Mai si era vista una striscia così negativa di 1 vittoria in 9 partite, una crisi profonda con la squadra che non segue più il suo allenatore. Lippi alla decima si dimise con grande dignità, quella sconosciuta alla Continassa.
In una crisi così profonda, il minimo era che la dirigenza a Roma si presentasse compatta intorno all’allenatore e invece l’hanno lasciato solo. Il tecnico livornese è isolato ma l’ha voluto lui: ha chiesto l’allontanamento dalla Continassa dal direttore generale in pectore Francesco Calvo, esiliato a Vinovo.
Non voleva Giuntoli, gli ha scatenato contro una bella sarabanda la scorsa primavera. Il direttore tecnico si ricorda ancora certe strane telefonate con Aurelio De Laurentiis.
Era solo questione di tempo ma prima o poi sarebbe esplosa la bomba tra direzione tecnica e lo staff. Il primo responsabile è proprio Allegri che ha cercato sempre conflittualità dall’interno, protetto dalla parte della proprietà agneliana e facendo leva sul buon rapporto con Elkann.
Ma oggi che tutta Italia si sta facendo delle domande sul presente immediato di Allegri, il silenzio assordante della Juventus è la testimonianza che l’allenatore ha perso la totale fiducia della società. E’ solo questione di tempo e poi sarà esonero. C’è chi dice solo 48 ore, in Coppa Italia si gioca tutto.
La vergognosa prestazione di ieri con tutta la squadra relegata in difesa e le sostituzioni (interpretate solo come una provocazione verso i dirigenti) hanno affondato la sua posizione.

Il silenzio di Giuntoli e l’assenza dei dirigenti apicali
Giuntoli si è presentato all’Olimpico con Manna ma non ha speso una parola in suo sostegno. Di Scanavino e del Presidente Ferrero si sono perse le tracce in questo week end pasquale e questa la dice lunga su tutto.
Nessuno vuole mettere la faccia sulla Juventus di Allegri (Elkann l’ha seguita solo due volte in tribuna in questa stagione, mantenendosi a debita distanza).
La squadra ha perso malamente (e meritatamente) a Roma, dopo 9 partite giocate in maniera terrificante e con la squadra che non sta seguendo più l’allenatore, una dirigenza presente si palesa ai microfoni per esonerare o difendere il proprio tecnico, invece indifferenza e silenzio, un silenzio che vale più di mille parole. Entro 48 ore sarà maturata la decisione finale.
Luciano Moggi, che è ben informato su tutto quello che succede alla Juventus (è sempre il mentore di Allegri e Agnelli) ha detto una cosa sacrosanta due settimane fa a Juventibus con Massimo Zampini: “in questo caso la società o lo difende pubblicamente o lo esonera”, non ci sono vie di mezzo. Giustissimo, come sempre Big Luciano è un passo avanti a tutti.
Dopo due giorni Scanavino, durante l’incontro con gli sponsor, ha confermato la fiducia ma senza neanche citare il nome: ha parlato di “fiducia nell’allenatore…” . Per i quotidiani sportivi apriti cielo, titoloni sulla conferma di Allegri.
Come vi avevamo spiegato rientra tutto in una strategia per portarlo a bagnomaria fino al termine.
Ma Giuntoli, 24 ore prima delle parole di Moggi, pare abbia chiesto l’esonero secondo una ricostruzione ben dettagliata. Un uomo di calcio che frequenta gli spogliatoi da 40 anni sa benissimo che c’è una scollatura pericolosissima tra i giocatori e l’allenatore.
Ma analizziamo solo i fatti: assenza dei dirigenti apicali a Roma, zero dichiarazioni di Giuntoli a sostegno di Allegri, silenzio di tomba dopo l’ennesima sconfitta.
Nella foto la difesa schierata della Juventus al 94′, peccato che sia il terzino destro della Lazio a bucarla.

L’indiscrezione: “martedì Allegri si gioca la panchina”
Cosa vuol dire? Se uniamo questi fatti all’ultimo rumors che filtra dalla Continassa, riteniamo credibili le voci che parlano di un ultimatum a Allegri: “se martedì in semifinale di Coppa ci sarà un altro risultato negativo, sarà esonerato”.
Allegri ha 48 ore di tempo. Luca Momblano di Juventibus è dello stesso avviso: “Allegri è in forte discussione all’interno della società”.
Per il giornalista di Telelombardia la dirigenza ha paura a mettere la faccia a una decisione così drastica, l’esonero era pronto a fine stagione ma questa crisi ha messo in difficoltà i dirigenti juventini che si sono fatti trovare impreparati. Nessuno si aspettava un crollo così improvviso, la Champions è a rischio, ora non si scherza più con 100 milioni in ballo ma nessuno ha le spalle larghe per assumersi una responsabilità del genere. Per questa ragione questa società ha bisogno di un presidente carismatico (come può essere Del Piero) e un direttore generale alla Marotta o Giraudo. Persone con gli attributi e che conoscono il calcio.
Se la Juve affonderà nell’indifferenza, i dirigenti saranno fatti fuori tutti
La storia della Juve insegna che se i dirigenti non faranno nulla e la nave dovesse affondare, andranno tutti a casa. E’ già successo con Elkann dal 2006 al 2011.

L’esonero è necessario: serve una scossa mentale ai giocatori che devono essere responsabilizzati, Allegri è diventato non solo la causa dei problemi ma anche un comodo parafulmine per giocatori e dirigenti. Dopo il match di Roma c’era anche qualcuno che rideva/godeva dopo una sconfitta, con quel sorrisetto come se godesse di una sconfitta. Perché? E’ evidente la spaccatura con l’allenatore, tutti stanno aspettando l’esonero. E parliamo di quelli che dalla narrativa allegriana sono definiti i fedelissimi. Vi immaginate Chiesa e Vlahovic?
Ma ci sono altre fonti pronte a confermare. Rudy Galeti di Sportitalia ieri ha twittato: “Dopo l’ ennesimo risultato negativo ancora nulla è stato deciso ma nella Juventus stanno internamente valutando come procedere nel breve periodo. Allegri è a rischio, potrebbe non completare la stagione”.
La squadra ha bisogno soprattutto di una scossa mentale e, in quel senso, l’unico che potrebbe attaccare i giocatori al muro è Montero, ma l’unica mossa sicura per la Champions sarebbe quella di chiamare subito Conte e mandare al macero i programmi di giugno (Thiago Motta). Ma del totonomi ne riparleremo con un approfondimento.

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