Arriva il bilancio semestrale della stagione 2023/24 e le verità vengono a galla, il bilancio non mente mai (o quasi..). Lo squilibrio nel primo semestre è pesante: -95.1 milioni di euro (rispetto ai -29 milioni dello stesso periodo del 2022/23), per fortuna che la mamma Exor con l’ennesimo aumento di capitale coprirà anche queste perdite.
Vediamo quali sono le voci che pesano in bilancio.
I reali mancati introiti da Champions League
Prima di tutto, come scrive lo stesso amministratore delegato Maurizio Scanavino, i mancati ricavi da Champions ammontano a 60 milioni di euro e non 100 milioni come la narrativa ci aveva fatto credere. Del resto, considerando le figuracce contro Villareal, Benfica e Maccabi, sarebbe stato immaginabile quest’anno, con questo gioco e questa intensità, pensare di andare avanti dopo la fase a gironi. C’è da dire che se i mancati ricavi sono di circa 60 milioni persi a causa della squalifica che non ci ha consentito di accedere alla Champions, c’è da dire che il club ha risparmiato anche dei soldi: i costi per servizi passano da 44,7 milioni a 37,5 milioni, ma soprattutto i dirigenti non sono stati costretti a rinforzare la squadra con giocatori pronti per la competizione europea. Quindi il buco è minore dei 60 milioni paventati.
Ricavi da gara e dai diritti tv
I ricavi da gara sono diminuiti da 28,5 milioni (2022/23) a 24,7 milioni, complici le tre partite in meno in casa in Champions, per il resto i dati sono in linea, forse in campionato sono leggermente sotto, ma di poco. C’è un arretramento anche dei ricavi commerciali di circa 10 milioni in meno rispetto alla stagione precedente.
La mazzata riguarda i ricavi da diritti tv (e qui influisce la Champions): da 94,5 milioni (periodo 2022/23) a 47,3 milioni.
Ricavi da gestione dei calciatori in caduta libera
Ma a mio avviso il vero buco è un altro e questo aspetto è grave e dovrebbe far pensare. La mancata valorizzazione dei giocatori sta creando danni incalcolabili alla Juventus considerando che sui giovani si investe circa 20 milioni l’anno tra Next Gen e giovani, ma i giovani vanno in prima squadra e non vengono valorizzati e, di conseguenza, non hanno mercato. Ai numeri non si comanda e soprattutto i numeri non mentono.
Se nella stagione 2022/23 i ricavi da gestione dei calciatori erano pari a 42,7 milioni. Nel 2023/24 sono crollati a 17,3 milioni.
Del resto non c’è da meravigliarsi se gli unici giovani che hanno mercato sono Soulé e Barrenechea che giocano stabilmente a Frosinone da titolari ed anche Huijsen potrebbe riservare soprese. Il fenomeno Yildiz, all’ennesimo cambio di ruolo sembra andare in difficoltà, ma le qualità ci sono tutte.
Però è strano che nonostante tutti i giovani che possiede la Juve (quindi anche con basso ingaggio e quindi appetibili sul mercato) siano riusciti a monetizzare solo Ranocchia a 3 milioni. Rovella e Pellegrini sono stati regalati per due anni alla Lazio in prestito prima di un riscatto le cui condizioni rimangono ancora misteriose. L’unico colpo buono in uscita è stato Zakaria che ha Torino non metteva piede da tempo.
Alla fine la Juve manda a valorizzare i propri giocatori lontano da Torino, unico modo per monetizzare.
Con tutti gli investimenti fatti negli anni scorsi, è chiaro che questo sistema di (non) valorizzazione dei giocatori stia affondando il bilancio. Serve un gioco più propositivo e soprattutto uno staff tecnico capace di saper lavorare con i giovani (migliorarli sia tecnicamente che fisicamente) e soprattutto valorizzarli (facendoli giocare nella loro posizione naturale senza tentennamento).
Tagli del personale e dei costi? Leggenda…
Ma veniamo a un altro equivoco che arriva dal bilancio semestrale: ci hanno riempito la testa di tagli e riduzione del costo del personale.
Vediamo la voce: Costi del personale tesserato:
– 2022/23 (primo semestre): 131,4 milioni
– 2023/24 (primo semestre): 128,2 milioni
In pratica si è avuto un risparmio di poco superiore ai 3 milioni nel primo semestre, il nulla cosmico in un bilancio del genere. Il fatto che i giocatori non abbiano mercato è un grosso problema, in parte per l’alto ingaggio, in parte perché l’anno scorso l’unico che è migliorato è stato Rabiot (che era ed è in scadenza), uno dei pochi giocatori che, di fatto, è proprietario del suo cartellino. Quindi si è fatto un lavoro inutile sull’unico giocatore invendibile.
Alex Sandro e Allegri pesano quasi per 30 milioni a bilancio!
Se valutiamo il rapporto costo-rendimento (resa) e analizziamo gli ingaggi più alti della rosa possiamo dire senza mezzi termini che gli ingaggi ingiustificati sono quelli di Alex Sandro e Allegri. Anche l’ingaggio di Chiesa non scherza (il ritorno è stato scarso in questa stagione ma è reduce da un grave infortunio e gioca fuori ruolo).
Volevano vendere Vlahovic per l’alto ingaggio ma ha già segnato 13 goal pur giocando nel deserto dell’attacco. Senza il serbo dove sarebbe la Juve oggi?
In questo contesto grida vendetta il rinnovo automatico (determinato dalle scelte di Allegri) di Alex Sandro per una somma che in bilancio sfiora i 14 milioni a stagione. Se pensiamo all’ingaggio del brasiliano (ingiustificato e derivante da una scelta dell’aziendalista talentuoso) e dell’allenatore, al lordo, sono due stipendi che pesano per circa 30 milioni in due.
Considerando il rapporto-rendimento di entrambi, sono due stipendi da tagliare senza se e senza ma, se realmente vogliamo ritornare al pareggio di bilancio in un prossimo futuro.
Tra le poche note positive il miglioramento del livello degli ammortamenti e svalutazione dei giocatori, logica conseguenza del fatto che non vengono più fatte plusvalenze a specchio che hanno affondato il nostro bilancio.
Costi Ammortamenti:
– 2022/23 (primo semestre): 74,6 milioni
– 2023/24 (primo semestre): 60,1 milioni

Un pensiero su “Bilancio Juve: la Champions mancata costa 60 milioni, pesa la scarsa valorizzazione dei giocatori, gli ingaggi fuori parametro di Allegri-Alex Sandro – L’ANALISI”