John Elkann

La Procura: “Margherita ‘esclusa’ dall’Eredità Agnelli per John”, spunta una prova fumante. Quale futuro per la Juve?

E’ una questione molto complicata quella che verte sulla difficile Eredità Agnelli, quella di Giovanni Agnelli (per tutti l’Avvocato) e, in seconda battuta, della moglie Marella Caracciolo. Cerchiamo di semplificare, per cercar (compito non facile) di farvi comprendere quelli che potrebbero essere gli scenari che riguardano il futuro del gruppo Exor. n gioco non c’è soltanto una grossa fetta di potere nel controllo di Exor, della Juventus, della Ferrari e di Stellantis, ma la Procura di Torino contesta accuse gravi (tutte da provare sia chiaro) di “truffa ai danni dello stato”, evasione fiscale e “dichiarazione infedele”.

L’ultima tesi della Procura di Torino

Gli ultimi aggiornamenti sono tutt’altro che secondari. Margherita Agnelli – secondo l’ultima tesi della Procura riportata dal Messaggero – fu di fatto “esclusa” dall’eredità del padre, Gianni Agnelli, perché la Famiglia decise di “far transitare il patrimonio “direttamente a John Elkann”. Quindi con un aggiramento della quota legittima.

Questa è il teorema dei procuratori che emerge dal decreto di richiesta del sequestro di una parte del materiale raccolto l’8 febbraio dalla Guardia di Finanza durante una delle perquisizioni.

L’insieme dei documenti è considerato “rilevante ai fini dell’indagine in quanto afferente all’origine della decisione presa dalla famiglia Agnelli di far transitare l’eredità di Giovanni Agnelli direttamente in capo di John Elkann, escludendo la figlia Margherita, e che poi si è estrinsecata nelle condotte oggetto di indagine”.

L’indagine dei PM è di approfondire l’assetto e la composizione della società Dicembre. Scrivono i magistrati che ci sarebbe delle “opacità” da chiarire.

Ricordiamo però che nel 2004, un anno dopo la morte delll’Avvocato, Margherita firmò un patto successorio, un accordo con il quale rinunciò all’eredità in cambio di beni per un miliardo e 275 milioni di euro. Quel patto però non potrebbe essere valido, vi spieghiamo in seguito i motivi.

Pochi anni dopo rinnegò l’Accordo (che in Italia non ha valore) e avviò una serie di iniziative giudiziarie: da dicembre 2022 la Procura di Torino sta indagando (proprio nel periodo nel quale era aperto un fascicolo d’indagine anche sulla Juventus).

Da Agnelli a Ferrero: da un Presidente all’altro indagato

Nel tritacarne dell’indagine è finito anche il neo presidente juventino Gianluca Ferrero, il commercialista di John. Sembra che la Procura abbia trovato nella cantina della sua abitazione un documento anonimo ma scottante per la Procura.

Un paradosso: siamo passati da un Presidente indagato ad un altro iscritto anche lui nel registro.

La principale legittima erede dell’Avvocato, la moglie Marella Caracciolo Agnelli, formalmente residente in Svizzera, aveva sottoscritto – come detto – un accordo privato con Margherita Agnelli, la quale rinunciava alla sua parte di eredità, di fatto, in favore del figli John (designato da Gianni come erede dell’impero di famiglia), Lapo e Ginevra.

Un piano architettato nei minimi dettagli dal Gatto e la Volpe: Gabetti e l’Avvocato Franzo Grande Stevens. Per chi non li conoscesse, vi raccomando di leggere attentamente la storia di Calciopoli. Franzo Grande Stevens è anche presidente onorario della Juventus ma di Juventino, dal 2006 ad oggi ha dimostrato di avere poco.

Se Marella Caracciolo non fosse riconosciuta residente in Svizzera…

C’è da fare una piccola premessa: quel tipo di accordi successori, in Italia non sono validi (o meglio, non possono ledere le quote legittime), in Svizzera si.

Margherita Agnelli rivendica il fatto che la madre non fosse, nei suoi ultimi anni di vita, effettivamente residente in Svizzera, quindi quel tipo di accordo non dovrebbe essere valido.

Se fosse provato che Marella Caracciolo avesse trascorso più di 6 mesi l’anno in Italia, il patto successorio redatto in Svizzera non sarebbe valido e Margherita avrebbe diritto alla sua quota legittima, alla morte della madre, del 100% del suo patrimonio. Il che sarebbe un bel guaio soprattutto in merito alle tasse di successione.

Eredità Agnelli: la Società Dicembre controlla l’impero

Riguardo invece l’eredità, è necessario però capire, prima della morte, di quali quote disponesse Marella Caracciolo della Dicembre, la società semplice che è a capo di tutto l’impero, e della quale John dispone (grazie all’eredidità) del 60% delle quote.

Ma ricoratevi questo concetto: per l’Italia vale solo la quota legittima e qualsiasi testamento deve rispettare le quote legittime.

Quindi, il futuro della governance dell’Impero Exor potrebbe dipendere anche da cosa ne sarà della quota della Dicembre, la società che ha la maggioranza della Giovanni Agnelli BV e che controlla, a cascata Exor (Juventus, Ferrari e quote rilevanti di Stellantis, Philips etc).

Si tratta quindi di una questione molto delicata ed è difficile fare previsioni, perché molto dipende dalla entità delle quote che Marella Caracciolo Agnelli aveva ancora in dote al momento della sua morte ma possono esserci molte altre variabili determinanti.

Le quote dell’Avvocato nel 2002

Nel 2002, un anno prima della sua morte, l’ Avvocato deteneva direttamente il 25,37% e l’usufrutto del 24,88% insieme a Marella, Margherita e John Elkann. Dopo la sua morte, secondo lo statuto della Dicembre, sua moglie, sua figlia e suo nipote salirono al 33,33%. Tuttavia, lo stesso giorno della morte dell’Avvocato Agnelli, Marella ha ceduto a John il 25,38% della Dicembre, portando così la quota di Elkann al 58,71%.

Margherita obietta che il figlio non poteva aumentare la sua quota perché non era l’erede del nonno. Nel 2003, in un momento critico per la Fiat, la famiglia Agnelli decise di ricapitalizzare la Accomandita Giovanni Agnelli per 250 milioni di euro, con il contributo degli azionisti (3,3 milioni di Marella, 36 milioni di Margherita e 56 milioni di John). 

Margherita sostiene che questi fondi facevano parte del patrimonio del padre, dell’Avvocato Agnelli e non provenivano dalle risorse finanziarie personali di suo figlio. 

Nel 2004 la famiglia firmò l’ accordo transattivo e il patto di successione (che per la legge italiana però non è valido) : Margherita cedette le sue quote alla madre, che salirono al 41,29%, mantenendo John al 58,71%. Margherita però ne mette in dubbio la validità, sostenendo che si trattasse di una simulazione. Successivamente Marella cedette la nuda proprietà dell’1,29% a John e del 20% a Lapo e Ginevra, dando inizio all’attuale assetto societario della società con John al 60%, Lapo e Ginevra al 20%.

L’errore di valutazione di Margherita sul futuro FIAT

C’è da dire che nel 2024, Margherita si accontentò di una “liquidazione” di circa 2 miliardi, quando la FIAT stava vivendo uno dei momenti peggiori della sua storia, solo negli anni successivi, con la cura del super manager Sergio Marchionne, si riprese moltiplicando il valore delle azioni.

Questo dettaglio potrebbe pesare non poco nella causa. Alla fine Margherita accettò un accordo che, ai suoi occhi, nel 2004 poteva sembrare conveniente per lei e i suoi figli (secondo matrimonio) ma che, in realtà, si rivelò un pessimo affare.

Della crescita del patrimonio dell’attuale Exor ci sono anche tante scelte e investimenti indovinati sia da Marchionne che dallo stesso John Elkann che è cresciuto molto come manager e ha diversificato abilmente il portafoglio della Famiglia, vecchio obiettivo (che non gli fu mai concesso) del pro-zio Umberto Agnelli, il Dottore, padre di Andrea.

Il patrimonio dell’Avvocato all’estero

Margherita però solleva un’altra questione: ritiene di essere stata raggirata da Gabetti-Grande Stevens perché tenuta all’oscuro dalle infinite ricchezze del padre possedute all’estero. In più occasioni la figlia ha chiesto una rendicontazione che gli è stata negata. E qui si apre un altro capitolo, che lo Stato italiano segue da vicino interessato.

Eredità Agnelli: come è strutturato l’Impero fino alla Juventus

Per farvi capire l’importanza della questione dell’Eredità Agnelli, è bene ricapitolare. Oggetto della disputa sono le quote della società Dicembre (60% in mano a John, 20% a Ginevra e 20% a Lapo) che, a sua volta, detiene, il 39,3% della Giovanni Agnelli BV (holding nella quale sono racchiusi tutti i rami della Famiglia Agnelli, Andrea ha poco più dell”8%.

La Giovanni Agnelli BV controlla il 52% di Exor che – a cascata – controlla il 64% della Juventus (ma dopo l’ultimo aumento di capitale potrebbe allargarsi il controllo al 72%). La stessa Exor ha una quota di oltre il 19% di Stellantis (è l’azionista più influente) e quote che le permettono il controllo di Ferrari, Iveco, Philips e una costellazione di società, compreso il gruppo editoriale GEDI (editore di Repubblica) e altri autorevoli giornali stranieri (The Economist, Financial Times).

Eredità Agnelli: Margherita rivendica il 58,2% della Dicembre

Se il testamento di Marella fosse dichiarato nullo, lei potrebbe essere l’unica erede e rivendicare almeno il 50% delle quote della Dicembre secondo gli avvocati di Margherita. Se venissero annullati anche l’accordo transattivo e la vendita delle azioni, Margherita potrebbe arrivare fino al 58,2% della Dicembre , ottenendo così il controllo della società e probabilmente di Exor (ma dipenderà anche dagli altri rami che hanno in mano oltre il 60% delle quote).

Ma è un’ipotesi, al momento, non così semplice da sostenere, è bene dirlo. Massima prudenza, visto che ci sono coinvolte anche società quotate. Gli Avvocati di Elkann infatti smentiscono su tutta la linea le teorie dei legali di Margherita.

I PM di Torino sono gli stessi che hanno indagato sulla Juventus

C’è un’altra precisazione da farsi, una nota a margine che è però solo di colore: i PM incaricati dell’indagine sono Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti.

Gianoglio e Bendoni sono delle vecchie conoscenze del popolo bianconero: insieme al “mitico” tifoso del Napoli (così ha dichiarato pubblicamente, autodefinendosi ironicamente un odiatore dei colori bianconeri) Ciro Santoriello (ora trasferito alla Procura di Cuneo), erano incaricati nell’inchiesta sul falso in bilancio della Juventus.

Inchiesta che hanno dovuto interrompere perché riconosciuti dalla Corte di Cassazione incompetenti (per difetto di giurisdizione territoriale). La documentazione è passata alla Procura di Roma (altra anomalia) invece che a quella di Milano (sede della Borsa).

La Procura ritiene di avere la prova decisiva in mano sulla residenza

Ritornando all’inchiesta sulla presunta evasione fiscale e sulla querelle dell’Eredità Agnelli, leggiamo nei vari decreti del Tribunale del Riesame e dalle istanze istruttorie scritte dai PM pubblicati dal Corriere della Sera, la Procura di Torino, avrebbe in mano una prova decisiva.

Il tribunale del Riesame di Torino non avrebbe provveduto al dissequestro di un documento, ritenuto dai Procuratori, decisivo: il conteggio dei giorni di Marella Caracciolo Agnelli da parte della segretaria personale che teneva conto dei giorni che l’ex moglie dell’Avvocato ha vissuto in Italia, in Svizzera e in altre mete all’estero.

Cosa dice la legge italiana sulla residenza fiscale

Per essere ritenuti residenti fiscalmente in Italia, è necessario passare nel Bel Paese 6 mesi e 1 giorno l’anno. Per essere riconosciuti residenti in un paese all’estero (sempre per la nostra legge) è necessario consumare 6 mesi e 1 giorno fuori dai confini italiani ed essere iscritti all’AIRE.

Per la Procura la Vedova Agnelli era residente in Italia dal 2015 in poi

Scusate il tecnicismo ma è decisivo per capire se Marella Caracciolo Agnelli sia da ritenere residente in Italia o in Svizzera. Il Corriere della Sera ha pubblicato i conteggi della Procura:

«Lo schema fa emergere in maniera nitida — scrivono i pm nel decreto — che Marella Caracciolo quantomeno dall’anno 2015 ha dimorato in Italia per la maggior parte dei giorni».

Ecco i numeri: nel 2015 la vedova ha trascorso in Svizzera «poco più di 2 mesi», 67 giorni contro i 298 nel nostro Paese; nel 2016 il tempo calcolato sarebbe di 70 contro i 295; nel 2018 il conto è di 227 giorni in Italia e 138 all’estero.

«Tale documento — scrivono i procuratori —, oltre a confermare la fondatezza delle contestazioni mosse, postula l’estensione delle stesse quantomeno anche agli anni 2015, 2016 e 2017 (non ancora coperti da prescrizione)».

Per la Procura quegli appunti della segretaria è il documento «di maggior rilievo» in ordine «alla presenza effettiva di Marella Caracciolo in Italia a dispetto della residenza estera (Svizzera) formalmente dichiarata».
Se la matematica non è un’opinione….

Effetto domino sulla governance di Exor e della Juventus?

Da questo dettaglio potrebbe derivare un effetto domino che potrebbe anche terremotare la governance di Exor e di tutte le sue controllate, oltre ad avere conseguenze non secondarie in ambito di diritto penale e fiscale, anche se un ruolo decisivo potrebbero avere gli altri rami della real casa, ad iniziare da quello Umbertiano guidato da Andrea Agnelli per finire al ramo Nasi (vicino a Elkann).

La precedente sospensione a Torino e l’intervento della Cassazione

Il processo per l’eredità a Torino era stato sospeso dal Tribunale, in attesa delle decisioni dei giudici svizzeri, ma la Corte di Cassazione aveva riaperto il procedimento, sollecitando i giudici piemontesi a specificare meglio quali delle tre corti svizzere coinvolte dovesse avere la competenza. Si tratta, me ne rendo conto, di una questione molto complessa.

La dimostrazione – da parte della Procura – che la residenza di Marella Caracciolo fosse italiana però potrebbe spostare ancor di più gli equilibri e stimolare il Tribunale di Torino a riprendere quanto prima la causa.

Eredità Agnelli: si fa largo la competenza territoriale italiana

Certo, in una causa ereditaria così intricata, questo è solo un dettaglio e la decisione dei giudici potrebbe non essere così scontata, ma quel documento potrebbe dimostrare che la competenza territoriale per discutere sulla querelle ereditaria, dovrebbe essere dell’Italia e non della Svizzera.

E’ probabile però che la causa civile possa celebrarsi al Tribunale di Torino e questo potrebbe essere un altro punto a favore di Margherita. Ma in quanti anni si arriverà a sentenza? Verranno assegnate delle quote della Dicembre a Margherita? Quante?

Una questione non secondaria, con effetti importanti anche sulla Juventus che, onestamente, insieme alla Ferrari, è l’unica cosa che a noi interessa realmente.

Eredità Agnelli: un accordo è da escludersi?

Ci sono però altri dettagli che noi non possiamo pesare perché non siamo certo in possesso di tutta la documentazione, ma uno degli scenari da prendere in considerazione è che le quote di Marella siano ereditate per diritto – secondo la legge italiana – a Margherita, con un riequilibrio dei soci della Dicembre. Ricordiamo che John, Ginevra e Lapo hanno ricevuto dalla nonna delle quote fuori dal processo ereditario.

Ci sarà un ribaltamento? Difficile essere sicuri di uno scenario o dell’altro, ma se pochi mesi fa sembrava uno scenario irrealizzabile, quella prova in mano alla Procura di Torino potrebbe anche aprire a nuovi orizzonti, possibili soluzioni differenti.

In quel caso, i soci della Giovanni Agnelli BV potrebbero anche sottoscrivere un accordo per garantire stabilità per Exor e tutte le proprie controllate.

Un aspetto da non trascurare è il fatto che se la causa dovesse essere trasferita al Tribunale di Torino, questo dettaglio potrebbe anche indurre le parti a un accordo, con Margherita, che in questo caso, potrebbe trattare da una posizione di forza, rispetto al passato quando fu trattata senza alcun rispetto da Gabetti e Grande Stevens.

Elkann si è dimesso dalla Presidenza della Giovanni Agnelli BV, difficile pensare alla vendita della Juve

Non è un segnale campato in aria anche il fatto che John Elkann si sia dimesso dalla Presidenza della Giovanni Agnelli BV (nell’agosto del 2023) in attesa che venga fatta chiarezza sulle quote della Dicembre. Ricordiamo che la Giovanni Agnelli BV detiene il 52% di Exor e quindi anche della Juventus. Corrono voci, non confermate, che Andrea Agnelli avrebbe ricevuto una delega dal cugino per rappresentare il suo ramo in consiglio. Invece il posto nel consiglio di amministrazione di Andrea (dimissionario) in Exor, è stato preso dalla sorella Ginevra Elkann.

Diventa difficilissimo poter anche solo pensare alla vendita della Juventus in questo contesto così dinamico e in piena evoluzione, in attesa che si faccia chiarezza dal punto di vista legale sulle quote.

Per questa ragione è probabile che si stia vivendo un periodo transitorio con Ferrero (seppur indagato) e Scanavino che cercheranno di rimettere i conti in ordine in attesa che si faccia un pò di chiarezza sull’assetto proprietario del gruppo. La Juve, nel novembre 2022, stava vivendo una situazione di sbilanciamento finanziario pericolosissimo, per via di una gestione finanziaria a dir poco scellerata della precedente gestione (non a caso 7 membri del consiglio di amministrazione hanno votato contro l’approvazione del bilancio).

Per fortuna, grazie a un colosso come Exor alle spalle, a forza di aumenti di capitale e di tagli, si rimetterà la Vecchia Signora in carreggiata, ma la Juventus ha rischiato molto dal punto di vista finanziario e legale (con bilanci non conformi alle linee guida Consob). Diciamo che nella sua storia centenaria che la lega alla Famiglia, mai la Juve era arrivata così vicina al dissesto economico-finanziario. Post Marotta, il club ha vissuto una gestione scellerata.

Il recente rimborso totale del bond (senza alcun rinnovo) e l’aumento di capitale da 200 milioni sono segnali molto positivi e su questo aspetto bisogna dare atto a Jaki, al Presidente Ferrero e l’amministratore delegato Scanavino.

Il board della Giovanni Agnelli BV

A agosto 2023, al posto di John Elkann, alla presidenza della Giovanni Agnelli Bv è stato nominato Jeroen Preller, un avvocato olandese ed è una figura esterna alla famiglia Agnelli, una figura di garanzia in questa fase transitoria.

Nel CDA della Giovanni Agnelli Bv sono ora sei membri appartenenti ai tre rami della famiglia: Andrea Agnelli, Nicolò Camerana, Benedetto Della Chiesa, Luca Ferrero Ventimiglia, Filippo Scognamiglio e Alexandre Von Furstenberg. Oltre a Elkann, hanno lasciato il board anche Alessandro Nasi e Tiberto Brandolini D’Adda, due sue fidati alleati storici.

La Governance di Exor oggi, John avrà un’influenza così totale ancora sulla Juve?

Queste nomine sono però ribilanciate dalle precedenti dimissioni di Andrea Agnelli da Exor e Stellantis, perché sotto inchiesta dalla Procura di Roma per la questione del falso in bilancio e false comunicazioni sociali alla Juventus, mentre, al momento, nonostante la pressione della Procura di Torino, John rimane nel board of directors come CEO, con la carica più prestigiosa di Exor.

Rimane quindi decisiva anche la sua influenza sulla governance juventina, ma la sua posizione è senza dubbio più “debole”. John deve comunque tenere conto delle esigenze di tutti i rami della famiglia anche in vista di un futuro accordo che garantisca stabilità, considerando i venti contrari che stanno spirando in Italia e la causa sull’eredità e l’inchiesta della Procura, senza dubbio possono creare delle turbolenze.

Nasi e Brandolini d’Adda rimangono direttori non esecutivi di Exor ma si sono dimessi, come detto, dal board della Giovanni Agnelli BV. Sembra chiaro che si siano volute – per ragioni di opportunità – dividere le responsabilità tra la società controllante e la controllata.

Andrea e John sono alleati? La vendita delle quote

Al momento, l’unica novità è il fatto che il ramo Umbertiano, guidato da Andrea Agnelli, ha dismesso quote a favore del ramo della Dicembre di John che è passato al 39,7% nella Giovanni Agnelli BV, mentre Andrea è sceso all’8,9%. Questa operazione può essere vista di consolidamento della leadership di John e di Dicembre nel caso ci sia una scissione.

Per questa ragione non penso che continui a persistere l’ipotesi di una divisione tra i due cugini. Magari non si sono mai amati, ma perché farsi la guerra in un momento di debolezza per entrambi?

Perché Andrea ha ceduto una parte delle quote della Giovanni Agnelli BV?

Perché sta disinvestendo in quella che è una banca che genera utili miliardari? Da quello che è filtrato, sembra che Andrea stia facendo nuovi investimenti e abbia bisogno di liquidità, ma potrebbe anche essere stato ritenuto saggio, da parte sua, riequilibrare il suo portafoglio di investimento, in previsione di qualche scossa di assestamento in caso la querelle ereditaria dovesse riservari scenari sorprendenti.

Certo, gli altri rami della famiglia posseggono più del 60% rispetto al 39,7% della Dicembre e un patto “sindacale” potrebbe essere trovato nei prossimi mesi proprio per una questione di garantire la massima stabilità possibile, in attesa che venga fatta chiarezza, in merito alla causa ereditaria. Alla fine sotto la guida di John, Exor è cresciuta in modo esponenziale lato business e distribuisce dividenti miliardari, Elkann dovrebbe avere la fiducia della Famiglia.

Il fatto che Jaki si sia dimesso dalla presidenza della Giovanni BV può essere un segnale forte però, quasi ad abituare gli azionisti di Exor a ragionare sulla governance e sui manager, a prescindere dall’assetto societario della Dicembre e della holding di famiglia.

Perché John ha inserito nella Juve due uomini di totale fiducia

Gli ultimi sviluppi giudiziari però riservano ancora dei possibili colpi di scena. Tutto è ancora da decidersi, ma quello che sembrava un’ipotesi lontana dalla realtà, oggi non può più essere esclusa e, la Juventus, potrebbe nei prossimi mesi scoprire novità importanti.

E’ anche per questa ragione che John ha inserito nella Juventus due uomini di totale fiducia personale come Ferrero e Scanavino. Adatti non solo a mediare con i poteri forti della FIGC e della UEFA ma anche a fare in modo che la Juventus rimanga vicino a John più che ad altri membri della famiglia. Ma soprattutto, la Juve aveva bisogno di tecnici (non a caso i membri del nuovo CDA sono tutti esperti in materia contabile) per capire cosa si insinua nei vecchi bilanci e trovare una strada contabile credibile agli occhi di Consob e degli azionisti, dopo i notevoli problemi del passato.

Eredità Agnelli: lo schema Gabetti-Grande Stevens

Il problema riguarda la posizione del Presidente bianconero, chiamato a gestire, come commercialista, il piano diabolico di Gabetti-Grande Stevens che poteva essere efficace a fine 900 o nei primi anni 2000. Qui entriamo in un terreno molto delicato, ma il quadro normativo e politico è cambiato verso i paradisi fiscali e anche verso la Svizzera (che ha siglato diversi accordi di trasparenza con lo stato italiano).

Con lo scoppio dello scandalo dei Panama Papers, anche il ruolo dei paradisi fiscali si è indebolito, inoltre in Italia sono facilmente “bucabili” strutture giuridiche come “trust” e “fiduciarie”.

Il mondo si è ribaltato e, da parte di Gabetti e Grande Stevens , non aver risolto con Margherita la questione ereditaria fino in fondo sta creando problemi enormi, si è creato uno squarcio pesante nella nave che potrebbe esporsi ai pericoli esterni (Guardia di Finanza e Magistratura). Un accordo successorio, un pezzo di carta, non può chiudere una querelle così importante con un membro di spicco della Famiglia come la figlia dell’ “Imperatore” Gianni Agnelli. Quella leggerezza rischia di far vacillare oggi il castello.

E’ un problema anche politico e l’ opinione pubblica…

Che sia di carta o di cemento armato lo decideranno i giudici, ma il vento che tira in Italia nei confronti della Famiglia è tutt’altro che amichevole, dopo la dismissione di FIAT-FCA in Stellantis, a favore delle strategie in salsa transalpina, visto che lo Stato francese è azionista della stessa multinazionale. Dopo la morte di Marchionne, la famiglia ha saggiamente deciso di disinvestire sull’auto perché non in grado di gestire un settore così complesso, ma ha sottovalutato gli aspetti politici e che si riflettono anche sull’opinione che non sono secondari, su un piano di dismissione del genere.

Lo smantellamento di FIAT di fatto significa smantellare gran parte dell’apparato industriale italiano, nonostante tutti gli investimenti pubblici a sostegno dell’azienda automobilistica torinese da parte dello Stato e dei Governi.

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