Montero grinta

Juve: mezza squadra indifferente e mezza insofferente, CL a rischio, Allegri da esonero! Serve un motivatore

8 partite, 1 vittoria (di pura fortuna con goal di Rugani al 94’), tante prestazioni imbarazzanti negli ultimi 2 mesi, mai come quella di oggi contro un Genoa oramai salvo e senza stimoli, una squadra oltretutto tecnicamente modesta. La Champions è a rischio visto il calendario molto duro, con la squadra torinese che è oramai allo sbando dal match contro l’Empoli. E non ci sono segnali di ripresa, perché lo spogliatoio sembra dare segnali pessimi. Nel post partita poi abbiamo avuto la prova (se ancora ne avevamo bisogno) che lo stile Juve è naufragato, non esiste più.

La Juve non è più un’azienda ma un giocattolino di famiglia

In una società dove la comunicazione è centrale, un’azienda che si rispetti avrebbe esonerato un suo dipendente che, in diretta nazionale, si è comportato come Allegri oggi, con maleducazione, scarso rispetto per i ruoli e tanta arroganza. Risultati e stile sembrano andare a braccetto ma la società Juve pare del tutto indifferente.

Quella arroganza che ci sta accompagnando dal 2018 ad oggi. Ma la Juve non è più un’azienda da molto tempo, dall’uscita di Beppe Marotta e alla morte di Sergio Marchionne (il primo fatto è dipeso dal secondo) questo club non è gestito come un’azienda ma come un giocattolo, portato ad un passo dal tracollo finanziario, trattato come un giocattolino di famiglia, funzionale alle megalomanie personali. Il contratto folle ad Allegri (un allenatore finito da 5 stagioni almeno) di 4 anni a 9 milioni l’anno (quasi 18 lordi) ne è una conseguenza.

L’arroganza mostrata nelle interviste a fine partita è figlia di un atteggiamento che in società serpeggia dal 2018.

Giuntoli e la necessità di avere un decisionista

Non si comprende neanche il ruolo di Cristiano Giuntoli in questa crisi: cosa sta facendo visto che lo spogliatoio sembra sfasciato e i giocatori demotivati. Se si sta limitando al ruolo di mero direttore sportivo senza poteri, allora abbiamo un grosso problema. E’ vero che per 4 anni siamo stati senza un vero uomo mercato e d.s. e ne stiamo pagando le conseguenze, ma la Juve oggi ha bisogno di un decisionista a livello tecnico. Se lui non lo è, allora “Huston abbiamo un problema enorme”.

Juve: lo spogliatoio scricchiola, l’indifferenza regna sovrana

Solo in questo modo si spiega l’improvviso ritiro imposto (da Allegri? E’ sempre stato contrario….) per cercare di ritrovare una minima unità di intenti. Non ci sono altre spiegazioni logiche a questo provvedimento.

E’ una Juve che paga dazio anche della dose di fortuna capitalizzata nel girone d’andata, due pali per i bianconeri (Iling Junior e Kean) contro il Genoa mentre Allegri in conferenza stampa infierisce e si focalizza sulla porta imbattuta.

In realtà, i segnali dati dalla squadra sono molto preoccupanti: ha passeggiato per 45 minuti, a testimonianza del fatto che almeno la metà dei giocatori è totalmente indifferente alla causa bianconera e di Max Allegri, la maggior parte dei giocatori sembra fare il minimo indispensabile. L’indifferenza sembra il mood principale, Allegri sembra tutto meno che un motivatore e un grande gestore come è dipinto dalla stampa amica. Forse lo è stato.

Chiesa e Vlahovic remano dalla parte di Allegri?

C’è però il nucleo dei più forti, che fa percepire insofferenza e nervosismo, anche verso il tecnico: post espulsione temo che tra Vlahovic e Allegri siano volate parole grosse, soprattutto da parte del serbo che pare abbia vissuto una crisi di nervi da non sottovalutare, rischia anche un paio di giornate di squalifica. Andrà multato per un cartellino rosso assurdo ed evitabile, il suo comportamento oggi è stato inammissibile, non da Juventus.

Come non sono da Juventus le dichiarazioni di Allegri a fine partita contro Teotino, l’unico giornalista reo di avergli fatto una domanda seria. Forse, non è più abituato a rispondere a domande che non siano di cronisti amici.



Anche Chiesa pare aver mollato definitivamente la causa Allegri, oramai Chicco – si percepisce da un chilometro – non ne può più degli equivoci tattici frequenti con l’allenatore. E’ al limite anche lui.

Ma la domanda è: esiste ancora una società a Torino? A me sembra che la situazione stia sfuggendo di mano a tutti, compreso Giuntoli che dovrebbe imporsi e soprattutto dare una scossa all’ambiente, a costo di minacciare le sue dimissioni.

Servono provvedimenti drastici per non rischiare la qualificazione in Champions, oggi è il punto più basso, mi ricorda molto la sconfitta a Monza dell’anno scorso o la partita persa con il Benevento in casa con Pirlo. Lo spogliatoio è vicino all’implosione con Allegri.


Montero può essere il motivatore giusto per 10 partite

La società dovrebbe approfittare della sosta e mettere la squadra in mano a un motivatore che conosce bene l’ambiente: l’ideale sarebbe Montero che incarna alla perfezione il DNA vincente della Juventus e parla come un vincente, al contrario di Mister Alibi da Livorno.

Servono 10 finali per conquistare la Champions con un calendario durissimo, solo Montero avrebbe il coraggio di attaccare al muro – in senso metaforico – le stelle della squadra. Chiesa e Vlahovic sono gli unici che possono portarci nell’Europa che conta, con questo allenatore sembra che abbiano messo una bella pietra tombale.

Montero può riportare stimoli, ordine, autorità e autorevolezza nello spogliatoio e soprattutto rimettere ogni giocatore nel proprio ruolo: non si può vedere Gatti fare l’esterno destro e Cambiaso l’interno, nella Juve attuale c’è solo confusione. Serve un motivatore-normalizzatore, ora c’è solo il caos, spero Giuntoli si svegli.

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