Nelle nebbie della sua carriera, Paul Pogba si ritrova ora al centro di un vortice che potrebbe segnare la fine del suo percorso nel mondo del calcio. Dall’Inghilterra, teatro di gran parte della sua epopea sportiva, giungono voci certe: il calciatore francese è in procinto di accordarsi con la Procura Anti-Doping. Tuttavia, la sua strada sembra disseminata di ostacoli, e la minaccia di un’ombra lunga incombe sulle sue prospettive professionali.
Il procuratore Pierfilippo Laviani, nel rispetto del regolamento anti-doping, può offrire al massimo un 50% di riduzione della pena. Il motivo della diffida lo conosciamo tutti, la positività al testosterone, un’ombra che potrebbe oscurare la sua carriera per ben quattro anni, a meno che Pogba non dimostri di non aver ingerito il controverso farmaco-integratore senza intenti illeciti.
Secondo le fonti provenienti dall’isola britannica, sembra che una soluzione transattiva possa mitigare la sentenza, collocandosi in una forbice temporale tra i 18 e i 24 mesi di squalifica, anziché i “draconiani” 48 mesi previsti dal regolamento. Tuttavia, anche in questo caso, il destino calcistico di Pogba appare avvolto in una nube di incertezza.
E la Juventus? Pare che il club italiano intenda trattenere Pogba al minimo salariale fino a luglio, sfruttando gli incentivi fiscali-contributivi del decreto crescita. Tuttavia, oltre questa data, la rescissione per giusta causa sembra inevitabile, un addio amaro e forzato.
Sospeso il 11 settembre 2023, Pogba potrebbe rientrare in campo solo nel marzo-aprile del 2025, a meno che la sua difesa non riesca a compiere un miracolo, dimostrando la lecita buona fede del giocatore in questa intricata vicenda. L’orizzonte di Pogba si presenta tempestoso, e solo il tempo ci dirà se il calciatore francese riuscirà a risollevarsi da questa burrasca giudiziaria.
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