Nel 2018 la Juventus era una società modello e potente: Andrea Agnelli era Presidente dell’ECA (nominato il 5 settembre 2017) e membro dell’Esecutivo UEFA, Marotta in Italia aveva molta influenza e conduceva le sue battaglie contro il rivale Claudio Lotito (entrambi consiglieri della Lega Serie A in FIGC). La Juve era potente ma gli attentati erano sempre all’ordine del giorno, però quando si presentava il Procuratore di turno, in questo caso Pecoraro (che aveva presentato in commissione parlamentare Antimafia delle intercettazioni false sul conto di Agnelli che uscirà dalla storia pulito), la Juventus aveva le spalle larghe per tutelarsi e soprattutto per tutelare la propria squadra e i propri tifosi.
Tenete però a mente queste date.
Il 25 luglio 2018, purtroppo, muore Sergio Marchionne, l’uomo più influente non solo in FCA e Ferrari ma in tutta la galassia della famiglia Agnelli. Un uomo che aveva potere e influenza su tutti gli asset. Elkann è cresciuto sotto la sua ala protettrice. Nel 2009 era stato lui a consigliare proprio a John (a sua volta consigliato da Garrone in Confindustria) l’ingaggio di un manager molto abile per la Juventus: Beppe Marotta.
Ci sono stati subito dei contatti ma Marotta nel 2009 non se la sente di lasciare Genova, perché Jean Claude Blanc ha ancora nelle sue mani deleghe troppo ingombranti e il buon Beppe non pensa di avere carta bianca per poter rifondare la Juventus nel post Calciopoli.
Ma nel 2010 John convince Marotta e arriva anche il cugino Andrea Agnelli che ha il merito di avere idee e intuizioni strepitose come la scelta di Antonio Conte (nel 2011) come allenatore (aveva allenato in Serie A solo per pochi mesi all’Atalanta, ma aveva vinto due campionati di Serie B), oltre agli investimenti immobiliari (pensiamo alla Continassa), oltre del cambio del brand che diventa un marchio mondiale con la J stilizzata. Tutto però passa anche dal controllo maniacale degli uomini di Exor sui conti. La Juve diventa un club vincente e con i conti sostenibili, fino al 2018.
Marotta e Paratici nei loro ambiti risultano dei manager molto preparati, Nedved anche lui si rivela un dirigente capace (è grazie a lui e Raiola che arriva il giovanissimo Pogba a parametro zero).
Nasce una grandissima società guidata dal Presidente Agnelli e dagli amministratori delegati Marotta e Mazzia. La Juve – penso – tocchi il suo apice il 24 luglio 2018, da dal giorno dopo, dalla morte di Marchionne, quel maledetto momento, si è staccata una slavina dalla montagna e non c’è più stato nulla da fare. I fatti a catena sono disastrosi.
Il 30 settembre 2018 viene annunciato l’addio di Beppe Marotta e dell’altro amministratore delegato Mazzia da Andrea Agnelli, tutte le deleghe sono in capo a lui che le riserverà (almeno una parte) dei tre quarantenni, compreso Paratici-Ricci-Re (dureranno i tre come un gatto sull’Aurelia).
Come sono andati gli ultimi 6 anni di gestione?
Dal 2018 all’ultimo bilancio d’esercizio sono state registrate perdite per oltre 900 milioni, cifra che supera i 4 aumenti di capitale (proprio di 900 milioni). Nel luglio del 2023, dati dell’ultimo bilancio, i debiti erano per oltre 800 milioni, da brividi. Arrivabene, chiamato nel 2021 per risanare i conti, in realtà sembra avere le mani legate.
Ha dichiarato al CDS: “Inizialmente nella Juventus ero nel CDA Juve in qualità di consigliere senza deleghe e in un momento in cui a causa del Covid ci si riuniva in videoconferenza. Allora la strategia della società mirava a una forte espansione iniziata in precedenza con l’acquisto di Ronaldo e l’obiettivo era vincere la Champions ed entrare in modo solido e duraturo tra le grandi d’Europa: di conseguenza sono stati fatti altri acquisti importanti, poi il Covid ha complicato le cose. Poi ho iniziato il mio lavoro da dirigente il primo luglio 2021, trovando una situazione piuttosto pesante a causa degli investimenti precedenti. Ovviamente la pandemia aveva aumentato i problemi, i costi di contratti molto onerosi avevano creato una situazione piuttosto difficile. Cosa dovevo fare, andare in tv e dire abbiamo sbagliato a spendere troppo?”.
Ma oltre al danno finanziario pesante che condizionerà il presente e il futuro della Juventus, c’è stato un danno politico non indifferente.
Tutta l’influenza e il potere di Beppe Marotta da averlo a proprio favore se l’è trovato contro senza pietà, l’ex amministratore delegato è rimasto con il dente avvelenato, ma cosa ben peggiore è quanto capita nel 2021, dopo gli ulteriori problemi finanziari cagionati dal Covid nel 2020, c’è lo strappo per la Superlega, nella notte carbonara tra il 18 e il 19 aprile 2021, quando Andrea Agnelli dà le sue dimissioni dalla Presidenza dell’ECA e dell’esecutivo UEFA.
Il presidente non risponde alle telefonate del presidente dell’UEFA Ceferin che si sente preso in giro e tradito. Purtroppo le ripercussioni saranno soprattutto sulla pelle dei tifosi della Juventus.
La Superlega (idea sulla carta fighissima ma che nei fatti si rivela una vera boutade perché il progetto è del tutto o quasi inesistente) dura meno di 48 ore, schiacciata dalla politica europea e da esigenze politiche e equilibri geopolitici superiori (pensiamo al ruolo del Qatar soprattutto dopo lo strappo con la Russia e di mediatore storico nel medio oriente e soprattutto della Gran Bretagna intenzionata a tutelare la Premier League ).
La Juve e Agnelli escono dall’ECA, per uno storico strappo autolesionista (se pensiamo che il G-14 è stato creato da Roberto Bettega e Adriano Galliani su mandato di Umberto Agnelli padre di Andrea, e Silvio Berlusconi) mentre la Juventus prova a fare la guerra all’UEFA con i fucili di cartone. Le inglesi dopo poche ore si ritirano, rimangono sono Juventus, Barcellona e Real Madrid , ma solo la Juve paga per le plusvalenze a specchio gonfiate in un’inchiesta molto sospetta e politica condotta dal Procuratore Chiné e dai giudici della FIGC che risultano tutto meno che credibili durante processi farsa nei quali non viene garantito il diritto della difesa. La Juve rimane fuori dalle coppe con un debito senza precedenti sulle spalle e solo mamma Exor la salva con continui aumenti di capitale, ma il danno finanziario e politico è compiuto. Il Real di Florentino Perez continua ad avere gli arbitraggi a favore e vincere Champions come mangiare noccioline, il Barcellona (pescato con le mani nella marmellata con gli arbitri con alcune consulenze pagate sospette alle persone giuste) non viene toccata. Paga solo la Juve.
Questa è la storia che si è consumata. E oggi, che la Juve è ritornata nell’ECA mi tocca leggere commenti senza senso di gente che sembra essere vissuta nelle caverne per questi ultimi 6 anni di disastri? Benvenuti nel 2024, non siamo nel 2018.
Dal punto di vista finanziario, economico e politico sono stati commessi errori e leggerezze autolesioniste senza precedenti solo per la smania di potere. Mosse che hanno rischiato di mettere seriamente a repentaglio l’esistenza della Juventus. Per fortuna, alle spalle abbiamo una holding (Exor) che registra profitti per oltre 4 miliardi all’anno, dobbiamo solo ringraziare gli azionisti da tifosi che hanno messo soldi (900 milioni in 3 anni) che nessun altra proprietà al mondo ha mai fatto. Ma continuiamo a pagare i gravi sgarri politici.
Su questa lunga storia verrà scritto un libro prima o poi, solo con la narrazione nuda e cruda e obiettiva sulla narrazione dei fatti: come una società perfetta è stata distrutta in pochi anni.
Ps Da tifoso sogno sempre una lega europea privata nella quale sia protagonista anche la Juventus, ma se vogliamo arrivare a questo ci riusciremo solo rimanendo nell’ECA e solo all’interno dell’ECA si potranno trovare accordi, intese ed equilibri politici condivisi che porteranno allo strappo dalla UEFA e dalle Federazioni. Solo l’unione fa la forza ed è inevitabile che questo prima o poi accadrà, alla luce della Sentenza delle Corte di Giustizia ma soprattutto considerando che gli interessi dei club sono confliggenti con quelli della FIGC, della UEFA e della FIFA. Solo questione di tempo, di modi e di alleanze (ma quelle giuste).

Ritengo che la Juventus per rientrare nel calcio dovrà attendere che maturi la posizione Andrea Agnelli
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