Il primo anno di Cristiano Giuntoli mi ricorda da vicino quello di Marotta-Paratici con gli acquisti in prestito con diritto (in alcuni casi obbligo) di riscatto dei vari Aquilani, Storari, Motta, Pepe, Quagliarella, Bonucci, Krasic etc più Barzagli e Toni nel mercato di gennaio. Alcuni si rivelarono – nel medio periodo – delle felici intuizioni, altri dei giocatori più vicino al target Sampdoria che Juventus.
Io rimango fiducioso sulle qualità del nostro direttore tecnico ma ha bisogno di tempo e di budget per lavorare bene.
Giuntoli oggi sembra avere le mani legate, anzi legatissime. Il suo apporto più prezioso l’ha dato nella gestione dello spogliatoio e nel sostegno all’allenatore. Secondo un esperto di calcio (non a caso fa l’osservatore consulente per alcuni club) come Carlo Pizzigoni, Giuntoli sul mercato è un direttore sportivo normalissimo, ma un vero fuoriclasse “nella gestione del quotidiano”, nel sostenere tecnico e squadra.
Si è trovato a dover scalare una montagna più grande di lui in queste prime sessioni, senza un euro.
Anche Marotta e Paratici avevano poco tempo (arrivarono a inizio della sessione estiva) e con un bilancio che piangeva dopo un anno fuori dalla Champions (che poi divennero due). Per fortuna per loro però avevano un Presidente alle spalle molto ambizioso, Andrea Agnelli.
Le difficoltà oggettive di Giuntoli a cui bisogna dare tempo e budget (che non ha)
Difficoltà simili a quelle di Giuntoli che è arrivato nel pieno del mercato (quando i giochi erano quasi fatti visto che le squadre si programmano da febbraio a aprile, massimo maggio) e con un bilancio disastrato e una dirigenza alle spalle che sta attenta anche a quanti fogli della stampante che vengono utilizzati.
Non emerge dalla Continassa tutta questa ambizione a voler vincere, semmai a risanare per poi forse vendere, non è un casuale la scelta dei manager.
Non scordiamoci che quest’estate è stata tentata la folle (contro la quale noi abbiamo sempre combattuto) cessione di Vlahovic, ora si sta provando a far fuori Soulé, altro azzardo che non può essere digerito.
Non si può vendere Soulé per comprare giocatori da target 4/5° posto
Le difficoltà rimangono, ma se dobbiamo cedere Soulé per pagare un ingaggio fuori dalla norma come quello che pretende Felipe Anderson (4 anni per 4 milioni netti) allora siamo completamente fuori strada. Alla Juve vanno trattati (e pagati) giocatori da Juve e non da target quarto/quinto posto.
Secondo la società Deloitte, fino alla gestione Marotta, gli stipendi nel 2018 coprivano il 66% dei ricavi, sotto la gestione Agnelli, il costo del personale (leggi giocatori) alla Juventus nel 2022 è aumentato a tal punto da coprire l’84% del fatturato. Oggi, il bilancio Juve deve sostenere sempre un costo del personale spropositato rispetto ai ricavi (soprattutto senza Champions). Dare 4 milioni al 31enne Felipe Anderson è un lusso che non possiamo permetterci, per questi ruoli c’è la Next Gen, c’è Soulé, Iling Junior e Yildiz. Stop.
La strada non è svendere giovani (30 milioni per Soulè oggi sono un insulto alla logica, provate a trattare un ventenne emergente di un club come il Lione, l’Arsenal, il Borussia Dortmund o il Barcellona e poi ne riparliamo) per risanare è necessario fare una squadra competitiva per la Champions, perché se si va avanti si incassano i contributi UEFA che fanno la differenza. Inoltre bisogna avere la fortuna di qualificarci per il Mondiale per Club (ma dipenderà dal Napoli considerando il Barcellona a pezzi).
Perché Giuntoli sta cercando giocatori non da Juve?
Ma ritorniamo a noi. Leggiamo di nomi trattati non da Juve come Felipe Anderson, Bonaventura, Pereira dell’Udinese (su quest’ultimo c’è ottimismo, si tratta di un ex di 33 anni che Allegri conosce bene).
Ma perché la Juve tratta profili del genere con tutto il rispetto? Buoni giocatori per la Serie A ma la loro storia insegna che sono in una media da quarto/quinto posto.
Perché Giuntoli li cerca? C’è da dire che il vero target del direttore tecnico bianconero è uno e solo uno: Koopmeiners giocatore che segue fin dalla sua esperienza olandese. Il problema è che a Torino le casse sono vuote.
Non potendo arrivare a Koop, la Juventus – tardivamente – sta solo cercando delle riserve affidabili perché, dopo mesi e mesi (si trova in questa situazione da settembre…) ancora non aveva capito di aver un buco enorme (sotto il profilo numerico) a centrocampo. Appartiene al mistero tutta questa indecisione, quando si poteva programmare con calma.
Di sicuro Allegri ha espresso parere negativo per gli unici due acquisti che potevano essere fatti in prestito a zero: Kevin Philipps e Jordan Henderson.
I problemi per arrivare al centrocampista: Kean salta la trattativa con l’Atletico
Ci sono stati due problemi grossi per arrivare al centrocampista.
Il primo è di natura tecnico-contabile: la Juve è riuscita a sbloccare per pochi centesimi l’indice di liquidità sulle attività correnti (conta l’esercizio, il conto economico e non lo stato patrimoniale) con al cessione di Ranocchia per prendere un difensore (Tiago Djalo). Per il centrocampista sembrava fatto il prestito di Kean all’Atletico (500mila euro più il risparmio sull’ingaggio) ma qualcosa è andato storto alle visite (o forse i madrileni non potendo cedere Correa hanno trovato un pretesto per ritirarsi).
Con la cessione temporanea di Kean si poteva creare un piccolo margine di manovra, ma se non avviene il miracolo con un prestito alla Fiorentina o al Monza nelle ultime ore, sia Kean che la Juve rimarranno bloccati.
Juve: Perché la formula del prestito con obbligo di riscatto non può essere usata
Ma la Juve per rimanere in questo angusto spazio doveva, in ogni caso, prelevare il giocatore gratis e non poteva mettere alcun obbligo di riscatto. In pochi lo sanno ma con l’obbligo di riscatto, scatta l’obbligo (scusate la ripetizione) di iscrivere l’intero costo (anche quello del riscatto) in bilancio e addio indice di liquidità!
La Juve ha provato per Samardzic proponendo all’Udinese condizioni facili da raggiungere per il riscatto, in modo tale che fosse un diritto mascherato (e non obbligo) di riscatto. Ma i friulani giustamente non hanno accettato.
Eccessivo ottimismo su Miretti oggi, ma domani…
Ma perché la Juve si è mossa così tardi sul centrocampista? Per un mese dirigenti e allenatore hanno fatto filtrare di non voler toccare nulla nonostante la grave doppia assenza di Fagioli e Pogba.
Il problema è di natura tecnica e riguarda anche le scelte dell’allenatore. C’è stata, a mio avviso, una sopravvalutazione di Fabio Miretti (sul quale il tecnico si dovrebbe astenere a delle valutazioni) e delle condizioni fisiche di Adrian Rabiot che in questi ultimi anni ha saltato poche partite ma che sta avendo grossi problemi al polpaccio che è un punto molto delicato.
Oggi il francese ha dei problemi e questo è già un bel grattacapo visto che mancano due centrocampisti di numero. Allegri inoltre neanche in emergenza usa Nicolussi Caviglia (forse lo vede solo come alternativa a Locatelli) e Nonge (il ragazzo ha qualità straordinarie ma è giovanissimo).
Dopo più di un mese di ritardo, finalmente sia il tecnico che i dirigenti hanno capito che Fabio non può dare oggi tutte quelle garanzie e non c’è nulal di male, ha 20 anni e deve avere i suoi tempi per maturare. Oggi è in confusione, soprattutto mentale. E’ giovanissimo ed è normale che soffra le pressioni atroci che provoca solo indossare questa maglia.
Perché su Fabio si sta sbagliando due volte
Ma come lo dicevo per Vlahovic in tempi non sospetti, lo dico anche per il centrocampista piemontese: lasciatelo lavorare in pace lontano dalle pressioni, può diventare una pedina interessante in futuro.
Chi segue la nostra pagina Facebook sa che sono un grande fan di Fabio Miretti, ma ritengono che si stia sbagliando con lui su due fronti:
1 – Non è una mezz’ala di inserimento o un trequartista: non ha il cambio passo e la tecnica necessaria per giocare in quel ruolo ma soprattutto, essendo così giovane, non ha ancora la visione di gioco giusta, sbaglia sempre l’inbucata in verticale ma è talmente in confusione che spesso rischia in appoggi insensati in orizzontale, esponendo la squadra a rischi enormi.
Spero di essere smentito da Allegri che sicuramente lo vede tutti i giorni però Fabio, quando ha giocato le migliori partite nella Juve, le ha fatte partendo molto più basso. E’ molto bravo nel pressing e nel primo passaggio, invece perde tantissima lucidità negli ultimi 30 metri. Ora ha solo 20 anni, magari migliorerà anche nella visione di gioco e diventerà un giocatore più offensivo, oggi non lo è e insistere in quel ruolo rischia di bruciarlo. Non ha la tecnica e la visione di Marchisio ma ha un discreto potenziale fisico, atletico e discreti piedi, tutto il resto è in fase di miglioramento (come i tempi di inserimento). Può diventare un buon centrocampista nel futuro della Juventus.
2) Ha 20 anni e la pressione di una tifoseria spietata che non gli sta perdonando nulla, in questo momento metterlo in campo è deleterio per lui. Sarebbe interessante mandarlo in una piazza tranquilla come Frosinone a maturare lontano da milioni di tifosi che gli hanno messo il mirino addosso anche in modo immeritato, essendo così giovane.
Perché non mandare Miretti a Frosinone per riprendersi Barrenechea?
Sarebbe stato intelligente almeno provare con mesi d’anticipo nel lavorare sul ritorno di Barrenechea che è nostro, non costa nulla ed è l’uomo faro del centrocampo di Di Francesco. Direte voi: si ma i laziali non te lo danno fino a giugno, il rischio è quello… però rischia anche Angelozzi. Deve essere consapevole il ds dei ciociari che se vuol continuare a lavorare con la Juventus e prendersi le prime scelte in prestito, deve anche essere elastico e accontentare la Juve quando è in emergenza. La Juventus avrebbe pagato il disturbo, mandando in prestito proprio Miretti. Uno scambio alla pari per loro. Sono convinto che Miretti possa fare lo stesso percorso di Soulé, senza eccessive pressioni e con un allenatore che ama che la sua squadra giochi a calcio.
Avrebbe avuto molto più senso tentare una operazione del genere che bussare alla porta dell’Udinese per il Tucumano.

Un pensiero su “Perché Giuntoli sta trattando profili non da Juve: i motivi sono due”