Se è vera, quella voce — Yildiz al Chelsea per dieci milioni l’anno — allora la Juventus è in fuorigioco. Ma quanto c’è di vero? È difficile dirlo, come sempre quando Mendes siede al tavolo e in mezzo ci sono plusvalenze, bilanci, equilibri e ambizioni da ricomporre.
C’è però un retroscena che gira da gennaio che vi sveleremo nel nostro podcast con le strategie di mercato di Giuntoli.
Il nodo, oggi, è sempre lo stesso: l’allenatore.
Giuntoli aveva sondato Pioli, parlato con Mancini, ma alla fine — raccontano — si sarebbe fermato su Spalletti. E Spalletti, in effetti, resta il primo nome nell’agenda di Comolli. Con Deschamps (post Mondiale) e Marco Silva subito dietro.
La coppia perfetta? Sarebbe stata Giuntoli direttore sportivo e Comolli direttore generale. Uno pragmatico, l’altro strategico.
Invece, è andata diversamente. E qui si misura tutta l’incapacità di Calvo e Scanavino di capire come si gestisce una società di calcio: hanno messo Giuntoli a fare il direttore generale.
Grave errore.
Giuntoli è un ds, non un gestore d’azienda. È un uomo da campo, da calciatori, da trattative. Con un dg alla Marotta — come Comolli, appunto — avrebbe trovato la misura giusta.
Il suo tallone d’Achille, da sempre, è la scelta dell’allenatore. A Napoli li decideva De Laurentiis. Lui, di suo, ha scelto solo Gattuso.
Ecco perché il binomio con Comolli avrebbe funzionato: uno che governa la strategia, uno che sa leggere il talento.
Ma per ora, alla Juventus, è rimasto solo il caos. E qualche voce di mercato che rimbalza da Londra, con Yildiz nel mezzo e una montagna di domande ancora senza risposta.
Ma guarda il nostro podcast con la strategia di Giuntoli per l’allenatore e il mercato, il retroscena con Mendes e le future scelte di Comolli (anche per la panchina).
