Giuntoli Calvo palestra

La rivoluzione silenziosa di Giuntoli. Il perché del’addio a Tognozzi, le sorprese da Napoli

La notizia della settimana è naturalmente l’addio di Matteo Tognozzi. L’ultimo update sulla vicenda è che il neo dirigente del Granada sarà sostituito solo a fine stagione e il significato di questa decisione è interessante e ve lo spiegheremo a breve.

Siamo stati tra i primi a riportarvi venerdì mattina – sulla nostra fanpage – dell’addio di Matteo Tognozzi, capo scout della Juventus, il padre degli ingaggi dei giovanissimi Soulé, Barrenechea, Yildiz, Iling Junior, Hujisen, Nonge Boende e molti altri che presto vedremo esplodere dall’Under 19, 18 e 17. E’ stato anche il mediatore chiave che ha convinto Vlahovic di passare dalla Fiorentina alla Juventus. Per me nello scouting è un ragazzo di enorme talento, quando sento parlare di Tognozzi ho la stessa sensazione di quando vidi per la prima volta la Sampdoria Primavera e scoprì che c’era lo zampino di un certo Fabio Paratici.

Chi prova a svalutare queste operazioni o è in malafede (soprattutto con i paraocchi) o non conosce neanche per sbaglio il mondo del calcio di oggi. Ai soliti commenti intelligenti della nostra community, ho letto post extra veramente deliranti su Facebook, da fantacalcio. A volte si ragiona solo per partito preso.

Ci sono quei fenomeni con i paraocchi che se qualcuno osa lasciare la Juve allora il suo lavoro deve essere denigrato senza alcuna ragione, Non è proprio un approccio maturo e obiettivo. Tognozzi ha avuto un’opportunità migliore (fare il direttore sportivo) quando il club bianconero non gli offriva di fare carriera.

La perdita di Tognozzi è pesante ma, come saggiamente ha scritto qualcuno, la Juve rimane e ce ne faremo una ragione. L’importante è sostituirlo degnamente.

Perché Tognozzi ha deciso di lasciare la Juve

Perché Tognozzi molla? Prima di tutto sono stati cambiati i suoi referenti. Voluto dall’ex capo scout Ribalta alla Juve dopo che è stato capo osservatori dello Zenit e del Bayer Leverkusen poco più che ventenne, Paratici l’ha promosso capo scout.

In questi anni l’hanno corteggiato diversi club, in particolare West Ham (come uomo mercato) e Real Madrid (capo scout). E’ rimasto fedele alla causa bianconera ma il suo contratto era in scadenza nel 2024 e non c’erano segnali che lo inducevano all’ottimismo.

E’ arrivata l’occasione di diventare il direttore sportivo di una squadra della Liga (il Granada), un’occasione troppo ghiotta per Tognozzi, in bocca al lupo!

Le mosse pre-Giuntoli e i dirigenti in scadenza

In estate, è stato promosso Manna come direttore sportivo e Chiellini come responsabile dell’area Next Gen prima dell’arrivo di Giuntoli. Tognozzi non ha visto neanche rinnovare il suo contratto e non ha più avuto certezze, insieme a Cherubini, Manna (il suo rinnovo tanto sbandierato è un vero mistero), Scaglia, Chiellini e Braghin.

Il fatto che Giuntoli e Calvo non si stiano preoccupando di rinnovarli, la dice lunga su molte cose.

Sappiamo che fanno parte dell’area agneliana-allegriana proprio Cherubini, Manna e Chiellini. Tognozzi naturalmente era legato alla vecchia dirigenza anche se lui era in buoni rapporti con tutti, anche con Giuntoli visto la vecchia amicizia del padre con Spalletti. Proprio Big Luciano l’aveva voluto allo Zenit in Russia.

Giuntoli: il rapporto con Allegri

I risultati (nello sport fanno miracoli) potrebbero cementare l’asse Giuntoli-Allegri alla Juve e portare a una conferma di Manna e Chiellini ma è ancora troppo presto per dirlo. L’obiettivo del d.t. è ricostruire il suo gruppo di lavoro, però è evidente che tra lui e l’allenatore c’è armonia, lo si capisce da come la Juve si sia trasformata in campo e fuori, a prescindere dal gioco, sembra un gruppo coeso e più disciplinato. Sono convinto – almeno a giudicare dall’esterno – che Giuntoli stia proteggendo realmente Allegri, cosa che ha sempre fatto con ogni allenatore (tranne forse Ancelotti a Napoli) nella sua carriera e questo nuovo rapporto potrebbe comunque far accettare di buon grado anche al tecnico livornese nuovi ingressi in società.

Giuntoli è un aziendalista prima di tutto seppur vi siano delle incompatibilità non personali determinate dal suo mandato: ha necessità di valorizzare i giovani e fare plusvalenze mentre sappiamo che la tendenza di Allegri è quella di puntare su giocatori più esperti e formati. Non è voler fare polemica ma sono due presupposti oggettivi e, forse, incompatibili.

L’asse di ferro Giuntoli-Calvo

L’asse interna di ferro è però quella tra Calvo e l’ex direttore sportivo del Napoli. E’ stato Calvo a volerlo (con l’assenso di Elkann) al punto da dover rompere ogni rapporto con Allegri che si opponeva.

Calvo ha le deleghe sulla Next Gen, il calcio femminile, settore giovanile e sullo scouting, formalmente sarà lui a prendere una decisione su chi scegliere per sostituire Tognozzi. Giuntoli ha la delega sulla prima squadra, una richiesta di Allegri della scorsa primavera quando a Elkann disse che dovevano essere tutelate le persone che avevano lavorato bene negli anni precedenti sui giovani (vedi la conferma di Manna e l’ingaggio di ritorno di Claudio Chiellini, da sempre allegriano doc come il fratello). Per la legge del taglione però quelle deleghe sono state affidate al grande rivale: Francesco Calvo. Un compromesso. Giuntoli voleva affidare da subito l’under 23 a Stefanelli.

Il fatto che Calvo e Giuntoli non vogliano subito sostituire Tognozzi è il segno che, molto probabilmente, la loro rivoluzione silenziosa sta iniziando con l’inserimento graduale degli uomini del direttore tecnico toscano. Stanno aspettando che qualcosa si muova a Napoli. Ma occorre tempo perché il suo braccio destro, Giuseppe Pompilio, è ancora sotto contratto con i partenopei e De Laurentiis è stato irremovibile: lui rimane per un’altra stagione.

Stefanelli (destinato a diventare il d.s. della Next Gen nella testa di Giuntoli) è diventato il d.s. del Pisa e non può certo mollare ora che l’avventura è appena iniziata. Romairone potrebbe essere il jolly a sorpresa.

A Napoli è rottura tra Micheli e De Laurentiis?

Sempre a Napoli si vocifera di una rottura storica tra Micheli e De Laurentiis. Con l’addio di Giuntoli, il capo scout dei partonopei ha acquistato sempre più potere insieme a Mantovani. E’ sempre stato un uomo di fiducia di ADL ma è stato lui a consigliare l’ingaggio di Rudi Garcia. La sua opera di convincimento ha avuto successo ed ora sta cercando di difendere il tecnico francese, mettendosi però in una posizione scomoda con il presidente.

In caso di rottura, Giuntoli è pronto a cogliere la palla al balzo ma non sarà affatto facile. Il suo obiettivo è quello di ricreare il suo team che ha consentito al Napoli di arrivare a vincere uno storico scudetto.

Il suo ragionamento è semplice: nella Juve post Marotta, questi dirigenti cosa hanno combinato? Post Sarri, la Juve è arrivata a due quarti posti e un terzo (sul campo) ma spendendo una barcata di soldi con un monte ingaggi folle. Lo spogliatoio? Prima del suo arrivo è sempre stato una polveriera (guardiamo i casi Pogba con l’operazione ritardata, o Fagioli che aveva un grosso problema e nessuno se ne è accorto, la scorsa stagione poi tutti parlavano…) . Può fidarsi dei vecchi dirigenti che hanno affiancato Allegri in questi anni? Piano piano inizierà a portare in scadenza i dirigenti e sostituirli con i suoi uomini di fiducia, a meno che non si verifichino delle condizioni straordinarie (vittoria dello Scudetto).

L’unico “imprevisto”, gradito comunque agli occhi del direttore tecnico, sarebbe una ricca striscia di successi da parte di Allegri, in quel caso gli allegriani in organigramma potrebbero essere rinnovati. Si gioca, come sempre, sul filo del rasoio in società ma i risultati positivi potrebbero ridare unità e fiducia al gruppo dirigente, cosa che sta in parte accadendo. Giuntoli è entrato in punta di piedi, sembra avere le idee abbastanza chiare e, all’apparenza almeno dall’esterno, si percepisce che vada d’accordo con tutte le anime del club. E’ quello che gli ha chiesto Elkann, è quello che sta facendo, ma per gradi farà entrare anche i suoi uomini, la Juve ha comunque bisogno di essere ristrutturata dalle fondamenta.

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