Giuseppe Marotta

Brambati: “Elkann vuole a tutti i costi Marotta.”. Perché il matrimonio non è certo ma è fattibile: i motivi


Massimo Brambati, procuratore ed ex collaboratore di Luciano Moggi, ha lanciato un’indiscrezione che è destinata a far discutere ma che non ci sorprende: secondo il popolare volto di 7 Gold John Elkann starebbe facendo carte false per riavere Marotta alla Juventus. “La trattativa è giunta a una buona dose di cottura” rivela durante una live nel canale Youtube di Francesco Oppini.

Non ci sorprende questa ipotesi, nonostante il rinnovo dell’ex a.d. bianconero abbia rinnovato con l’Inter fino al 2027, perché John Elkann, nel momento della bufera juventina, aveva riprovato la scorsa stagione a convincere Marotta a tornare a casa dopo l’interregno del cugino che lo aveva allontanato 4 anni prima, con risultati a dir poco disastrosi dal punto di vista della gestione finanziaria del club (complice anche il Covid).

Vi ricordate le parole al vetriolo di Lapo che rimpiangeva la cacciata di Marotta? I fratelli Elkann sembrano avere le medesime idee sull’argomento.

Marotta-Juve, Brambati regala dettagli

Elkann quindi è passato alla carica una seconda volta secondo Brambati: “me l’ha rivelato una persona molto influente, un agente FIFA molto noto”. Il proprietario di Exor quindi non vuol finire di stupire: dopo il colpo Hamilton che ha spiazzato tutti, ora vuole riportare Beppe a casa – secondo Brambati – “nel ruolo di nuovo amministratore delegato con ampi poteri”.

La santa alleanza Juve-Inter-Milan con Marotta in regia

Una notizia che potrebbe rivelarsi una boutade però bisogna pensare bene al contesto. In questo momento Juventus-Inter-Milan si sono alleate per far fronte comune e imporre una Serie A a 18 squadre. E su questa santa alleanza c’è proprio lo zampino di Marotta (rivale acerrimo di Lotito), non a caso la riunione è avvenuta proprio nella sede di Via Liberazione.

Ma c’è di più: la Serie A vuole una scissione con la FIGC. L’ha minacciata il presidente di Lega Casini.

Elkann sa bene cosa sia successo quando Andrea Agnelli ha provato lo strappo con la UEFA. Anche suo nonno era una persona molto influente ma invece degli strappi cercava sempre i compromessi e gli accordi. E Marotta può essere l’uomo giusto per il compromesso e la mediazione tra Lega e FIGC, anche perché è consigliere di entrambe.

Marotta-Juve: come è possibile nonostante il rinnovo fino al 2027?

Sappiamo che Marotta ha appena rinnovato con l’Inter fino al 2027 (come Hamilton ha fatto con la Mercedes in estate) ma i contratti dei dirigenti possono rompersi con estrema facilità per giusta causa o con un congruo preavviso. Non si tratta di dipendenti normali come sono i calciatori.

Il ruolo di Giuntoli nella Juve di Marotta

E Giuntoli? “Giuntoli rimarrebbe a fare quello che ha sempre fatto: il direttore sportivo” risponde Brambati.
“Sono due ruoli differenti, Marotta farebbe l’a.d.”.

La stessa notizia di Marotta e Giuntoli insieme nella Juventus fu pubblicata per la prima volta dal Corriere della Sera nel 2022, in piena tempesta Superlega, quando i media davano per scontate le dimissioni di Andrea Agnelli (che poi sono arrivate con un anno e mezzo di ritardo).

E’ probabile che Elkann si sia accorto che molte cose nella Juventus ancora non vanno, ad iniziare da una comunicazione volta alla mediocrità da parte dell’allenatore (con Marotta non se lo sarebbe mai sognato di fare) e accettata con colpevole responsabilità dai dirigenti, a iniziare proprio da Giuntoli che si è allineato in tutto a Allegri, denotando grande pragmatismo ma anche scarso carisma.

E’ chiaro che la nomina di Scanavino è pro-tempore, considerando che l’attuale amministratore delegato bianconero è anche CEO di Gedi. Impossibile riuscire a mantenere due cariche così impegnative in un arco di tempo lungo. Tecnicamente diventa ingestibile seguire due realtà così complesse in ogni sua sfaccettatura.
E John ha richiamato il migliore amministratore delegato possibile alla Juventus: Beppe Marotta. Gli riuscirà questo colpo dopo quello di Hamilton? Brambati ha espresso grande ottimismo.

Perché Marotta potrebbe rivedere la sua posizione sulla Juve

Ma perché Marotta dovrebbe rinnegare un contratto fino al 2027 sottoscritto pochi mesi fa con Zhang?
Lato Juventus le cose sono cambiate dall’anno scorso: prima di tutto la società è uscita dalla bufera dal punto di vista sportivo. Nel caso Marotta avesse dovuto accettare nel 2023 le offerte del numero 1 di Exor, avrebbe dovuto da amministratore affrontare dei processi sportivi per colpe di altri.

Inoltre il buon Beppe è filo governativo, filo FIGC e UEFA, ma anche vicino all’attuale Governo (dopo l’Inter ambisce a un posto da Ministro dello Sport per riportare proprio lo sport nelle scuole in modo serio e strutturato ma soprattutto gratis, parole sue). E considerando le sue posizioni non poteva bruciarsi: l’anno scorso non avrebbe potuto sposare le politiche rivoluzionarie e “eretiche” juventine ereditate da Andrea Agnelli (con il quale si sente ed è tornato in buoni rapporti), come per esempio la Superlega.

Oggi invece – stante le dichiarazioni di Laporta – sembra essere l’Inter in pole position per entrare nella SL, considerando che Zhang ha assoluto bisogno di cash e 100 milioni sicuri ogni stagione potrebbero essere una garanzia per tenere buoni i creditori. Quindi si realizzerebbe un paradosso e un’inversione a U per Inter e Juventus.

Con l’opera diplomatica di Ferrero e Scannavino la Juventus si è riavvicinata a tutti i palazzi che contano ed ha soprattutto rinnegato (per il momento) la Superlega. Per Marotta ci sono quindi tutte le condizioni per il grande ritorno.

Ma perché Marotta dovrebbe lasciare l’Inter?

La società nerazzurra è a un bivio (e non è detto che sia negativa come cosa). Zhang deve restituire il Bond a Oaktree, fondo al quale ha dato in pegno le azioni dell’Inter. Se non lo farà (stabilito da un organo terzo e indipendente il giusto prezzo delle azioni) la proprietà del club milanese passerà al fondo americano.

Quindi anche Marotta è a un bivio: da una parte c’è lo spettro di una nuova proprietà (e i fondi americani si muovono sempre con i loro manager, l’esperienza del Milan è emblematica) e dall’altra invece quella di lottare con zero budget ogni stagione di fronte a un debito sproporzionato rispetto a una proprietà che ha miliardi di debiti in tutto il Mondo, non solo in Cina. Marotta, da uomo di calcio, sa benissimo che non tutte le annate nascono con il buco. Lui e Ausilio hanno fatto miracoli su miracoli ma non hanno margini di errore e, nel calcio, esistono mille componenti che possono anche tradirti e farti compiere scelte sbagliate soprattutto quando non hai risorse. L’Inter ha una rosa forte ma anzianotta, prima o poi il circolo virtuoso delle cessioni potrebbe incepparsi. E dall’altra parte c’è Exor, una società, che fa profitti per 5/7 miliardi l’anno.

E perché Elkann dovrebbe riaffidarsi a Marotta?

Prima di tutto Marotta è l’uomo che era stato scelto già nel 2010 come direttore generale da Elkann prima di richiamare suo cugino alla Presidenza. Come detto, nel 2024 è il miglior amministratore delegato possibile per la Juventus. Anche i soci di Exor sanno che quando c’era Beppe al comando, la Juve vinceva a costo zero, senza ricapitalizzazioni degli azionisti (capitò solo il secondo anno della gestione Marotta-Agnelli, la prima di Conte). Le parole di Lapo Elkann lo testimoniano.