IL FUTURO JUVE. Governo-Stellantis, inchiesta fiscale e eredità Agnelli: perché può cambiare la governance bianconera. Allegri funzionale


Sono settimane caldissime per John Elkann, la governance di Stellantis, ma anche per il presidente della Juventus Gianluca Ferrero, indagato per presunta evasione fiscale insieme all’amministratore delegato di Exor.

Le tensioni Stellantis-Governo

Un vero tsunami che si sta abbattendo sulla Famiglia su più fronti e che potrebbe ribaltare anche la governance e l’azionariato della “Gianni Agnelli BV” e quindi a cascata della “Dicembre” (che a sua volta controlla Exor la quale controlla Juventus e Ferrari). Tutti i ruoli apicali di queste società potrebbero essere messi in discussione.
Iniziamo dall’aspetto politico. Stellantis (multinazionale francese della quale la Famiglia è azionista principale ma non di maggioranza, nata a seguito della fusione tra FCA-FIAT e Pegeout) batte cassa per un contributo sulla produzione delle auto elettriche o chiuderà gran parte delle fabbriche in Italia, in particolare quella di Mirafiori. Il tutto suona come “ricatto” agli italiani e al Governo.

La produzione delle 600 è stata spostata in Polonia, gli operai a Torino sono già in cassa integrazione. Dal punto di vista strettamente politico, il Governo, ed in particolare la Premier Meloni, sono furiosi per questo ennesimo ricatto da parte di Tavares, a.d. di Stellantis ma nel mirino c’è anche la Famiglia Elkann-Agnelli. Hanno incassato per quasi un secolo contributi statali ed hanno esternalizzato tutto, ora sono pronti a smantellare quello che è rimasto del polo industriale italiano. Lo Stato e i politici hanno avuto le loro responsabilità: invece di chiedere in 60 anni quote e azioni dell’azienda FIAT in cambio dei contributi, hanno sempre ceduto alle richieste della Famiglia Agnelli per tutelare gli operai, l’occupazione (pensiamo all’indotto) e il polo industriale nazionale, senza battere ciglio.

L’uscita di Stellantis dall’Italia sarebbe un gravissimo danno per l’indotto produttivo del nostro paese e per la mano d’opera. Tira una bruttissima aria dal punto di vista politico.

Perché non ci sarà più un altro CR7, quella volta tra l’Avvocato e Maradona…

Logico che in un contesto simile, la Famiglia non può spendere 100 milioni di euro per comprare un calciatore per la Juventus. Affari come quello di Ronaldo scordiamoceli.

Sarebbe un grave sgarro e affronto per politici e sindacati italiani che, non aspettano altro, alla prima occasione di saltare addosso al club bianconero. Nel 1979, alla riapertura delle frontiere l’anno successivo, l’Avvocato aveva in mano un certo Diego Armando Maradona ma fu dissuaso proprio dalle pressioni sindacali.

Sul discorso Hamilton-Ferrari tutto è ben differente. A Maranello si sono registrati utili record, la Ferrari vola in borsa, l’ingaggio del pilota inglese è sostenibile dalle vendite delle rosse, inoltre porterà ancora più in alto la popolarità e il mito del Cavallino Rampante, aumentando ancor di più i ricavi. Anche i politici sono ben felici che la Ferrari rafforzi le sue posizioni nei mercati mondiali e mantenga il suo polo produttivo a Maranello.

La Juve deve mantenere, in questo momento, un basso profilo o rischia di far saltare gli equilibri politici, la Famiglia e Stellantis stanno battendo cassa. Scordiamoci altri 9 scudetti consecutivi, rischierebbero di far avvelenare ancor di più il clima intorno alla Famiglia, visto che tra i politici, magistrati e alti funzionari delle forze dell’ordine, l’odio verso i colori bianconeri è ben radicato.

La nuova mentalità perdente fa comodo alla Proprietà, basso profilo è la parola d’ordine

Per questa ragione, in questo momento, per John Elkann, Max Allegri è una garanzia: mai una polemica fuori dalle righe, mai un’accusa contro gli arbitri, la Juve può centrare il quarto posto (fondamentale per auto-finanziarsi) ma non deve andare oltre. La mentalità perdente che si è palesata in questi mesi alla Continassa con le varie dichiarazioni dello stesso Allegri, Giuntoli e Scanavino fanno comodo alla proprietà. Juve perdente e depressa, in un angolino con nessun tesserato che è autorizzato a fare dichiarazioni fuori dalle righe, neanche nei momenti vitali come nella scorsa stagione. Perfetto dal loro punto di vista.

Del resto Exor chiede un sacrificio in cambio di sacrifici, con l’ennesima ricapitalizzazione. I tifosi stanno assaporando il dolce-amaro, il bello e il brutto di essere sotto una multinazionale che ha interessi molto forti dal punto di vista pubblico ma che è solidissima da quello finanziario e che ha messo nelle casse bianconere più di 500 milioni negli ultimi 4 anni.

Non dimentichiamoci che Exor ha anche investito molto in asset sulla tecnologia applicabile a un settore come la sanità (vedi Philips). L’obiettivo è arrivare a essere fornitori nella sanità pubblica italiana e di altri stati europei (Francia su tutti).

Mai come in questo momento l’obiettivo è lavorare con un Governo non amico, considerando la vicinanza di Elkann con il Partito Democratico (vedi la linea del giornali di Famiglia Repubblica e La Stampa). La Meloni e Giorgetti hanno tutti gli interessi a trovare un accordo per preservare gli stabilimenti Stellantis sul suolo italiano. Ma Stellantis, tra i suoi azionisti, ha anche lo stato francese e fa gli interessi dei francesi. Questo è il grosso problema.

La causa sull’eredità può ribaltare la Governance di Exor e della Juventus

Un vero terremoto si sta abbattendo su John, Lapo, Ginevra Elkann e non solo. Il motivo? La causa della madre Margherita Agnelli che vuole non riconoscere più il patto sottoscritto con la madre Marella Caracciolo (moglie dell’Avvocato) che la invitava a rinunciare alla sua quota legittima dell’eredità.

Cerco di spiegarvelo in parole semplici: Margherita vuole riappropriarsi della sua quota ereditaria legittima, inclusa quindi la maggioranza della Giovanni Agnelli BV, la società che consente a John, Lapo e Ginevra di avere la maggioranza relativa della Dicembre, la holding che a cascata controlla Exor, la Juventus e Ferrari oltre alle altre società del gruppo compresa le quote di Stellantis.

Per vincere la causa però Margherita deve sperare che sia riconosciuto un tribunale italiano competente e non uno svizzero (che ritiene validi gli accordi sull’eredità che vanno a derogare le quote legittime al contrario dell’Italia).

Per farlo deve dimostrare che la residenza formale svizzera della madre Marella, fosse solo una “montatura” ma che, in effetti, la Signora Agnelli-Caracciolo abitasse effettivamente per più di 6 mesi in Italia ogni anno. Non semplice.

L’inchiesta fiscale sulle fiduciare della Galassia Agnelli-Elkann


Per dimostrarlo Margherita Agnelli (madre di John e figlio dell’Avvocato Gianni) ha fatto un esposto alla Procura di Torino sulla verifica dell’effettiva residenza fiscale della madre. Apriti cielo. Sembra che una perquisizione in uno studio notarile abbia consentito agli inquirenti di aver messo le mani su documenti molto importanti. Notizia da verificare ma se fosse vera potrebbe innescare un domino.

Se venisse provato che la residenza effettiva della Signora Marella Caracciolo fosse l’Italia e non la Svizzera, le conseguenze sarebbero enormi non solo per l’eredità (John non sarebbe più l’erede designato dell’impero) ma soprattutto dal punto di vista fiscale, visto che le fiduciarie che controllano tutta la galassia Agnelli-Elkann avrebbero avuto come ultimo beneficiario un residente fiscale italiano e non svizzero, con conseguenze enormi dal punto di vista del codice penale.

Il Presidente di “Garanzia” indagato

Potete capire che, in questo contesto, nasce l’indagine della Procura di Torino su John Elkann (per presunta dichiarazione fraudolenta) e del Presidente della Juventus Ferrero (commercialista di Elkann) iscritto anche lui nel registro degli indagati.

All’orizzonte ci sono dei problemi enormi. Possiamo capire anche il basso profilo, nella scorsa stagione, di John verso la Procura di Torino per la questione dei bilanci della Juventus, nonostante tutti i colpi bassi verso il cugino Andrea (avevano chiesto addirittura l’arresto) e l’incompatibilità palese del procuratore che stava indagando Ciro Santoriello.

Ma l’aspetto che lascia tutti con il fiato sospeso è il fatto che l’uomo che è stato messo a capo della Juventus per tutelarla, sia sotto il mirino della Procura stessa. La posizione del Presidente Ferrero dovrà essere valutata nei prossimi mesi. In questo contesto John Elkann vorrebbe Beppe Marotta come Presidente o amministratore delegato della Juventus.

Ed è probabile che la Procura, considerando la forte tensione con il Governo, non usi proprio i guanti di velluto.
Un grande pasticcio.

La guerra familiare è in atto. Stamani durissima replica dei legali di Elkann verso Margherita Agnelli rea, secondo loro, di “aver perseguitato per 20 anni i tre figli John, Lapo e Ginevra”. Parole durissime nei confronti della figlia dell’Avvocato.

Exor società solidissima grazie alle politiche di diversificazione di John Elkann

Exor continua a risultare una società solidissima che – sotto la guida di John Elkann – sta battendo ogni record di utili. L’erede dell’Avvocato ha avuto il merito di diversificare rispetto all’automobile, dopo la morte di un grande manager come Marchionne. Ma per la legge del paradosso potrebbe perdere la sua leadership.

Era lo stesso piano di diversificazione che voleva attuare (ma che non gli era stato permesso) lo zio Umberto, padre di Andrea Agnelli, che ha sempre visto il business più da un punto di vista dell’alta finanza che della produzione e dell’industria.

Per questa ragione non riesco a immaginare una frattura netta tra Andrea e John anche perché lo stesso ramo umbertiano ha ceduto al ramo Elkann il 3% delle azioni della holding di Famiglia per rafforzare la governance del cugino. Non proprio un atto belligerante.

E la Juventus? L’obiettivo è di renderla auto-sufficiente attraverso i contributi della nuova Super Champions o della Super League. Vedremo, ma se la maggioranza relativa dell’impero familiare dovesse passare nelle mani di Margherita, non è detto che il club bianconero non venga ceduto, magari allo stesso nipote prediletto Andrea e al suo consigliere Giraudo (che sembra essere molto attivo secondo alcune fonti giornalistiche torinesi su questo fronte e che è molto vicino storicamente a Margherita Agnelli).

Una cosa è certa: la Famiglia sta vivendo un momento a dir poco storico e, forse, di rottura totale con il passato.

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