Michel Platini (depositphotos)

Perché la Juve cambierà Presidente, ma i tempi sono maturi per Nasi (il prescelto) e Del Piero? L’idea coraggiosa (Michel Platini)


C’è un’emergenza in casa Juventus che sta passando sotto traccia ma che va letta e monitorata con attenzione. John Elkann e i fratelli Lapo Elkann e Ginevra Elkann sono sotto inchiesta dalla Procura di Torino per l’eredità della nonna Marella, per eventuale frode ai danni dello Stato (questa l’accusa che però dovrà essere provata in Tribunale). Vi abbiamo spiegato tutto nel dettaglio nella nostra analisi qualche settimana fa.

La vera emergenza è che è indagato anche il Presidente della Juventus Gianluca Ferrero, commercialista di John e della famiglia Elkann ma anche dei vari rami della famiglia Agnelli. Dopo i vari sequestri nelle case di John e di Ferrero, di documenti considerati dalla Procura chiave per l’indagine e le tesi dei Procuratori della Repubblica (gli stessi che l’anno scorso hanno indagato sui vertici del club bianconero), si è espresso il Tribunale del Riesame, quindi non un organo di parte, ma un organo che – codice di procedura penale alla mano – è considerato terzo e imparziale. I giudici si sono dovuti esprimere sui sequestri e sulle misure cautelari intraprese. Hanno dato torto alle difese degli Elkann e di Ferrero e le motivazioni sulla conferma dei sequestri sono state molto pesanti.

Oltre al fatto che questa indagine e il processo per l’eredità promosso dalla mamma di John, Margherita Agnelli, potrebbe anche rivoluzionare la governance e il controllo di Exor (e quindi della Juventus), si apre anche una fase delicatissima sulla posizione dell’attuale Presidente juventino Gianluca Ferrero, indagato ufficialmente. Ecco il resoconto giudiziario degli ultimi avvenimenti, con una posizione durissima da parte del Tribunale del Riesame di Torino.

La posizione delicata degli Elkann e di Ferrero dopo le motivazioni del Riesame

Un significativo rovescio per la linea difensiva di John, Lapo e Ginevra Elkann, implicati in un processo per sospetta frode fiscale ai danni dello Stato, legata all’eredità di Marella Caracciolo, loro nonna, su impulso della madre Margherita Agnelli.

Secondo quanto riferito dall’edizione di ieri de Il Giornale, un mese fa, il Tribunale del Riesame ha confermato la solidità delle accuse mosse dalla Procura di Torino. Quest’ultima ha illustrato una situazione complessa in cui gli Elkann, con l’assistenza del loro commercialista, Gianluca Ferrero, e del notaio svizzero Urs von Gruenigen, avrebbero intenzionalmente “occultato” al Fisco italiano l’eredità della nonna, sfruttando un presunto domicilio fittizio in Svizzera.

Le ragioni di tale decisione sono state esplicate in un documento di 22 pagine dal Riesame, che ha dichiarato:

«La frode è stata verosimile oggetto di dolo in capo a tutti i tre fratelli Elkann, i quali si è visto come fossero in ottimi rapporti con la nonna (Marella Caracciolo) e come ne conoscessero abitudini e problematiche che rendevano prevalente la sua permanenza in Italia. Di fronte al decorso della congiunta è verosimile che abbiano avallato, con dolorosa volontà adesiva, le strategie già suggerite e realizzate con la fattiva consulenza di Gianluca Ferrero (commercialista di famiglia, anche lui indagato)».

Questa interpretazione capovolge le precedenti conclusioni del primo riesame, che avevano messo in difficoltà le ipotesi accusatorie della Procura di Torino. Di conseguenza, l’accusa sta reggendo: esiste una presunta falsa dichiarazione dei redditi attribuita a Marella (imputata a John, insieme a Ferrero e von Gruenigen) e, di conseguenza, un presunto inganno sulle tasse di successione non versate su un patrimonio valutato in 900 milioni di euro, per la questione della residenza della nonna Marella Caracciolo.

La presunta residenza italiana della vedova dell’Avvocato negli ultimi anni è stata confermata anche da 13 dipendenti, dalle dame di compagnia ai maggiordomi, ascoltati dai pm, che hanno rivelato, secondo il Riesame, «l’assoluta e incontestata permanenza in Italia», specialmente nell’ultimo «periodo di sofferenza» prima del suo decesso nel febbraio 2019. Tuttavia, si evidenzia una divisione tra i dipendenti: alcuni supportano i tre fratelli, altri stanno dalla parte della madre, Margherita Agnelli.

Gli avvocati difensori sostengono che la mancata liquidazione delle tasse dovrebbe essere vista come una violazione amministrativa, ma il Riesame propone un’interpretazione completamente diversa: «Nel caso di specie il meccanismo fraudolento è di natura mista fra artificio (l’esterovestizione della residenza della de cuius), il raggiro (il tacere una circostanza essenziale, ossia che la defunta Marella risiedesse in modo prevalente in Italia) e la conseguente omissione di dichiarazione in Italia; quest’ultima è quindi l’atto finale di una più complessa fattispecie truffaldina, non riconducibile a un mero inadempimento conseguente alle frodi a monte escogitate»

Spada di damocle sulla Presidenza della Juventus?

Con simili premesse e motivazioni del Tribunale del riesame, a prescindere dalle valutazioni (difficilissimi da fare oggi) sulla futura Governance di Exor, emerge chiara la posizione molto delicata del Presidente della Juventus Ferrero che dovrà avere tempo e modo di avere le mani libere per difendersi nel modo più efficace possibile.
Per questa ragione, mi aspetto, entro ottobre, un cambio della guardia alla Presidenza della Juventus. E le ragioni sono abbastanza chiare.

Non ce ne voglia Gianluca Ferrero che si trova anche “incastrato” in questa storia e siamo certi che ne uscirà nel miglior modo possibile (ricordiamoci che non si è espresso ancora neanche il Giudice per le indagini preliminari né il Giudice per l’Udienza preliminare per un eventuale e potenziale rinvio a giudizio). Ma il Tribunale del Riesame, e le motivazioni, preannunciano un lungo iter giudiziairo e la Juventus deve liberarsi da tutti questi fardelli, per il momento, perché è reduce da anni molto pesanti.

I motivi che avevano portato Ferrero e Scanavino ai vertici bianconeri

In piena tempesta nel 2022, quando la Juve era nel vortice delle inchieste tra Procura di Torino, Consob e Procura FIGC, con vari fascicoli aperti e con il consiglio di amministrazione della Juventus che aveva messo sotto scacco Andrea Agnelli, costringendolo alle dimissioni, John Elkann per evitare il definitivo tracollo finanziario e politico della Juventus, ha dovuto chiamare due uomini di sua fiducia: il suo commercialista, Gianluca Ferrero e l’amministratore delegato di Gedi, Maurizio Scanavino, suo amico dai tempi dell’Università.

I piani sarebbero stati ben differenti. Al tempo del boomerang Superlega nel 2021, con Andrea Agnelli oramai fuori controllo, con UEFA, FIGC e FIFA contro, più Consob e Procura di Torino che avevano aperto dei fascicoli (anche se l’attuale inchiesta della Procura di Perugia potrebbe presto svelare dei dettagli inediti su alcune iniziative), John Elkann pensava al cugino Alessandro Nasi come futuro Presidente della Juve. Le acque non erano così agitate come nel 2022.

Ci voleva un uomo della famiglia giovane e deciso, come voleva tradizione. Un cinquennio di Juventus non lo si toglie nessuno (vedi le esperienze di Gianni e Umberto Agnelli) all’interno della Famiglia “Agnelli”. Oltre non va bene come ci ricorda l’anonimo membro Exor intervistato dal Foglio nel 2023, riferendosi a Andrea disse: “Fare il presidente della Juventus va bene per cinque anni, come fece suo padre, ma farlo a vita diventi un Lotito qualsiasi”.

La verità è che Andrea è innamorato della Juventus, unico asset però della Famiglia che poteva dargli la giusta visibilità e, a un certo, punto ha esagerato. Dalla morte di Marchionne in poi ne abbiamo viste di tutti i colori: dalla cacciata di Marotta (errore fatale), all’esperienza ambigua con Sarri, alla chiamata assurda di Pirlo fino al folle quadriennale per Allegri a quelle cifre. Poi l’inciampo politico della Superlega e della retromarcia sul potentissimo fondo CVC (legato anche all’editore Cairo di RCS).

Ripristinare il controllo di Exor sulla Juventus con Nasi

Fatto sta, che John, una volta visto il cugino oramai come un fiume in piena, pensava, al momento giusto di ripristinare il controllo della famiglia e di Exor attraverso Alessandro Nasi (vice presidente proprio di Exor e suo vice di fiducia), manager rampante cresciuto dal punto di vista dell’esperienza negli Stati Uniti.
Alessandro è inoltre appartenente al terzo ramo più importante, dopo quello di Giovanni Agnelli (ereditato da Jaki) e quello Umbertiano (di Andrea). Dopo la vendita di quasi il 3% delle quote della Giovanni Agnelli BV (la finanziaria di famiglia) di Andrea al ramo di John (Dicembre), i Nasi sono per peso azionario passati al secondo posto.

I maligni: “Nasi è di fede granata”, e allora? Ci vogliono manager capaci

Si vocifera sia di fede granata, almeno così sostengono i maligni, voce tutta da verificare ma sia Scanavino che Giraudo risultano essere anche loro della stessa parrocchia. Se per Scavino, appena arrivato, non è facile oggi esprimere un giudizio compiuto, Giraudo ha segnato l’epoca manageriale migliore per la Juventus (tranne l’epilogo nel quale è caduto vittima di una congiura degli anti juventini senza alcuna difesa da parte della Famiglia).

Quindi, per come la penso io, può arrivare anche un tifoso del Toro, l’importante che segua le orme di Giraudo come manager. E poi a rappresentare la juventinità ci penserebbe Alessandro Del Piero, uomo di fiducia di Nasi.

I rapporti interni Agnelli-Elkann-Nasi

Se i rapporti personali tra John e Andrea sono sempre stati ambigui e alterni, con una certa tensione bilaterale, soprattutto dal 2015-2016 in poi, i rapporti sono strettissimi tra i coniugi Nasi (Alessandro e Alena Seredova ex moglie di Gigi Buffon) e i coniugi Elkann (John e la Princessa Lavinia Borromeo, considerata un po’ la reale di casa, con un peso decisionale non proprio secondario).

John e la Principessa sono stati testimoni delle nozze di Alessandro e Alena, mentre non erano neanche presenti al secondo matrimonio di Andrea con Deniz Alkalin (ex moglie di Francesco Calvo).

Dicono da palazzo che tra Deniz e Lavinia non corra proprio buon sangue, ad essere diplomatici, ma saranno affari loro, seppur la questione non pare essere di secondaria importanza vista l’influenza della moglie Lavinia su John nelle questioni familiari e quindi, di conseguenza, anche nella gestione degli altri asset, Ferrari e Juventus comprese.

Alessandro Nasi – Juventus: perché è il prescelto, gli ostacoli alla Presidenza


Però Alessandro Nasi è la persona più vicina in famiglia al cugino Jaki Elkann e nella sua testa, presto o tardi, se la Juve non verrà ceduta (e questo SE non è così scontato) diventerà il futuro Presidente della Juventus. E lo diventerà con merito visto che è uno dei manager più affidabili del gruppo.

Le sue cariche attuali: Vicepresidente Exor, membro del board di Iveco, Chairman di Comau, Chairman di Astra Veicoli Speciali, membro del board di Lego Brand Group, di GVS e di CNH Industrial, Presidente di Iveco Defence Veicles

Alessandro avrebbe già scelto il suo uomo sul campo: come detto sarà Alessandro Del Piero che diventerebbe il vice presidente operativo.

Ma ci sono quattro ostacoli tra la Presidenza e Nasi:

1 – la potenziale vendita entro un paio d’anni che non è da escludersi. C’è stato già un avvicinamento pesante di un fondo arabo saudita (Tharawat). In questo momento Exor non può vendere perché il prezzo delle azioni è troppo basso e vanno recuperati i soldi degli aumenti di capitale, circa 600 milioni in quota Exor. Prima deve andare in porto il piano di rilancio di Scanavino, la qualificazione alla Super Champions e soprattutto dal punto di vista tecnico il rilancio guidato da Giuntoli.

2 – la tempesta giudiziaria non è finita: la Juve è ora sotto indagine dalla Procura di Roma (visto che la Cassazione ha dichiarato l’incompetenza di Torino) così come alcuni suoi ex membri del Cda e i ruoli apicali del club. Per questa ragione John ha comunque paura di mettere di mezzo un membro della famiglia in un momento così delicato, certi schizzi di fango potrebbero comunque arrivare a lui, forse meglio aspettare? Il ruolo di Ferrero sarebbe stato perfetto, ma ora ci sono problemi di natura simile nella sfera del Presidente, quindi tutto può accadere ma non è detto che sia Nasi il prescelto per questa ragione.

3 – Il processo per l’eredità che, come vi abbiamo spiegato in questo blog, in modo approfondito potrebbe anche stravolgere la governance di Exor e quindi, di conseguenza, anche creare un terremoto in Ferrari e Juventus (Andrea Agnelli potrebbe anche cogliere la palla al balzo).

4 – C’è un nuovo progetto tecnico che sta partendo e un nuovo Presidente con un vice così ingombrante (vera espressione di juventinità ma compatibile con i manager attuali?) potrebbe creare confusione e non agevolare il lavoro di Giuntoli che ha già dovuto aspettare un anno. Il dt sta ancora attendendo che il ruolo di Allegri si esaurisca e la resistenza del livornese non è banale nel passargli il testimone. Insomma, fate lavorare in pace Giuntoli, che arrivi gente che sia disposta a sostenerlo.

Il ruolo del futuro vice-presidente operativo Del Piero

Del Piero sappiamo che vorrebbe avere potere decisionale, può convivere con l’ex direttore sportivo del Napoli?
Si rischia di creare ulteriore confusione. Forse è meglio prima far consolidare la posizione del direttore tecnico alla Continassa per poi lavorare su nuovi equilibri (un ruolo di Del Piero più da consigliere tecnico a supporto del settore tecnico, un po’ come era Pavel Nedved, capace da vice di vincere 9 scudetti di fila e di trasmettere la mentalità juventina a tutto lo spogliatoio e staff tecnico).

La Presidenza di Le Roi Michel Platini: pro e contro

C’è poi l’idea pazza che è filtrata da persone vicine a Elkann: John è sempre stato amico di Michel Platini, ereditando l’amicizia dal nonno, l’Avvocato Gianni Agnelli. Michel sarebbe – nella sua testa – il Presidente ideale per carisma, perché non vuole mettere bocca sul settore tecnico (al massimo consigliare i suoi dirigenti), una persona brillante con la stampa con la battuta ironica sempre pronta, un maestro di stile e soprattutto un mago nella politica sportiva. Potrebbe realmente incarnare il vecchio stile Juve. Il problema sono i suoi rapporti tesissimi con la UEFA e potrebbe anche esporre il club ad attacchi.

La Juve ha dovuto girare pagina con Andrea Agnelli proprio per i rapporti pessimi con UEFA e FIGC e con Michel (lo diciamo che la morte nel cuore) si ritroverebbe al solito punto, ovvero al punto zero. Dopo aver trovato un accordo con Nyon la scorsa estate ed aver rinnegato la Superlega, Platini sarebbe giudicato come un Presidente scomodo. L’unico scenario possibile è un rilancio in grande stile da parte di A22 con un nuovo campionato europeo per club, allora si, che Platini potrebbe entrare in gioco in modo pesante. Sarebbe il presidente ideale, ma solo in quella ipotesi.

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