Alla Juve c’è un vuoto di potere evidente (che la rende paradossalmente attrattiva per alcuni top allenatori) ma sulla panchina c’è in questo momento Thiago Motta che per Nicolò Schira (sul suo canale) è “oggetto di riflessioni da parte della Juventus”. Dopo la partita con il Feyenoord come potrebbe non esserlo?
Posizione di Motta: pesa anche la svalutazione degli investimenti?
Però se non dovessimo ragionare di pancia e da tifosi, ma per un momento ci dovessimo immedesimare nella testa e nei panni dei dirigenti che devono pensare ai risultati sportivi ma anche alla sostenibilità economica del progetto, a pesare non è solo il quarto posto (obiettivo minimo) che dovrà essere raggiunto a ogni costo (e non nascondiamoci dietro un dito: con Koopmeiners, Douglas Luiz, Conceicao, Nico Gonzalez, Kolo Muani, Vlahovic, Yildiz, il target è abbondantemente alla portata, vogliamo leggere le rose che hanno a disposizione Baroni e Palladino, non scherziamo!!!).
Il ragionamento che dovrebbe fare un dirigente alla Continassa, a mio avviso è sul miglioramento o meno della rosa.
Dopo un mercato come quello estivo, sono andati in fumo 150 milioni di euro di investimenti. Koopmeiners (per 4 mesi fuori ruolo e ora in crisi d’identità), Douglas Luiz (per tutta la stagione più in campo che in panchina) e Nico Gonzalez non hanno reso come avrebbero dovuto rendere e si sono pesantemente svalutati. Vlahovic è stato gestito malissimo. Parliamo di un patrimonio di 200 milioni di euro che la Juventus, in questo momento storico, con i conti in bilico, non si può assolutamente permettersi di svalutare. E questo discorso coinvolge anche Cristiano Giuntoli, anche lui è responsabile di questi investimenti e della loro mancata valorizzazione.
Panchina Motta: mesi decisivi
Prossimi 3 mesi saranno decisivi per tutti o il rischio di perdere potere e panchina è dietro l’angolo. Ci auguriamo che Motta – con un impegno a settimana – finalmente trovi i giusti equilibri, centri il risultato MINIMO (quarto posto) e valorizzi la rosa, abbandonando se necessario alcune sue idee estreme e si adatti finalmente ai calciatori che ha a disposizione.
Nel caso di naufragio invece, a quel punto i candidati forti sarebbero Conte e Gasperini, del resto serve un allenatore dalla personalità spiccata, capace di fare anche il dirigente (visto che questa società è debolissima) visto che pare sempre più evidente che Giuntoli sia più un direttore sportivo che un direttore generale (è responsabile di tutta l’area football). Ancora una volta abbiamo commesso un errore identico a quando Paratici passò dallo scouting alla scrivania? Probabile.

Gasperini: “nessun rinnovo con l’Atalanta”
Gasperini e Conte si mettono sul mercato, si prevede una primavera di fuoco per le manovre della prossima stagione, si prevedono diversi cambi di panchina. Il tecnico dell’Atalanta ieri è stato netto: “vedremo a fine anno se andare a scadenza (il contratto prevede una naturale conclusione al 30 giugno 2026, ndr) o interrompere già a fine stagione. Ho la sensazione che non ci saranno ulteriori rinnovi”. Si era diffusa la voce l’anno scorso che avrebbe rinnovato fino al 2027 ma così non è stato.
Un fulmine a ciel sereno in quel di Bergamo ma non è il solo.
Conte non è convinto di rimanere a Napoli
Vi ricordate quando un mese fa vi avevamo parlato di un Antonio Conte non così convinto di rimanere a Napoli (ha messo una clausola sul contratto che gli permetterebbe di uscire) e che se dovesse scegliere ritornerebbe alla Juve a occhi chiusi (anche perché c’è un evidente vuoto di potere). Bene, ieri, in conferenza stampa, a precisa domanda:
“Molte voci la accostano a Milan, Roma, estero, smentisce? Allenerà lei il Napoli?“
«Non ha senso oggi fare delle valutazioni sugli altri, sia se parlano sia sui risultati di altre squadre, lo reputo irrispettoso, non mi piacerebbe se lo facessero con me. Noi dobbiamo continuare a lavorare e crescere se c’è la possibilità di crescere e poi vediamo».
Dalla serie, Conte si sta giocando lo scudetto al Napoli, poteva anche optare per una bugia bianca per non destabilizzare l’ambiente e non l’ha fatto. Conte è insofferente?
Ripeto: vorrebbe ritornare alla Juventus, una Juventus nella quale c’è un evidente vuoto di potere, una Juventus nella quale servono juventini e uomini forti che la possano rappresentare. Non c’è Andrea Agnelli legato a Max Allegri e che si è sempre rifiutato di riprendere Conte nonostante le insistenze di Paratici e Nedved nel 2019 e nel 2021 (due errori fatali per il rendimento sportivo e finanziario del club e che hanno rafforzato le nostre rivali).
