Max Allegri

Il fallimento triennale della coppia Allegri-Cherubini e del calcio provinciale, manca un D.G. alla Giraudo

Un punto in meno dell’anno scorso, nonostante non ci siano coppe europee, penalizzazioni, processi di mezzo. Tutti alibi. Lo abbiamo sostenuto anche dodici mesi fa, le vicende extra campo erano il paravento perfetto per Mister Alibi che aveva già fallito la stagione a novembre con il girone di Champions più vergognoso di sempre della storia della real casa bianconera (1 vittoria e 5 sconfitte, qualificazione all’Europa League con soli 3 punti per pura fortuna).

Juve: l’opera di demolizione della mentalità vincente

Oramai il fallimento sportivo e di ricostruzione della squadra è certificato, ma sono sotto gli occhi di tutti (forse meno di una proprietà indifferente) i danni collaterali ai quali stiamo assistendo, soprattutto in termini di demolizione della mentalità vincente, da sempre DNA della società, a suon di dichiarazioni tipiche del primo Mazzone che allenava negli anni ’80 a Ascoli, con tutto il rispetto per Sor Carletto.

Una delle cose che Antonio Conte (figlio calcistico di Boniperti, Lippi e Moggi) confida agli amici e alle persone a lui più vicine nel mondo del calcio è un dettaglio non da poco: è stato lui, a spiegare e trasmettere cosa significhi essere la “Juventus” a Beppe Marotta, che passò il primo anno in bianconero tra Aquilani, Malaka Martinez, Del Neri e un Motta qualsiasi. Da quel momento il buon Beppe cambiò registro e iniziò a puntare sempre più in alto, ma con equilibrio, senza mai avvicinarsi troppo al sole ed evitare di bruciarsi come ha fatto Andrea “Icaro” Agnelli.

L’ex presidente avrà un posto riservato nel mio cuore e nel cuore di molti juventini perché l’ambizione sfrenata di vincere non può essere mai punita o criticata nella Juventus, il fatto però di non far quadrare i conti invece si, è sempre stata una prerogativa in casa Ifil, ora Exor, dove di casa c’era il Dottore, Umberto Agnelli, storico Presidente Ifil.

Antonio Giraudo: il Maestro nel far quadrare i conti

Sul far quadrare i conti il maestro per eccellenza è sempre stato un certo Antonio Giraudo (mai un aumento di capitale in 12 anni ma la Juve ha vinto tutto quello che si poteva vincere al Mondo), maestro anche del figlio di Umberto che però, da qualche anno a questa parte, sembra non ascoltare più nessuno anche se la strategia di ricorrere al TAR da parte di Giraudo sembra coordinata con quelle di Andrea e Arrivabene.

Se la radiazione di Giraudo dovesse andare in frantumi, sarebbe l’uomo giusto al posto giusto per rialzare la Juve anche dal punto di vista della politica sportiva. Il problema dell’ex amministratore delegato della Juventus è non solo la stretta vicinanza con Andrea Agnelli ma anche con Margherita, madre di John, da sempre impegnata nella guerra santa interna con i figli per l’Eredità di Gianni e Marella.

La comunicazione da provinciale di Allegri e i dirigenti…

Ma solo Giraudo potrebbe risollevare la Juventus da quella che pare un’ eutanasia calcistica, con la proprietà e con la dirigenza inerme che permette all’allenatore di trattare il club che ha vinto 38 scudetti poter atteggiarsi in campo e fuori come una provinciale? Dove sono Scanavino e Ferrero? E Giuntoli fa finta di nulla? Come può l’allenatore della Juventus affermare: “oggi abbiamo preso un punto al Bologna e non ne abbiamo persi dall’Atalanta” ?.

E Gli allegriani si inventeranno anche che il Bologna è una squadra più forte della Juve, con calciatori più forti.
Oramai siamo arrivati a questo tipo di discorsi, non si parla mai di calcio, di organizzazione di gioco, di intensità, solo di fandonie, di assiomi, di alibi, questa è la Juve di oggi grazie a Allegri che fa dichiarazioni da allenatore di provincia da anni ’80 e tratta la Juve, in campo, come una provinciale, difendendosi spesso a oltranza contro squadre come l’Empoli (quando non ne prende 4…). “Per vincere servono 3-4 anni” quando invece gli hanno fatto un contratto faraonico per vincere tutto.

Con Moggi, Boniperti e Marotta, certe dichiarazioni…

Nessuno in società lo richiama all’ordine, con Boniperti, Moggi o Marotta non si sarebbe mai sognato di fare tali dichiarazioni, o sarebbe stato smentito a mezzo stampa, pubblicamente e richiamato all’ordine sia nelle segrete stanze che davanti ai microfoni. Quando – nel suo secondo anno – imbroccò la partenza più orribile della sua prima gestione, ve le ricordate le dichiarazioni di Marotta? Andatevele a rileggere per favore. Non erano proprio carezze, si parlava di obiettivi chiari.

Oggi alla Juventus non c’è nessuno che si sogna di correggere o richiamare la sua comunicazione, è una corsa a fare a nascondino tra Scanavino e Giuntoli.

L’ora della verità per Giuntoli sta per “giungere”

Giuntoli è un direttore molto competente ma se è venuto a Torino per fare l’ennesimo vassallo di Allegri, rischia di rimanere risucchiato nel vortice di questi anni. Ha il potere per contraddirlo? Di “lachè” e cortigiani Allegri ne ha già tanti. Che dia un segnale forte all’esterno, soprattutto per la squadra più che per i tifosi e si prenda finalmente la Juve! La levi dalle mani di chi la sta facendo sprofondare nella mediocrità. Faccia capire a tutto l’ambiente, ma in particolare ai giocatori, che la Juve non è questa cosa che sta descrivendo ogni giorno il caro Max.

Allegri è l’allenatore più pagato della storia della Juve

Parlano i fatti. Allegri è arrivato tre anni fa a Torino come l’allenatore di tutti i tempi più pagato della storia del club, un contratto da fuori di testa, senza alcun tipo di criterio: 7 milioni netti + 2 di bonus per 4 stagioni per un totale lordo di circa 60 milioni più gli ingaggi dei membri dello staff. Uno sproposito, uno degli ultimi atti scriteriati dell’Agnelli post Marotta, un contratto che ancora paghiamo con gli interessi, in senso sportivo e finanziario.

Il fallimento di Max Manager

Allegri è arrivato a Torino per vincere e con carta bianca sul mercato: lui ordinava e Cherubini eseguiva. Quando certi tifosi dell’allenatore affermano che questa squadra tecnicamente è scarsa, non volendo, danno addosso la croce sul proprio guru e mentore. Sono abituati all’assenza di contradditorio che c’è nella conferenza stampa: Allegri dichiara che questa squadra è più giovane di 4 anni in media della precedente e tutti stanno zitti, quando in realtà la differenza è di un solo anno.

E’ lui che ha avuto – per due stagioni – la delega sul mercato. E’ lui che ha ricostruito (malissimo) questa squadra: fin dalla prima stagione, con il fido Cherubini (che era anche il fido di Paratici ma sappiamo come è finita… almeno a leggere le carte della Procura).

I milioni spesi per “ricostruire” la squadra in 2 anni

E’ il grande stratega Max che hanno fondato le basi per la nuova Juventus subito con due grandissimi colpi costosissimi per una squadra con un bilancio in totale disordine:

Locatelli 38 milioni (pagabili in 6 anni tra prestiti e interessi)
Kean 36 milioni

Solo per questi due giocatori (mediocri) la Juve si è impegnata (su indicazione di Max) per 74 milioni di euro!!!

Poi a gennaio Allegri (lo racconta Sandro Sabatini molto bene in una live su Juventibus) perde la trebisonda per Vlahovic. Agnelli e Arrivabene non hanno saputo dirgli di no. Mai nessun allenatore ha avuto tanti privilegi. Il serbo è costato la bellezza di 90 milioni più 10 di commissioni e bonus (se avete dei dubbi rileggete i comunicati ufficiali, io l’ho fatto), salvo dopo un anno volerlo scambiare con Lukaku sulla soglia dei 30 anni (un’altra operazione avrebbe portato a dissesto).

Lasciamo perdere l’affare Zakaria preso, fatto giocare due partite fuori ruolo e poi eternamente bocciato, quando a Monaco è uno dei migliori in campo.

E’ stato poi ingaggiato il miglior centrale del campionato Bremer per 48 milioni di euro (tra commissioni e bonus).

La Juve non ha speso in questi anni? Lo ha fatto ma per come sono stati impiegati e valorizzati i giocatori, ha speso male o ha lavorato malissimo sul campo. O entrambe le cose ma sarei più propenso per la seconda ipotesi.
Anche Gatti non è stato pagato proprio poco: 10 milioni per un giocatore di Serie B. Milik 14 milioni. E’ così che ti sputtani tutto.

Idem Cambiaso, scambiato con Dragusin che poi il Genoa ha rivenduto a peso d’oro al Tottenham. Kostic invece sono altri 12/15 milioni che sono stati investiti in modo poco convincente. Per come conosco il calciatore in Bundesliga, gioca fuori ruolo e non può incidere visto che era l’anima offensiva dell’Eintracht.

Non parliamo poi dei mega ingaggi di gente in pensione come Pogba (12 milioni lordi l’anno per 4 stagioni, ma in questo caso Luckyman ha colpito), Di Maria (14 milioni lordi) e l’ingaggio onerosissimo in prestito di Paredes (impiegato male e gestito peggio). Progetto Instant team fallito.

Stendiamo un velo pietoso sull’ostracismo nei confronti di Kulusesvki, ma se ci mettessero ad analizzare ogni singolo caso ci sarebbe da analizzare e discutere per una settimana.

Serve un direttore generale esperto, competente e “politico”

Ma veniamo a noi: ora la palla passa a Giuntoli che dovrà decidere il futuro del club, ma avrà il potere conferito necessario per fare una rivoluzione? Elkann e Ferrero sono sotto indagine ed hanno altre cose a cui pensare. Calvo ha perso la sua battaglia frontale con Max.

Il progetto triennale di Allegri è miseramente fallito (sia sul campo che sul mercato nei primi due anni) come è fallita la gestione di Andrea Agnelli in solitaria post Marotta, portando la Juventus vicinissima al dissesto finanziario e legale.

C’è solo da raccogliere i pezzi e riniziare da zero, ma Giuntoli senza un direttore generale politico esperto difficilmente potrà fare la differenza, un direttore come lo è stato Antonio Giraudo o Beppe Marotta (non a caso ripetutamente cercato da Elkann).

Senza una figura di spicco così diventa difficile poter andare avanti, il prossimo allenatore verrà messo nel tritacarne dalla parte allegriana della società e dell’opinione pubblica alle “dipendenze” del tecnico di Livorno. Sappiamo bene questi signori che fine hanno fatto fare a Sarri (complice anche lui) e Pirlo, nonostante abbiano vinto, al contrario di Allegri che in 3 anni ha speso quello che doveva spendere ma non ha alzato trofei (ha ancora chance solo per una misera Coppa Italia).

A quel punto dinanzi alla mancata nomina di un dirigente di spessore dal punto di vista calcistico, l’unica soluzione credibile sarebbe ingaggiare un uomo forte per la panchina come Antonio Conte. Solo Marotta o Conte potrebbero riportare la giusta mentalità, visto che chi arriverà troverà solo le macerie. Ci sono poche alternative.

2 pensieri su “Il fallimento triennale della coppia Allegri-Cherubini e del calcio provinciale, manca un D.G. alla Giraudo

  1. per me Andonio non arriva( costo, lavoro, testa calda e nuova idea di squadra). Io sono per Palladino; ma Tudor me intriga parecchio. Lavora durissimo sul campo e sulla testa dei ragazzi. Non ha vinto niente per ora( ma conosce il club e ha vinto tanto anche). Cosa pensi?

    "Mi piace"

Lascia un commento