Andrea Agnelli

Hanno fatto la guerra alla Juventus ma oggi la Giustizia Sportiva di FIGC e UEFA è in grave pericolo, ecco perché…

In merito alla questione Andrea Agnelli e Giustizia Sportiva, con il relativo rinvio del Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio alla Corte di Giustizia Europea (CGE) attendiamo la sentenza definitiva ma ci sono delle considerazioni da farsi.

Il processo SOMMARIO voluto dal Procuratore Chiné e gestito dai giudici FIGC (non indipendenti perché nominati dal Presidente federale) e dal CONI nei vari gradi di giudizio, ha provocato un vero tsunami sulla giustizia sportiva italiana. Le conseguenze potrebbero scardinare tutto il sistema di potere, tutt’altro che trasparente e con conflitti di interesse difficili da celare. Solo i giornalisti italiani fanno finta di non accorgersi di nulla.

Il problema è che FIGC e UEFA hanno calcato la mano con un processo farsa e forzato (che ha violato qualsiasi principio sull’equità del processo e del diritto equo di difesa) e ora si ritrovano con il sistema della giustizia sportiva in grave pericolo, messo in discussione dalla Corte di Giustizia Europea. Contenti loro…

Riavvolgiamo il nastro.

Non vogliamo fare i tifosi che mettono la testa sotto la sabbia, vogliamo ragionare con la nostra testa nel valutare i fatti.

La richiesta di patteggiamento di Agnelli e Paratici al Tribunale di Roma

Una cosa mi è chiara: la dirigenza Juventus può aver sbagliato, non a caso è in corso un Processo Penale al Roma con gli avvocati di Agnelli e Paratici che hanno chiesto il patteggiamento con una condanna e con l’impegno di risarcire le parti civili costituite in giudizio. E’ chiaro che qualcosa è stato sbagliato se i legali di Agnelli e Paratici e dei vertici della Juventus vogliono un accordo con la Procura di Roma che dovrà essere accettato dal GIP.
Il patteggiamento non significa nulla sulla colpevolezza etica o morale di una persona. Non vuol dire che persona sia colpevole per forza ma è chiaro che il modo di agire in quegli anni ha messo i manager della Juventus in una condizione di non potersi difendere in base alle prove raccolte dalla pubblica accusa.

Secondo proprio le accuse la Juventus avrebbe reso sistematica una pratica borderline comune nel calcio italiano. Aggiungiamo noi che era adottata da tutti i club (gli esempi si sprecando, vedi operazione Osimhen con i quattro raccattapalle scambiati con il Lille e valutati 20 milioni, vedi le operazioni con i giovani di Roma, Inter, Sassuolo etc etc). La Juve però lo aveva reso, post Covid come un verso sistema.

E questo dava naturalmente dava fastidio perché dava un ulteriore vantaggio ai bianconeri (eravamo reduci da 9 scudetti) nel breve termine ma nel lungo (con l’accumulo di tutte le quote di ammortamento) lo si è danneggiata in modo grave (guardiamo il Chievo che fine ha fatto dopo dieci anni di plusvalenze in quel modo…). Non a caso una parte degli azionisti si sono costituiti come parte civile nel Processo di Roma. Stiamo parlando di un processo penale, di una cosa molto seria.

Le plusvalenze elevate hanno intossicato il bilancio Juve nel lungo termine

In sintesi si è intossicato in maniera quasi irreversibile il bilancio. Inutile nascondersi dietro un dito.
Però c’è un aspetto che nessuno ha valutato e che potrebbe avere conseguenze devastanti per la giustizia sportiva italiana e il codice d’onore e il potere persuasivo di FIGC e UEFA potrebbe implodere. Vi spieghiamo tutto nel nostro blog.

Poi alcune operazioni erano del tutto pulite (vedi Orsolini) altre invece erano molto discutibili (Arthur-Pjanic) ma sempre a svantaggio nel lungo periodo per il club per come la vedo io. Certe intercettazioni però hanno o avrebbero dimostrato – secondo l’accusa – l’intenzione di gonfiare il valore dei giocatori scambiati, in particolare una telefonata tra Andrea Agnelli e John Elkann, una telefonata che doveva essere valutata, durante il “processo sportivo”, in aula con un contradditorio tra le parti. Una comunicazione tra i vertici Exor-Juventus che poteva prestarsi a diverse interpretazioni.

Negato il giusto e equo processo

Invece ai manager della Juventus e alla Juventus stessa non è stata data alcuna possibilità di DIFENDERSI in base a un PROCESSO EQUO e GIUSTO.

Sono stati violati tutti i DIRITTI DELLA DIFESA protetti dalla Costituzioni italiana.

Nessun tipo di giustizia, anche quella sportiva, può violare i diritti della difesa. In particolare se le sentenze possono influire sulla vita dei tesserati sotto giudizio.

La Juventus non aveva la possibilità di DIFENDERSI. E’ stata rmessa spalle al muro senza alcuna possibilità.

Gli spifferi dalla Procura, la posizione della Consob e Arrivabene ha dato lo stop

Il sistema delle plusvalenze era già stato bloccato dalla nomina di Arrivabene come CEO, quando già erano arrivati spifferi importanti dalla Procura di Torino. Così, con il nuovo amministratore delegato, nel settembre 2021 (e il contestuale addio di Paratici arrivato alla scadenza del contratto), aveva bloccato qualsiasi operazione di scambio a specchio con gli altri club.

C’era stata anche una presa di posizione importante della CONSOB, l’autorità di Borsa che ha il potere di vita e di morte sui club. Andrea Agnelli si era schierato anche contro le interpretazioni della CONSOB, ma Arrivabene aveva fermato tutto.

Le strane coincidenze UEFA-FIGC post condanna

La Juventus non voleva più adottare quella politica, ma il Palazzo l’ha voluta colpire a ogni costo. La guerra della UEFA alla Juventus è stato il reale motivo? Non lo sapremo mai ma non è difficile immaginarlo.
Strane coincidenze come la nomina di Gravina a vice-presidente UEFA a condanna avvenuta nei confronti della Juve (ricordiamoci che è stata la UEFA a estrometterla dalle competizioni europee).

Sempre a condanna già in giudicato, la UEFA ha assegnato all’Italia e alla Turchia l’organizzazione del Campionato Europeo. Peccato che Gravina e compagni non sappiano neanche da dove iniziare per organizzare una manifestazione del genere senza strutture. Le figuracce alle quali si sta esponendo il paese Italia sono gravi. Tutto grazie al vice-presidente UEFA.

L’assegnazione all’Italia della competizione della quale non aveva diritto e requisiti a organizzarla, puzza di bruciato, i fatti lo dimostrano, l’Italia non era pronta, non aveva le strutture.

FIGC e UEFA hanno voluto infierire?

Ma il punto è un altro. La Juve era ferma sul fronte delle plusvalenze. A tutta la Serie A era arrivato chiaro il messaggio dalle Procure di Torino e Roma (che indaga su Napoli, Roma e Lazio). Tutto poteva chiudersi in bellezza, le posizioni delle società di Serie A erano state archiviate a livello di giustizia sportiva.

Invece no. Si è voluto procedere e riaprire il procedimento solo contro la Juventus e Andrea Agnelli entrati nel mirino di UEFA e FIGC per una questione politica legata alla Superlega. Si è voluta esercitare una vendetta attraverso un abuso di potere e non un equo processo.

Il problema per il “Palazzo” che il giovane figlio di Umberto non ha fatto come nel 2006 l’ex presidente FIAT e Ferrari Montezemolo (la peggiore sciagura della storia bianconera sia nel 1990-91 che durante Farsopoli) quando convinse la famiglia Elkann a non presentare ricorso al TAS.

Anni dopo, FIGC, CONI e UEFA hanno voluto infierire, forzare la mano con un Processo farsa che non ha dato spazio alla difesa, alla Juventus e Agnelli non è stato garantito nessun PRINCIPIO MINIMO DI EQUO PROCESSO e ora pagheranno le conseguenze in Corte di Giustizia.

Un record, si prenderanno in faccia due sentenze pesantissime.

Consideriamo che questa provocazione ha già indotto Agnelli e Perez a sollevare la questione del Monopolio UEFA-FIFA e la Corte di Giustizia Europea ha già mandato un messaggio molto chiaro.

Una guerra che nel lungo periodo può erodere il potere di UEFA e FIGC

Una guerra che non è convenuta a nessuno ma i cui effetti, nel lungo termine, potrebbero essere pesanti sia per FIGC che per UEFA e FIFA.

E’ probabile attendere una sentenza che potrebbe scardinare l’attuale sistema di giustizia sportiva, garantendo che un giudice ordinario possa sindacare sui riti e sul merito dei processi sportivi.

Una sentenza che potrebbe spalancare una porta che potrebbe del tutto svuotare il potere delle federazioni e degli organismi del calcio europeo e mondiale sugli atleti e sui club.

Chi conosce minimamente i principi del diritto processuale e della nostra Costituzione può solo che attendere con ottimismo alla prossima sentenza tsunami sul calcio europeo da parte della CGEu.

C’è da ringraziare l’arroganza di Gravina, Ceferin e i loro cani da guardia che hanno perso qualsiasi briciolo di credibilità perseguendo la Juventus e chiudendo gli occhi su tutto il resto (dove è finita la deposizione dei quattro giovani del Napoli che hanno dichiarato di non aver mai messo piede a Lille?).

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