Thiago Motta

Il bilancio di Thiago Motta dopo 6 mesi alla Juventus

Non è una partita o una sconfitta (oltretutto l’unica rimediata in Italia quest’anno) ma sono sei mesi di lavoro che ti permettono di tracciare una prima riga e di farlo con onestà intellettuale, al netto del fatto che Thiago Motta lo abbiamo sostenuto e difeso in questi mesi intermedi di lavoro con fiducia, in base a quello che aveva fatto vedere a Bologna. Se siamo stati critici con i suoi predecessori, la fedeltà alle nostre idee e all’analisi cruda, ci impone di essere altrettanto critici. Prima di tutto c’è la coerenza con quanto vediamo in campo, unico giudice imparziale ai nostri occhi.

IL LAVORO FATTO CON MBANGULA, SAVONA E GLI OUTSIDER

Devo dire che rispetto al lavoro che ha fatto a Bologna ci sono molti elementi di continuità: il lavoro sui giocatori outsider c’è e si vede. E’ un lavoro soprattutto mentale: Mbangula ieri autore di un assist strepitoso e di una partita di qualità e quantità (deve migliorare comunque nelle transizioni positive ma è giovanissimo). Mbangula NON ERA TITOLARE IN SERIE C.

NICOLO’ SAVONA

Idem Nicolò Savona: oggi lo vediamo un po’ spremuto ma il salto dalla Serie C alla Juve e il suo rendimento è stato positivo in questo girone d’andata. Oggi è stanco e spremuto soprattutto a livello mentale. Chi commenta superficialmente che è un giovane e dovrebbe non avvertire la stanchezza non sa quel che dice. Uno dei problemi principali in questo salto di categoria (esiste la Serie C, la B, la A e poi c’è la Juventus, Savona ha fatto 3 salti in avanti) è trovare la continuità mentale e fisica nel giocare ogni 3 giorni e senza cambi alle tue spalle. Inoltre è anche un problema di preparazione fisica: a questi livelli ti spremono come un limone e se non sei abituato rischi grosso.

Il lavoro di Thiago si vede sui giocatori (con tutto il rispetto) di seconda fascia, proprio come a Bologna: Locatelli (al netto dell’errore singolo di ieri), Gatti etc.

Manuel Locatelli autore di un girone d’andata positivo (foto Depositphotos)

L’UTILIZZO DI KENAN YILDIZ E LA VALORIZZAZIONE DI CONCEICAO

E’ stato bravo anche a dare fiducia a Yildiz che dalla panchina fissa è passato alla numero 10. E devo dire che la sua posizione se a sinistra non mi convince (perde un tempo di gioco letale nel rientrare e diventa prevedibile), mi convince invece a destra (dove può tirare o passare senza pensarci troppo sul suo piede naturale) e al centro.
E’ stato bravo anche ad assecondare il talento di Conceicao.

Bravo anche a valorizzare Thuram che con Motta sta facendo un passo in avanti importante e sta prendendo consapevolezza dei suoi mezzi.

Insomma, il lavoro con i giovani e con gli outsider della squadra è stato positivo, più che positivo. Non possiamo non vederla questa cosa, saremo disonesti intellettualmente verso lo stesso allenatore.

L’ASPETTO NEGATIVO GRAVE: LA GESTIONE DELLE STELLE

Il tema centrale è un altro. Come a Bologna, Thiago ha fatto un grosso passo falso nella gestione delle stelle della squadra, almeno in questi primi 6 mesi. Questo vuol dire che pensava alla Juventus di utilizzare la stessa metodologia nella gestione delle risorse usata in Emilia. E qui sta il suo integralismo che però non appartiene ai grandi tecnici.

Vlahovic
Dusan Vlahovic non è l’attaccante adatto a questo gioco e non viene valorizzato (foto Depositphotos)

Se a Bologna, nella fase iniziale i contrasti con Arnautovic furono palesi, così come le panchine di Orsolini (che entrava quasi sempre a partita in corso), alla Juve le stelle con lui in panchina non stanno rendendo.
Se a Bologna gli outsider possono portarti alle stelle (guardiamo il lavoro notevole dell’allenatore su Zirkzee, Calafiori e Ferguson), alla Juve se rinunci alle stelle sei fritto, non puoi andare oltre il quinto-sesto-settimo posto, anche perché si creano delle condizioni ambientali nello spogliatoio e fuori ad alta tensione. Alla Juve le stelle della squadra sono delle medie imprese, delle imprese che fatturano una ventina di milioni l’anno quasi.

IN UN TOP CLUB NON PUOI NON SAPER GESTIRE I GIOCATORI DI TALENTO

Ma soprattutto se non sai gestire i giocatori di maggiore talento, carisma ed esperienza, naufraghi, perché un conto è lottare per il sesto-settimo posto (e allora puoi arrivare anche quinto e qualificarti in Champions) e un conto è provare a vincere un trofeo o un campionato.

Diciamocelo chiaro, la gestione di Thiago Motta e il suo modulo integralista basato sul 4-2-3-1, è negativa per i seguenti giocatori:

Vlahovic – non è un attaccante associativo che può giocare a centrocampo per la squadra di sponda, è una punta da un tocco in area, molto forte nel gioco di prima e di testa.

Koopmeiners – non è un trequartista gioca fuori posizione e ogni partita è sempre più un fantasma, sta perdendo anche la sua sicurezza.

Douglas Luiz – primi due mesi passati in panchina sono stati sufficienti per rompere. Oggi non gioca.

Nico Gonzalez – a lungo infortunato, comunque non gioca da quando è rientrato.

Kenan Yildiz – fuori posizione, a sinistra risulta troppo prevedibile, è costretto a un lavoro in fase di ripiegamento troppo dispendioso.

PERCHE’ A MONZA ABBIAMO VINTO?

Sarà una coincidenza ma… come mai l’unica partita che abbiamo vinto (Monza) negli ultimi 2 mesi in campionato, pur giocando male, erano in campo tutte le nostre stelle (tranne Douglas)? Io questa domanda me la farei se fossi Motta ma anche Giuntoli.

Stiamo parlando di un capitale umano e tecnico di quasi 200 milioni. La Juve può permettersi oggi di rinunciare a questi giocatori e svalutare la loro valutazione sul mercato?

ASSENZA DI LEADER: VOLUTA?

C’è anche un altro aspetto: questa squadra e questo allenatore paiono troppo acerbi nella gestione della partita.

C’è una assenza di leader chiara. A quei pochi rimasti è stata fatta la guerra. Così abbiamo visto andar via giocatori con più esperienza come Szczesny (il suo ingaggio era effettivamente troppo pesante rispetto al rendimento) e Chiesa, Danilo è stato preso di mira da Thiago fin dal principio, inutile negarlo perché sarebbe un insulto alla nostra intelligenza. Ma soprattutto sul mercato non sono stati presi giocatori d’ESPERIENZA.

E’ una scelta voluta da Giuntoli e Motta? La sensazione forte è che in questa squadra l’unico leader debba essere l’allenatore, il quale però è troppo acerbo ancora per gestire una squadra così giovane. E così alle prime difficoltà in partita perdiamo la bussola in un bicchier d’acqua.

Danilo
Luiz da Silva Danilo, il suo feeling con Motta non è mai sbocciato. Credit: Ettore Griffoni – Depositphotos

IL 4-2-3-1 NON E’ ADATTO A QUESTA ROSA, MEDIA DI 2 GOAL SUBITI

C’è il tema tattico del 4-2-3-1 e del suo integralismo. Siamo costretti a giocare con il doppio mediano fisico (Locatelli – Thuam) e ne paghiamo le conseguenze in termini di costruzione. Ma questa barriera davanti alla difesa non funziona: nell’ultimo mese abbiamo una media di 2 goal subiti a partita.

Non abbiamo equilibrio e al tempo stesso non valorizziamo i 4 giocatori che dovrebbero farci fare il salto in avanti perché giocano o fuori ruolo (Koopmeiners e Yildiz) o la squadra non riesce a stare in piedi con un centrocampo svuotato (con solo 2 uomini).

Se non prendiamo consapevolezza di tutto ciò, ci ritroveremo tra tre settimane a 8, 9 punti dal quarto posto e poi cosa faremo? La società per evitare il disastro finanziario (mancata qualificazione in Champions e svalutazione di un parco giocatori da circa 200 milioni) che scelte farà? Perché Giuntoli non consiglia al meglio Thiago a rivedere le sue idee integraliste? Siamo sull’orlo del precipizio.

STESSO METRO DI GIUDIZIO USATO CON ALLEGRI

Non siamo stati critici verso Allegri per partito preso. Il primo anno della sua gestione bis, ci siamo chiusi il naso e abbiamo assistito in silenzio, cercando di essere costruttivi e a Max abbiamo lasciato un anno di tempo perché aveva ampi crediti guadagnati nel suo primo quinquennio, con Motta il giudizio scatta dopo 6 mesi per questa ragione.

La scorsa stagione, nel girone d’andata, avevamo anche apprezzato, lodato e sostenuto il suo percorso, una piccola parentesi in tre anni terribili, poi abbiamo visto le solite cose: le barricate contro l’Empoli, zero tiri in porta contro l’Inter, partite assurde come contro l’Udinese, Salernitana etc. Ma oggi non parliamo di Allegri, parliamo di Motta e dobbiamo per forza – è una questione di onestà anche verso di voi che ci seguite con tanta passione cari amici e cari amiche – farlo SENZA SCONTI o farci condizionare dal fatto che nei primi mesi l’abbiamo sostenuto in quanto allenatore della Juventus e per le cose positive fatte vedere a Bologna.

Noi abbiamo un solo padrone: IL CAMPO e in questo momento il campo dice che stiamo rischiando grosso, stiamo rischiando di rimanere fuori dalla Champions League per la prossima stagione, con tutti i problemi finanziari che ne conseguiranno.

3 pensieri su “Il bilancio di Thiago Motta dopo 6 mesi alla Juventus

  1. analisi lucida e condivisibile, perché non giocare con il 3-5-2 con Locatelli al centro della difesa, cambiaso e mckennie a tutta fascia, centrocampo con Douglas Luiz al centro, thuram e koop mezze ali e davanti vlahovic e Yildiz?

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  2. Condivido tutto e non capisco perché Motta continui ad insistere con questo modulo quando è palese che a centrocampo c’è il vuoto e lì davanti Vlahovic non è in grado di dialogare con i tre dietro. Forse questa sconfitta lo porterà a più miti consigli, come quella col Sassuolo per Allegri.

    ps come mai non trovo più la vostra pagina su Facebook?

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