegri…la sostenibilità dipende dai risultati e, dopo le figure di m… della scorsa Champion come minimo l’allenatore andava cacciaato, con lui saranno solo sconfitte…

    "Mi piace"

Lascia un commento