Da qualche giorno gira un nome: Enzo Maresca (fonte autorevole: Matteo Moretto). È bastato un accenno, una voce, una frase sussurrata da chi ne sa, perché il mondo Juve tornasse a tremare.
Non una notizia, ma un’idea. Un accenno. Come se bastasse evocare un ex bianconero per far scattare la nostalgia e insieme l’inquietudine.
Maresca, scuola Guardiola, giovane, elegante, intelligente. Uno che ha vinto con il Chelsea e che la Juve, oggi, non può permettersi.
Perché? Perché è legato fino al 2029, perché allena una delle società più ricche del mondo, perché a Londra può chiedere e ottenere.
E allora perché tirarlo in ballo? Ve lo spieghiamo nel nostro blog e nel nostro video in modo completo, svelandovi anche quali sono le priorità nel medio termine di Comolli per la futura panchina bianconera:
Perché quando la Juve fa uscire certi nomi, lo fa per mandare un messaggio. Un segnale.
A Tudor, soprattutto. Un “ti vediamo”, “ti giudichiamo”, “non sei intoccabile”.
Dentro la società è un labirinto: Comolli, Tudor, Chiellini — tre idee, tre direzioni.
E in mezzo, la solita confusione.
Le voci servono a coprire il rumore. O a spostarlo.
Qualcuno parla di un allenatore chi di un altro, vi sveliamo tutto nel nostro video. La solita giostra di nomi, la solita Juve che cerca se stessa nello specchio dei rimpianti.
Forse Maresca non verrà mai. Ma intanto la voce ha già fatto il suo lavoro: ha ricordato a tutti che qui, a Torino, la panchina non è mai davvero di nessuno.
