Premessa: chi è risultatista? Chi è giochista? Per me sono categorie che non hanno senso. Il mio focus si sposta su altri aspetti: organizzazione di gioco e intensità, caratteristiche basilari per il calcio moderno e, per calcio moderno in Italia intendo quello dagli anni ’90 in poi (Lippi, Sacchi, Capello, Ancelotti etc) fino ad oggi.
Noto sui social che molti prendono posizione su Allegri in base alle proprie simpatie e antipatie personali, ma quasi mai leggo di argomentazioni tecniche e calcistiche. Il punto è proprio questo. A me, personalmente, Allegri sta simpatico, ma ho un modo differente di interpretare il calcio dal mio piccolissimo punto di vista. Il mio punto di riferimento sarà sempre Marcello Lippi.
Essendo toscano come lui ed essendo nato non molto lontano da Viareggio (e da Livorno), ho sempre provato grande stima e simpatia per Lippi e provo empatia anche per l’uomo Max, ma sulle valutazioni dell’allenatore preferisco partire da altri presupposti.
La scarsa intensità e organizzazione di gioco
Se vogliamo parlare di calcio e non di Allegri in e Allegri out, bisogna parlare di Juventus sul campo. Esistono squadre organizzate e squadre meno organizzate, la Juventus per me negli ultimi 10 anni è una squadra che si basa sulle individualità (Sarri fu sabotato dopo un mese dall’allegriano Chiellini, da Pjanic e company) e che ha una scarsissima organizzazione di gioco, anche in fase difensiva e gioca a una intensità che non si vede neanche nei dilettanti, ho visto partite d’Eccellenza molto più tirate, tranne qualche raro spot (Monaco di Baviera, Bernabeu, ritorno contro l’Atletico Madrid, quando la Juve era spalle al muro e non aveva più nulla da perdere).
Mi direte, ma la Juve di Allegri ha sempre subito pochi goal: si perché alla scarsa organizzazione, compensa l’impiego sproporzionato di uomini in fase difensiva che fanno densità e ostruiscono le linee di passaggio, il problema è che la Juve non è una squadra equilibrata, nonostante la narrativa dei media nazionali parli del contrario: il numero alto di uomini impiegati in questa fase compromette la fase offensiva e le fasi di transizione positive (a meno che non hai fenomeni come Morata, Tevez, Cuadrado, Ronaldo, Dybala che sono specializzati in questo tipo di transizione).
Oggi dello scarso equilibrio della squadra (pendente tutto sulla difesa) ne abbiamo un esempio con la linea che diventa a 6 in fase statica con Locatelli che si abbassa nel 5-1-2-1-1. Ma gli uomini impiegati sono spesso di più.
La sitemap di Yildiz spiega tutto
Ho visto una sitemap di Kenan Yildiz che a Verona viene di fatto utilizzato come terzino sinistro. Basta un’immagine per spiegare tutto.

Lo screenshot che ci ha inviato un membro della community Facebook Juventino100x100 Massimo Bembo che ringraziamo
La Juve Allegriana post Conte poteva permettersi transizioni più efficaci sia per le caratteristiche degli interpreti (gli attaccanti come Tevez, Morata e poi Dybala) sia perché con l’organizzazione difensiva contiana (che ha fondato lui la BBC non Allegri) non c’era bisogno di impiegare così tanti uomini in fase di non possesso anche se Sturaro l’abbiamo visto in campo anche nella prima Juve allegriana (ma erano mosse che ci potevano stare in quel contesto).
Come arrivare al risultato
Nel calcio però i risultati sono importanti. Sono anche risultatista? Si, il risultato è lo scopo finale del gioco del calcio, ma dal mio modesto punto di vista, ci si arriva con maggiore facilità con organizzazione di gioco e intensità.
Vi faccio un esempio: prima dell’arrivo di Conte, Bonucci e Chiellini erano parecchio contestati, erano giovani e avevano limiti evidenti, ma soprattutto soffrivano lo scarso filtro della squadra a centrocampo (Aquilani non è proprio un fulmine di guerra). Arriva Conte e fa del possesso palla (soprattutto la prima stagione) un mantra.
Cosa vuole dire per un difensore? Non essere così sotto pressione per tutta la partita, se tu hai la palla non ce l’ha l’avversario. E da questi presupposti che è nata la solidità della Juve, non nell’impiegare 6/8 giocatori in difesa contro Verona e Udinese.
Con Allegri la squadra è sotto scacco anche contro le provinciali, un difensore può giocare benissimo ma l’errore è dietro l’angolo sempre.
Cosa è successo nel girone d’andata
Se arrivano i risultati, comunque, non bisogna interferire con il lavoro dell’allenatore, lasciare la nave andare in porto serena, a mio avviso, le valutazioni sul gioco e la valorizzazione dei giocatori devono essere fatte dagli addetti ai lavori che su Allegri hanno idee precise. Poi se c’è da migliorare si fanno i conti alla fine.
In un mese è crollato il castello di carta? Scrivo quello che scrivevo fino a un mese fa e lo confermo oggi: nel girone di andata la squadra non aveva organizzazione come non ce l’ha oggi e non l’ha mai avuta da 3 anni a questa parte, zero intensità (e l’intensità rispetto all’Allegri 1.0 è cresciuta in quasi tutte le squadre del calcio italiano compreso Empoli, Udinese e Verona anche in Italia), la Juve è sempre andata a due all’ora tradizionalmente con Max, ad eccezione di qualche partita e qualche fiammata (in genere ci svegliamo sempre contro Sarri).
Nel girone d’andata però Allegri ha avuto il merito di riunire la squadra, ridarci quel senso di unità in campo che non avevamo da parecchio tempo (e avevamo smarrito già nel suo quinto anno).
Quando è ritornato sinceramente, pur non essendo allegriano, ero ottimista perché dopo aver visto la squadra sfilacciata per due stagioni (con Sarri e Pirlo) pensavo che almeno avremmo recuperato quello spirito di squadra. Era evidente che lo spogliatoio stesse remando contro gli allenatori (Sarri in particolare) e i giocatori bramavano in un ritorno di Allegri. Chi li ha influenzati?
In ogni caso, pur non essendo amante del suo calcio (per me agli antipodi delle squadre moderne), ero convinto che la Juve con lui ritrovasse un minimo la sua identità ed era necessaria una figura così, con una società alle spalle sempre più sfilacciata dopo l’addio di Marotta. Invece la sua figura e certi atteggiamenti hanno spaccato definitivamente l’ambiente in due.
E ci è toccato aspettare due anni parecchio negativi, non salvo neanche la seconda parte della scorsa stagione (quando ad aprile abbiamo fatto 2 punti su 12 e siamo stati eliminati dalla semifinale di Europa League, è tenere la barra dritta questa?). Con un inizio di stagione disastroso.
Squadra unita nel girone d’andata
Quest’anno, finalmente ho rivisto una squadra con lo spirito giusto. Nel girone di andata sembravamo un blocco monolitico in campo pur giocando male. La squadra però rimaneva troppo lunga e occupava male gli spazi a mio avviso, ma quel senso che trasmetteva (di unità e di voglia di lottare) riusciva comunque a farci stare sereni con episodi a favore, del resto la Serie A è diventata di un livello imbarazzante.
Nell’ultimo mese il crollo atletico
Nell’ultimo mese ho notato un crollo atletico palese nonostante si giochi solo una volta alla settimana. Pensate alle condizioni di Rabiot e McKennie per rendercene conto.
A mio avviso c’è solo una spiegazione ma è solo una mia supposizione. Ho investito un po’ del mio tempo nell’ unire i puntini e pensare a quella partita di Udine quando noi andavamo – in estate – a 200 all’ora mentre l’Udinese era pesante nelle gambe. E se la Juve avesse fatto una preparazione molto light per partire forte e evitare contestazioni (visto che la situazione intorno ad Allegri a inizio stagione era al limite…) e mettere punti in cascina nel girone di andata? E’ una vecchia strategia delle squadre che dovevano salvarsi negli anni ’80 che cercavano di fare punti nel girone di andata. Con il calcio intenso di oggi è improponibile avere dei momenti di pausa. Ma non vorrei – ipotizzo – che Allegri, pensando al solo impegno settimanale, avesse pianificato così la stagione.
Perché nel girone di andata, seppur correndo spesso a vuoto, la squadra comunque la vedevo relativamente più veloce del solito, più brillante (con le squadre di Allegri è tutto molto relativo).
Il problema è che ora se non corri con una squadra così lunga e poco organizzata, rischi di schiantarti da qui a fine maggio. Se fosse un problema di preparazione light senza fondo, sarebbe grave perché il rischio di crollare in modo verticale sarebbe evidente.
Cambio modulo, ma si è lavorato alla Continassa?
Sento parlare di cambio di modulo, di passaggio al 4-3-3 ma ho dei grandi timori. Prima di tutto, nelle ultime due partite (nel secondo tempo contro Udinese e Verona) ho intravisto una sorta di tridente ma con Cambiaso alto a destra (e Weah a fare il terzino). Non vorrei che Allegri andasse ancora più in confusione.
Inoltre per cambiare un modulo a Fifa o Football Manager sono buoni tutti ma nel calcio, certi movimenti vanno provati e riprovati e come dice Ezio Maletto di una Signora per Due (citando una splendida canzone degli anni ’80 di Fiorella Mannoia”, “Come si cambia per non morire”, il rischio è che la toppa crei ancora più danni del buco. Il giornalista torinese sostiene che i movimenti non si sono visti nel 3-5-2 in più di un anno, si dovrebbero vedere con il 4-3-3? Come dargli torto?
L’unica cosa certa e positiva è che il 4-3-3 è l’unico modulo per valorizzare il talento che hai in casa (Chiesa, Iling Junior, Soulé, Yildiz, Weah) e mi meraviglio che in società non abbiano discusso di questo con Allegri fin dall’inizio della stagione.
Un vecchio allenatore professionista mi ha sempre raccontato che il 4-3-3 è il modulo più difficile perché i movimenti del tridente vanno provati e riprovati all’infinito. Anche in casa Juve dove l’improvvisazione regna sovrana hanno provato questo modulo in allenamento? Speriamo.
Potete vedere qui su Youtube il video di Una Signora per Due con Massimo e Ezio che affrontano il tema del cambio del modulo:

Un pensiero su “I meriti e i demeriti di Allegri tra girone d’andata e di ritorno, focus sulla preparazione atletica e il cambio di modulo (4-3-3)”