John Elkann

Perché la Juve è da quarto-sesto posto. Napoli e Inter hanno capito una cosa, Elkann no e va verso la decrescita infelice

E’ presto per fare valutazioni, bilanci e proiezioni ma se l’Inter sta chiudendo per Lookman e va all’offensiva per Leoni, il Napoli sta rifacendo una seconda squadra con la conferma del suo allenatore, il Milan si sta muovendo bene con Tare (anche se le cessioni di Rejinders e Thiago Hernandez pesano), la Roma con Gasperini e Massara merita rispetto, la Juve oggi la vedo in un range da quarto-sesto posto se non avrà infortunati e voi? Il ragionamento è chiaro e parte dalla classifica dell’anno scorso: l’Inter ha perso Inzaghi ma ha ancora tutte le sue stelle, Marotta e Ausilio rimangono a dare spessore alla società.

Il Napoli è la vera regina del mercato, siamo lontani anni luce dalle prime due posizioni e questa cosa, se ti chiami Juventus, è avvilente. Tutto il resto è noia e conta pochissimo.

Insomma, se non ci sarà un finale di mercato scoppiettante, sarà un altro anno volto alla mediocrità come sta accadendo dal 2021 a oggi, non solo nei fatti ma anche nella testa della proprietà e dirigenza.

Target: quarto-sesto posto, del resto il 29 maggio quando hanno ufficializzato l’ennesima rivoluzione annuale, ho precisato il mio pronostico: non sarà l’anno zero ma -1.



A Torino non hanno capito una cosa chiara: per finanziare una squadra competitiva non è sufficiente oggi qualificarsi in Champions, i 40-50 milioni della partecipazione non sono più sufficienti perché i club inglesi e spagnoli hanno incrementato i ricavi interni, inoltre con i premi della SuperChampions stanno aumentando il gap verso gli altri club (Juve compresa), se non fai il salto ora rimani indietro e non puoi recuperare. L’Inter ha partecipato a due finali di Champions in tre anni e ha incassato solo quest’anno più del doppio della Juve.

Con 50 milioni in più (oltretutto assorbiti in due secondi dalle operazioni scellerate del passato) non riesci a essere neanche così competitivo in Italia perché con i diritti tv collettivi della Serie A, c’è stato un livellamento verso il basso della competitività. C’è molto più equilibrio, solo i soldi della Champions (dagli ottavi in poi) possono fare la differenza.

Solo il Napoli l’ha capita questa musica (oltre all’Inter di Marotta che ha speso poco ma bene e in modo mirato) e si è adeguata, andando a prendere il miglior allenatore italiano e costruendogli in due anni una super squadra per la Serie A. Certo, se sbagliano una stagione sono dolori visto che alle spalle non hanno una holding ma una società in perdita (De Laurentiis dal cinema non guadagna nulla, anzi… con il calcio però si sta rifacendo).

Gli unici punti di forza che vedo nella Juventus che possono fare la differenza sono Yildiz e Bremer che però viene da un anno di stop (e sappiamo che i crociati sono sempre delle incognite).

Mi sta preoccupando anche un altro aspetto oltre alla svendita dei nostri giocatori: il fatto che stiamo indebolendo la rosa, abbiamo ceduto riserve come Alberto Costa e Mbangula che l’anno scorso nei momenti chiave sono comunque entrati bene quando chiamati. Ora vogliono vendere Miretti ma poi non hanno la forza di comprare un giocatore. Questo aspetto mi spaventa perché l’anno scorso aver avuto una rosa cortissima ci è costato almeno 5-6 punti decisivi più una pessima campagna in Champions.

Abbiamo messo alla porta Vlhaovic (anche lui ha fatto di tutto per farsi mettere), Perin (idem), Nico Gonzalez, Douglas Luiz, Djalò, Arthur, Milik, Kostic e McKennie (c’è il problema del rinnovo del contratto (scade nel 2026) e se non verranno ceduti ci porteremo in casa degli scontenti che non faranno bene al clima della squadra.

Negli ultimi anni potevamo avere una seconda squadra in panchina a costo zero e talento composta dai nostri migliori giovani con basso ingaggio (Rovella, Savona, Israel ceduto per 1 milione, Soulé, Houjisen, Iling, Barrenechea, lo stesso Mbangula, Miretti, Fagioli è un caso a parte…) e avremmo potuto avere budget da investire sui titolari e invece abbiamo solo annaspato e svenduto, preso giocatori mediocri, pagati profumatamente e ora ai margini del progetto.

Quest’anno non sto vendendo ancora elementi di discontinuità con le disastrose gestioni passate.
L’unica speranza è che questo palese ridimensionamento voluto da Elkann e la Famiglia, sia attutito dalla politica a basso costo di Comolli che va a pescare giocatori sottovalutati che, se inseriti nel contesto giusto, soprattutto a livello tattico ma anche ambientale possono rendere al meglio con costi sostenibili. Joao Mario è la prima sfida.

Si tratta però di un Moneyball bianconero a altissimo indice di difficoltà. E’ una politica molto rischiosa ma visto le risorse in mano, è anche l’unica.

Le mie perplessità sono sul progetto tecnico: è da quasi dieci anni che non esiste programmazione e non c’è un telaio solido e chiaro che possa valorizzare i giocatori. A Tudor forse la risposta più difficile, gli facciamo un grosso in bocca al lupo perché non sarà facile.

Siamo caduti così in basso? Sarà il campo a decretare le sue sentenze. L’anno scorso eravamo tutti ottimisti perché la società comunque si muoveva con ambizione ma siamo rimasti delusi. La speranza è che quest’anno avvenga esattamente il contrario. Forza Juve sempre, ma dovremmo stringere i denti temo.

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