Elkann Allegri

Perché il rinnovo di Allegri è difficile, l’intervista passata sotto traccia di un membro di Exor che mette un paletto


Alla Juventus, in questo momento, tra i dirigenti nessuno si sognerebbe mai di mandare via a fine stagione Max Allegri, almeno oggi a bocce ferme, quando la squadra bianconera è a soli 2 punti dalla strafavorita Inter e si gioca il campionato.

Sappiamo che nel calcio le cose possono cambiare in fretta nel bene e nel male, ma una cosa è certa: a prescindere dalle valutazioni soggettive sull’estetica, per i club (e i bilanci) contano solo i risultati, soprattutto se la società di riferimento è reduce da un vero maremoto giudiziario (i cui ex vertici sono ancora sotto procedimento penale).

Scadenza 2025 ma Max vorrebbe rinnovare

Il contratto del tecnico livornese scade nel 2025, non c’è fretta direte voi. Si, non c’è fretta, ma sappiamo bene che Max non vorrebbe allenare la prossima stagione con il contratto in scadenza. A suo modo di vedere, perderebbe potere nei confronti dello spogliatoio. E’ anche vero che Acciughina ha mandato dei messaggi chiari in un’intervista su Mediaset post match di Coppa Italia, parlando della prossima Champions e dando per scontato che sarà in panchina. Molto probabilmente si sta adeguando al nuovo corso e sa che budget per grandi giocatori non esistono, forse l’unico capriccio nei prossimi due anni potrebbe essere Koopmeiners dell’Atalanta, l’unico investimento pesante ma la concorrenza della Premier League è sempre dietro l’angolo. E’ un giocatore che mette tutti d’accordo: è un pallino di Giuntoli fin dai tempi dell’Eredivisie e piace molto anche a Allegri perché sa fare sia la fase offensiva che quella senza palla.

Quello del rinnovo di Allegri a fine stagione potrebbe comunque rimanere un tema caldo e stabilire anche quale sarà il suo potere, soprattutto quello percepito dall’esterno.

Perché Allegri non fu confermato nel 2019

Un esempio lo abbiamo con il suo ultimo anno nella Juventus: nel maggio del 2019, con il quinto scudetto consecutivo in tasca e con un contratto che volgeva al termine nel giugno 2020 (quindi con ancora un anno abbondante dalla scadenza) l’allenatore toscano si era seduto per rinnovare con Paratici, Nedved e soprattutto Andrea Agnelli. Allegri sollevò la questione che la squadra fosse a fine ciclo e richiedeva l’acquisto di 5 nuovi giocatori. A quel punto i dirigenti della Juve pensarono che fosse più facile prendere un altro allenatore che cedere 5 giocatori (con quegli ingaggi…) e prenderne altri 5 nuovi. Ricordiamo che con l’affare Ronaldo alle spalle non era facile compiere 5 operazioni del genere a maggio. Certe rivoluzioni si pianificano almeno con un anno d’anticipo.

Il budget per l’allenatore

Considerando le ristrettezze economiche in casa Juve e con un bilancio che a luglio si chiuderà con una perdita prevista pesante (senza le Coppe Europee) e con l’attuale aumento di capitale che servirà a coprire gran parte delle perdite d’esercizio recenti, che budget avrà Giuntoli per l’allenatore?

Gli esperti analisti prevedono non più di 3,5 milioni di euro per l’allenatore bianconero, circa 6.5 lordi. Allegri oggi guadagna 7 milioni + 2 milioni di bonus, al lordo quasi 17 milioni di euro.

Exor ha sottoscritto l’aumento di capitale (e si è impegnata a coprire anche la parte che non verrà coperta dagli azionisti): su un totale di 200 milioni, 80 sono già stati versati dalla holding che controlla la maggioranza della Juventus ma potrebbero essere molti di più alla fine dell’operazione.

L’accordo tra Exor e manager che porterà al pareggio di bilancio d’esercizio tra 2/3 stagioni

L’accordo implicito tra l’azionista di riferimento Exor e i manager juventini è di una copertura delle attuali perdite maturate nelle ultime stagioni a fronte però di un risanamento e un taglio dei costi, nella prospettiva di raggiungere un pareggio d’esercizio con la Juventus che ritornerà in Europa con la Super Champions.
E l’avvertimento è arrivato anche implicitamente da un membro della famiglia Agnelli (anche se il cognome è differente) intervistato dal Foglio un anno fa, post dimissioni in blocco del cda Juventino con in testa Andrea Agnelli.

E’ un’intervista è che è passata sotto traccia e che molti media hanno ignorato anche per via dell’anonimato dell’interlocutore. Però le parole sono dure, pesanti e sono come un’ombra sul futuro della Juve. Non solo: spiegano questa austerity (quasi) feroce applicata alla Continassa da un anno a questa parte.

Prima di tutto in molti si sono chiesti, di chi si trattava? Moncalvo ha fatto un nome e un cognome che non ci sentiamo di riportare solo perché non ci sono conferme. Possiamo solo dire che il nome di battesimo è in dicotomia con quello della Famiglia. Se si trattasse realmente di quella persona, stiamo parlando di un azionista top 5 in Exor, molto influente.

Ma cosa ha detto il membro di Exor e della Famiglia, ecco le sue parole:

“In questi dieci anni abbiamo messo quasi 500 milioni (con l’ultimo aumento siamo a 580 milioni circa, ndr). Mezzo miliardo. Tutta la famiglia è con l’Ingegnere John Elkann”.

L’azionista ha poi espresso un giudizio sull’esprienza del cugino Andrea Agnelli: “Fare il presidente della Juventus va bene per cinque anni, come fece suo padre, ma farlo a vita diventi un Lotito qualsiasi”. Pesante frecciata al presidente della Lazio e all’ex numero uno della Continassa amato dai tifosi per essere il più vincente (9 scudetti di fila).

“Abbiamo messo quasi mezzo miliardo nella Juventus. Andrea Agnelli? Fare il presidente della Juventus va bene per 5 anni, dopo diventi un Lotito qualsiasi. Se dovesse arrivare una buona offerta per la Juve solo un pazzo non accetterebbe e Elkann è tutto meno che un pazzo. Il calcio oramai è per gli emiri”

Azionista Exor, membro della famiglia Agnelli – Il Foglio 2023


Nell’intervista al Foglio ha fatto riferimento anche a una possibilità di cessione: “Se dovesse arrivare una buona offerta per la Juve solo un pazzo non l’accetterebbe e Elkann è tutto meno che pazzo”.

L’intervista è esattamente di un anno fa. In realtà nel 2023 i sauditi hanno sondato il terreno ma Elkann non ha mollato di un centimetro. Quindi John ha smentito il parente e azionista Exor. C’è da dire che in questo momento, considerando il valore delle azioni così basso, non ha neanche senso per Exor parlare di cessione, si tratta del momento peggiore per vendere.

“No a aumenti di capitale!”

Un anno fa ancora non si ipotizzava dell’aumento di capitale (che poi puntuale è arrivato) e l’azionista di Exor si rifiuta di pensarci: “E per cosa? Per darli ai calciatori o ai procuratori? Per dare 14 milioni di stipendio annuo ad Allegri? Il calcio oramai è per emiri del Qatar”.

In realtà poi sappiamo tutti che l’aumento di capitale c’è stato ma non per rendere ancora più ricchi calciatori, procuratori e allenatori ma per coprire le recenti e future perdite d’esercizio. Quindi una mossa conservativa per tenere in piedi la Juventus. Dopo però aver letto, anche a un anno di distanza, le parole dell’anonimo azionista, sembra chiaro che in Exor serpeggi una brutta aria nei confronti della Juventus, del resto è costata più di mezzo miliardo nelle ultime 3 stagioni e più di 900 milioni a tutti gli azionisti.

“Aumento di capitale? E’ per cosa? Per darli a procuratori e calciatori? Per dare 14 milioni di stipendio annuo ad Allegri?

Azionista Exor e membro famiglia Agnelli


Exor ricapitalizza ma l’umore è pessimo

A prescindere dall’intervista non ci voleva un indovino per comprendere quale sia l’umore all’interno della holding che detiene la quota di maggioranza assoluta della Juventus. In estate, in pratica, non si è fatto mercato ma si è cercato di cedere, a prezzi convenienti, le stelle della squadra. Operazione non riuscita per le offerte al ribasso (vedi Vlahovic) o perché i calciatori hanno rifiutato (Chiesa ha detto no all’Aston Villa).

In un contesto simile diventa difficile poter immaginare un rinnovo di Allegri pluriennale sulla base di quasi 9 milioni di euro netti a stagione (16/17 milioni lordi compresi di bonus). Il problema oggi non si pone perché Max va in scadenza nel 2025, ma nel long term o il tecnico abbassa le pretese per restare sulla panchina della Juventus o cambia prospettive. Un compromesso potrebbe essere quello di fare il dirigente (come effettivo direttore sportivo e/o manager all’inglese non ha convinto dal 2021 al 2023, non a caso è arrivato Giuntoli) oppure andare in Nazionale (suo sogno secondo Giovanni Galeone).

I budget sono questi, bisogna essere realisti, ed è anche per la medesima ragione che viene monitorato con attenzione Thiago Motta, un allenatore che oggi potrebbe accontentarsi di un ingaggio variabile tra i 2 e i 3 milioni di euro. In quella fascia c’è anche Vincenzo Italiano. Più difficile puntare su Antonio Conte che oltre a un ingaggio da top vorrebbe un mercato ambizioso, fuori dalla portata dell’attuale società.

La Juventus, ad oggi, non è più un club che può permettersi di pagare così tanto un allenatore, almeno fino a quando non ritornerà iper-competitiva in Europa o sarà lanciata una competizione più ricca e con migliori prospettive per i club come potrebbe essere la Superlega.

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