Antonio Conte

“Calvo ha un accordo totale con Antonio Conte” . Le correnti interne e le idee di Elkann sugli allenatori

Sono stato tra i primi, nella scorsa stagione, ad avere il coraggio di dire e affermare quello che in molti sanno ma in pochi hanno la volontà e l’interesse di ammettere: la Juventus è una società dilaniata dalle correnti e sotto-correnti. Ma non è una novità quando l’azionista di riferimento è formato da diversi rami familiari, anche se il capostipite, il Senatore Giovanni Agnelli Sr, ha imposto regole ferree di concentrare la governance e le azioni soprattutto su una persona. Ma le correnti e mini partiti, fanno parte di quella galassia e della tradizione familiare.

Le vecchie correnti della vecchia FIAT

Come la FIAT (e di conseguenza la Ferrari che aveva anche i centri di potere di Maranello) negli anni ’80, esposta a più partiti interni: dai romitiani (che facevano capo a Cesare Romiti, imposto da Cuccia di Mediobanca alla guida dell’azienda) agli uomini dell’Avvocato per finire a quelli all’opposizione di Umberto Agnelli (con Giraudo in testa) che aveva una visione molto simile a quella di John ora, ovvero disinvestire nell’industria automobilistica per re-investire nella finanza.

Romiti aveva due “nemici” principali: Luca Cordero di Montezemolo e Antonio Giraudo, entrambi dirottati – non a caso – alla Juventus per stare alla larga da IFIL (al tempo la finanziaria di famiglia poi trasformata in EXOR). Spesso le scelte prese al Lingotto influenzavano anche la governance della Juventus.

Lo scenario odierno alla Juventus: i due principali partiti interni

Alla Juve oggi ci sono diverse di correnti, ma le due principali sono quella di Jaki con tutti i nuovi membri del CDA, il Presidente Ferrero (suo commercialista) e l’amministratore delegato Scanavino. Il jolly forse più influente sulla parte sportiva è Francesco Calvo, un tempo amico e ora storico rivale di Andrea Agnelli. Lo si può considerare una sorta di direttore generale anche con deleghe sportive importanti sugli osservatori, il settore giovanile e quello femminile. A Vinovo comanda lui ma non è gradito alla Continassa. Proprio per la sua rivalità con Agnelli, il suo rapporto con Allegri è ai minimi storici.

E le parole di Calvo su Milano (non felicissime) sono state cavalcate e strumentalizzate proprio da chi è legato, tra i media e i tifosi, a Allegri. Oramai è una guerra interna di religione.

La corrente agneliana: Max Allegri sopra il Club

Poi c’è il ramo di Andrea Agnelli: a capo c’è Massimiliano Allegri. Avete mai visto un allenatore che si è posto sopra al club? Vi presento Max… e l’origine del suo potere è chiara: è l’uomo forte all’interno della Juventus di Andrea. A supportarlo Giovanni Manna, voluto come d.s. proprio dal tecnico-presidente livornese quando sembrava che De Laurentiis non volesse liberare Giuntoli. In quella finestra di vuoto di potere, si è inserito Allegri. E’ stato annunciato il rinnovo di Manna ma non è mai stato ufficializzato. A noi risulta, da una fonte interna, che in realtà non sia in scadenza nel 2024, ma gli sia stato realmente prolungato il contratto nel 2025.
In ogni caso vedremo: se fosse vero sarebbe una mancata comunicazione molto grave nei confronti degli azionisti per quanto riguarda una società quotata in borsa. Non comunicare il rinnovo di un ruolo così importante per una società di calcio (il lupo perde il pelo ma non il vizio?). In ogni caso la sua posizione rimane un mistero. Poi c’è Cherubini in scadenza (andrà a fare il dg a Parma?), uomo di Max e soprattutto di Andrea. Ma all’interno della società ci sono centinaia di dipendenti che sono molto legati all’ex presidente e, di conseguenza, difendono anche il tecnico.

Il prossimo allenatore rischia di fare la fine di Maifredi e Sarri

Un problema per il prossimo allenatore che rischia, a prescindere dalle sue capacità, di fare la fine di Maifredi (secondo nel girone d’andata), mai tutelato e lasciato da solo da una sciagura per i colori bianconeri come Luca Cordero di Montezemolo (non solo per la mala gestio del 1990 ma anche per il suo ruolo determinante nel 2006 nel consigliare il club a accettare la linea della FIGC). Maifredi fu fatto cuocere a fuoco lento da una società ancor amolto bonipertiana, fin dalle radici.

Ma torniamo a noi: con questa società (debole e dilaniata internamente, con le pareti della sede della Continassa ancora intrise di catenaccio e allegrismo) un allenatore rischia di essere risucchiato nel vortice delle polemiche interne e dei veleni, come è successo con Sarri, sabotato dal primo giorno che ha messo piede nel centro sportivo bianconero. Nelle interviste post gestione, sia Chiellini che Pjanic non si sono mai nascosti e non hanno mai celato il loro atteggiamento negativo e critico verso il tecnico partenopeo-toscano.

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Thiago solo in una società forte (con Marotta?)

Vogliamo che Thiago Motta (che ha già un accordo con Giuntoli) faccia quella fine? Se Elkann riuscisse a convincere realmente Marotta a ritornare (considerando tutti i puffi di Zhang in giro per il mondo e ora riconosciuti anche dall’ordinamento italiano..) non ci sarebbero problemi. Con Marotta e Giuntoli alle spalle, Thiago potrebbe svolgere il suo lavoro in serenità come lo sta facendo adesso a Bologna con Saputo (una delle persone più ricche del pianeta), Sartori (il miglior direttore sportivo italiano post Moggi) e Di Vaio che lo stanno tutelando e che lavorano in un’unica direzione.

Alla Juventus rischierebbe di trovare il caos e, da quello che filtra, pare che sia un pensiero anche di John Elkann che, non a caso (secondo anche Massimo Brambati, grande amico di Conte) sta provando a riportare alla Juve Beppe.

In una società debole ci vuole un allenatore forte

Se non dovesse riuscirci, Elkann ritiene che ci voglia un allenatore esperto (anche per questa ragione fece saltare Tudor l’anno scorso). Il numero 1 di Exor potrebbe quindi, in questo senso riconfermare Allegri o spingere per Antonio Conte (anche nella primavera del 2023 ci fu un contatto diretto a Milano con lui e Angelo Alessio). L’idea di fondo però è quella di fare piazza pulita della corrente agneliana e quindi, anche di Allegri.

“Accordo totale Calvo-Conte”

Ma veniamo a noi con lo scoop che in queste ore sta facendo tremare le fondamenta dell’allegrismo.
Ezio Maletto e Massimo Tadorni, del canale Youtube “Una Signora per Due, oltre la leggenda” hanno svelato:
“Francesco Calvo ha un accordo ben delineato con Antonio Conte”.

Entrambi esperti giornalisti di Torino seguono la vicenda Conte da vicino da parecchi mesi e sono da ritenersi molto affidabili, li seguo da anni e vi posso assicurare che, a mio avviso, hanno un canale privilegiato sulla vicenda. Almeno in passato mi hanno dato la sensazione di essere avanti su quel fronte e che vi sia stato anche un punto di contatto con l’ex capitano e tecnico bianconero. Posso anche sbagliarmi, ma sono certo che le loro fonti siano affidabili su Conte. Non escludo neanche un dialogo diretto.

In questo video una delle interessanti video analisi a cura di Massimo Tadorni e Ezio Maletto per Una Signora per 2:

Un’altra fonte conferma l’accordo Calvo-Conte

Ma c’è un’altra fonte che venerdì scorso ha lanciato lo stesso identico scoop: sul canale ufficiale Youtube di Fulvio Collovati, a lanciare la bomba è stato Gabriele Cantella: “Francesco Calvo ha un accordo con Antonio Conte, ma ci sono due ostacoli”.

I due ostacoli si chiamano Max Allegri e Cristiano Giuntoli che ha già un accordo con Thiago Motta. Lo afferma Cantella ma soprattutto lo ha svelato la scorsa settimana Nicolò Schira (2 anni più 1 d’opzione).

Radio Radio, dopo lo scoop di ottobre, ha confermato la scorsa settimana: Conte andrà alla Juve.

Gli amici di Una Signora per due, danno per favorito Motta ma non escludono Don Antonio.

Luca Momblando di Juventibus ha confermato l’intesa tra Giuntoli e Thiago, ma la richiesta del tecnico italo-brasiliano è stato di 3 anni secchi. Per Momblano si farà e dà Thiago sulla prossima panchina bianconera con una percentuale superiore al 70% alla Juventus. Tra gli outsider inserisce Enzo Maresca (circa al 12%) mentre è molto scettico su Conte (0,1%).

Ma ritorniamo alle parole di Cantella: gli ostacoli da superare per Conte in bianconero, sarebbero Allegri per un motivo e Giuntoli per un altro.

Chi è realmente Francesco Calvo e chi rappresenta

Ma riavvolgiamo il nastro: Calvo è stato nella prima Juve di Agnelli come direttore commerciale (dopo il suo passato alla Philip Morris International dove lavorava con Andrea e Arrivabene). Per motivi personali ha lasciato la Juve ed ha subito trovato un’altra sistemazione nel Barcellona prima e nella Roma in un secondo momento.

Con la nomina di Arrivabene come amministratore delegato (per controllare le spese folli di Andrea), l’ex team Principal Ferrari l’ha chiamato come suo braccio destro alla Juventus (Elkann stava già pianificando la rivoluzione?). Era una sorta di direttore del personale.

Dopo le dimissioni in blocco, oltre alla nomina di Scanavino e Ferrero, Calvo ha assunto la massima responsabilità dell’area sportiva ad interim, prima di scegliere Giuntoli (su delega della Proprietà) e cedere a lui il controllo sulla prima squadra.

Per chi non lo sapesse, Francesco Calvo è l’uomo operativo di Elkann nella Juventus, almeno sotto il profilo tecnico e politico ed è stato Calvo a trovare un accordo con la FIGC (insieme a Ferrero) per limitare i danni in maniera pragmatica su mandato della proprietà (vedete cosa ha combinato il TAR Lazio con Giraudo? Serve aggiungere altro?). Scanavino controlla i conti ed ha una operatività più limitata visto che viene assorbito molto da GEDI.

Calvo esegue le direttive di Elkann. Elkann ha voluto Giuntoli e Calvo l’ha portato, nonostante la guerra che gli ha scatenato contro Allegri.

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Allegri e Conte: la loro forte personalità

Ricordate: Agnelli (e in parte Elkann) ha consentito ad Allegri di porsi sopra il club. E’ possibile che il Chief Football Officer debba rendere conto a un allenatore per scegliere il direttore sportivo (Giuntoli)? E’ finita così in basso la Juve?

Il pericolo è che il film si ripeta con Conte (e lo dico con la morte nel cuore visto che sono un contiano). Anche Conte è uno che gode di una personalità spiccata e, spesso, vuole prevaricare sul club, vuole imporre le sue idee e soprattutto vuole comandare sul mercato. Vi abbiamo raccontato il reale motivo che lo spinse all’addio, potete rileggerlo.

Però per due stagioni sarebbe l’unico con le spalle larghe e che terrebbe botta al partito d’opposizione interno. Inoltre Conte è un anti-agneliano per eccellenza anche se i rapporti personali sono tornati quasi alla “normalità” con l’ex Presidente.

Perché Conte o Klopp

Quindi, o si riesce a costruire una società solida (Giuntoli vuole portare con sè Stefanelli e il suo braccio destro Giuseppe Pompilio) prima oppure il piano Thiago rischia di saltare.

Secondo il pensiero di Elkann bisognerà puntare su un allenatore che ha un carisma tale che non può essere messo in discussione.

Io penso a due nomi in questo scenario: Conte o Klopp sarebbero una garanzia in tal senso.

Ma ritorniamo a bomba sul gioco delle correnti. Secondo la teoria di Cantella da una parte ci sarebbe la corrente di Calvo e dall’altra quella di Giuntoli.

Giuntoli e Calvo si sono realmente allontanati?

Secondo me non è così corretto, anche se un editoriale di un mese fa del blog Bianconera News aveva ricostruito la vicenda: Giuntoli, sentendosi scavalcato da Calvo a ottobre (perché aveva contattato Conte) si era avvicinato a Allegri. Ed è forse anche per questa ragione che la squadra per un po’ di mesi ha retto ed è andata avanti. Ma il rapporto tra Giuntoli e Allegri sarebbero molto freddi oggi.

C’è una evidente spaccatura tra il dt e l’allenatore. Non a caso sembra che Giuntoli abbia chiesto l’esonero.

Ma mettere in competizione Giuntoli e Calvo è corretto? Ni… Entrambi sono uomini di John Elkann ed entrambi rientrano una strategia che vi sveleremo.

Per contratto Giuntoli deve riportare direttamente a Scanavino, il braccio destro di Jaki. Domani vi spiegheremo, in un secondo editoriale, quale sia – a nostro avviso – la reale strategia della Proprietà.