Prima di tutto è sbagliato oggi identificare il progetto della Superlega con la Juventus, semmai Superlega fa rima con Andrea Agnelli che l’ha fortemente voluta insieme a Florentino Perez per spezzare il Monopolio inaccettabile della UEFA.
Che Andrea Agnelli sia un azionista di Exor e di Juventus FC spa (sia direttamente che attraverso la holding di famiglia) è chiaro ma si è dimesso dai consigli di amministrazione della Juventus, della stessa Exor e di Stellantis per una ovvia ragione: queste ultime due, sono società che lavorano in settori (quello dell’industria automobilistica e della sanità) che hanno ripercussioni forti con la politica, in business nei quali la commistione tra pubblico e privato è forte.
La presa di distanza di Andrea può essere anche una strategia studiata con il cugino proprio per gestire questa fase di transizione della Superlega, nella quale la Juventus starà sullo sfondo in attesa di sviluppi. Una posizione intelligente ed equilibrata che non espone più i bianconeri a rischi concreti.
Un conto è essere il Real Madrid, essere protetti da un uomo potente come Florentino Perez (paragonabile a Gianni Agnelli e Umberto) e dal Governo spagnolo, un conto è la Juventus attuale che ha alle spalle una famiglia sempre forte ma che ha anche tanti e troppi nemici.
Il Barcellona è un’altra cosa ancora: dietro ha un intero popolo, quello catalano.
La Superlega e la fase di transizione: la posizione della Juve
Andrea Agnelli, Florentino Perez e Joan Laporta (miglior presidente della storia del Barcellona per capacità manageriali) dovranno, post sentenza, rendere la Superlega un progetto fattibile, ma non è così scontato, perché le forze avverse sono molto forti sotto il profilo politico.
La scissione completa tra UEFA e club sarà graduale, cruenta ma riguarderà un processo molto lungo, ma già tracciato dalla Sentenza della Corte di Giustizia, proprio come fu con la Sentenza Bosman.
Fino a quel momento, la Juve rimarrà in una posizione – immagino – defilata per non provocare l’ira funesta dei Governi europei che potrebbero nuocere al business di famiglia (rientra anche negli interessi di Andrea di non scatenare un putiferio politico contro Exor).
Il ruolo geopolitico del Qatar contro la Superlega
Della commistione tra business e politica e gli intrecci tra Qatar, UEFA e Governi europei, oramai è un gioco sotto la luce del sole ed è un business più o meno chiaro che conviene a molti attori in gioco. Pensiamo allo scandalo Qatar-gate come è stato silenziato tra Italia e Grecia (guarda caso proprio in quel momento vennero fuori atti ufficiali contro la Superlega che avevano poco a che fare con il diritto europeo).
Il Qatar, nonostante i finanziamenti a gruppi come quello di Hamas, è benvoluto in Europa soprattutto per via delle forniture di gas (alternative al gas russo) e perché svolge un ruolo strategico nel Golfo Persico sotto il punto di vista geopolitico e militare, oltre che di mediatore nella gravissima crisi tra lo stesso Hamas e Israele.
Il Qatar è una sorta di porta-aerei inaffondabile per gli Stati Uniti nel Golfo e può svolgere un ruolo cruciale nella prossima guerra in Yemen. Gli USA hanno una base con 15mila uomini e più di 100 caccia-bombardieri (si tratta dell’hub aereonautico più importante di tutta l’Asia) vicino a Doha. Hanno altre 3 basi negli Emirati Arabi e 5 in Arabia Saudita.
Il New York Times si è chiesto per quale ragioni, nonostante il Qatar sia uno dei principali finanziatori statali del terrorismo internazionale, non sia mai coinvolto in campagne mediatiche serie contro. La spiegazione è che godono della protezione degli USA che gli ha consentito anche di procedere con campagne mediatiche a pagamento.
Il Qatar e le campagne mediatiche a pagamento (anche contro la Superlega?)
Il magistrato Stefano Dambruoso (esperto di terrorismo internazionale) e Francesco Conti (ricercatore, Master’s Degree in Terrorism, Security and Society al King’s College London) hanno scritto una loro versione dei fatti pesante sul Qatar:
“Il Qatar è considerato da molte agenzie di intelligence occidentali come uno dei principali finanziatori statali del terrorismo internazionale. Istituti bancari ed enti di beneficenza islamici del Paese sono ritenuti collegati a diversi gruppi terroristici affiliati di al-Qaeda come al-Shabaab e al-Qaeda nella Penisola Arabica, oltre a diversi gruppi islamisti coinvolti nella guerra civile siriana (tra cui anche l’ex Fronte al-Nusra, che nacque come branca siriana proprio di al-Qaeda). Ma anche singoli individui con residenza in Qatar sono sospettati di aver svolto un’attività di finanziamento, sia per lo schieramento qaedista sia per lo Stato islamico”. Non solo: in Qatar “è ancora considerato un ambiente permissivo che consente ad alcune organizzazioni jihadiste di operare con relativa libertà. Il Qatar, secondo gli analisti, utilizzerebbe infatti il sostegno assicurato ai gruppi terroristici per aumentare la propria influenza sul piano internazionale”. Non a caso in Qatar alloggiano i capi politici di Hamas.
Ma il Qatar, gode della protezione USA anche dal punto di vista mediatico: “Qatar e Arabia Saudita – sottolinea The Intercept – sono stati in grado di controllare o influenzare le narrazioni di giornalisti ed esperti occidentali attraverso ingenti investimenti nella comunità elitaria di Washington, in particolare attraverso il finanziamento di Think tank e aziende di pubbliche relazioni”. Esempi? Il Brookings Institution, il Middle East Institute, e il Center for Strategic and International Studies, che notoriamente ricevono ingenti somme di denaro dai Paesi del Golfo, come spiega il New York Times”.
Il conflitto di interessi del PSG-Qatar-UEFA
Vi meraviglia leggere le campagne mediatiche contro la Superlega anche da parte di testate che sembravano insospettabili? A me no. Il fiume di petrodollari ha minato la residua credibilità di alcuni media. Ceferin si è scelto degli alleati molto forti che non hanno esitato, attraverso BeinSport (stessa proprietà del PSG e presediuta dall’attuale presidente ECA…) a siglare ad anche un super contratto per i diritti televisivi in Asia dal valore di circa 500 milioni di euro con scadenza nel 2024 per trasmettere la Champions League. Una cifra che a molti è parsa a dir poco sproporzionata. Se non c’è un conflitto di interessi in questo caso… ma i media europei e i governi si girano dall’altra parte, non ne vogliono sapere.
La guerra con la Russia ha rafforzato le posizioni qatariote
Da quando l’Europa ha deciso di mollare la Russia come partner economico strategico e fornitore, i paesi del Golfo sono diventati cruciali anche nella lotta di contrasto contro la stessa Russia e l’Iran in uno scacchiere geopolitico internazionale molto complesso ma ben delineato, ma la posizione di questi paesi rimane molto ambiguo, soprattutto l’Arabia Saudita che ha sottoscritto un patto con i russi (accordo Opec Plus per la riduzione della produzione di petrolio e gas mandando i prezzi alle stelle delle materie prime).
I qatarioti non vogliono la Superlega: hanno influenzato il Governo di Boris Johnson nel 2021, idem hanno fatto con i partner francesi e Macron. Con i loro sponsor (sono azionisti di importanti sostenitori del Bayern Monaco) stanno influenzando diversi club europei a schierarsi contro il progetto di Florentino e Andrea.
La competizione tra USA e Qatar nel calcio per influenzare l’Europa
Se nella politica e nei rapporti geopolitici abbiamo visto quanto siano importanti gli interessi americani in Qatar, nel calcio oramai tra gli stessi USA e Qatar è scattata una competizione cruenta. L’assegnazione dei Mondiali agli emiri scatenò la reazione funesta di Obama che incaricò l’ FBI di indagare sulla corruzione nella FIFA. La candidatura statunitense fu beffata proprio per episodi molto oscuri. Così fu spazzato via Blatter e ci rimise anche Platini il posto, proprio a seguito di un’indagine dell’ FBI.
Oggi le cose stanno in maniera diversa ma il Qatar vede nel calcio una sfera di influenza decisiva verso l’Europa e la Superlega è letta come una intrusione statunitense (visto il ruolo di JP Morgan, banca d’affari della quale è strettamente collegato anche John Elkann) nel loro piano e partnership con UEFA e Governo francese.
Il fair play finanziario che favorisce qatarioti e Premier League
In questo sistema della UEFA nel quale il Fair Play Finanziario è del tutto ridicolo (chi è ricco è avvantaggiato e può spendere di più), Qatarioti (PSG) e Emiratini (City) più la Premier League hanno strada libera per mangiarsi il resto del calcio europeo. Juve, Real Madrid, Milan e Barcellona lo sanno e non ci stanno.
Dopo la sentenza la strada è tracciata, solo questione di tempo.
Non possiamo oggi essere a favore o contro la Superlega perché è un progetto molto teorico anche se si parla di 15 miliardi di dollari per i primi 3 anni garantiti ai club aderenti garantiti dalle banche e dai fondi statunitensi. Fin quando i club non vedranno i soldi sul tavolo sarà difficile poter capire quale sarà la loro reale reazione. Oggi molti hanno fatto comunicati stampi su sollecito esplicito della UEFA (pensiamo anche ai ricatti continui subiti dalla Juve a mezzo stampa da parte dei soliti giornali su chiara indicazione di Nyon).
La Juventus è finita in questa guerra geopolitica e Elkann ha dato ordine di fare un passo indietro perché i giochi sono molto pesanti, in attesa che il diritto europeo faccia comunque il suo corso.

2 pensieri su “La Superlega e l’equilibrio tra Agnelli-Elkann-Exor. Il ruolo del Qatar (anche con i media) e il conflitto di interessi UEFA”